• Mondo
  • Sabato 16 luglio 2016

Il colpo di stato fallito in Turchia

Il tentato golpe dell'esercito non è riuscito, e ci sono stati almeno 265 morti: il governo oggi ha arrestato quasi tremila militari e rimosso altrettanti giudici

Sostenitori di Erdogan ad Ankara. (Chris McGrath/Getty Images)
Sostenitori di Erdogan ad Ankara. (Chris McGrath/Getty Images)

Nella notte tra venerdì e sabato c’è stato un tentativo di colpo di stato in Turchia. Alcune migliaia di militari, dotati di carri armati ed elicotteri da combattimento, hanno occupato edifici strategici (come aeroporti, basi dell’esercito, ponti e stazioni televisive), soprattutto a Istanbul e nella capitale Ankara. Il tentativo è fallito nella notte, e a partire da sabato mattina circa tremila militari ribelli sono stati arrestati. Almeno 265 persone sono morte negli scontri, ha detto sabato sera l’ufficio della presidenza della Repubblica turco: di questi, 161 sono civili, e 104 sono definiti “golpisti” (quindi probabilmente soldati). Anche 20 dei civili morti sono definiti “golpisti” dal comunicato. In risposta all’azione militare, il governo ha messo in atto quello che diversi commentatori e giornalisti hanno definito un “contro-golpe”. Circa 2.700 giudici sono stati rimossi dai loro incarichi, e sono stati emanati mandati d’arresto per 140 giudici delle Corti Supreme, i tribunali di massimo grado in Turchia. L’agenzia di stampa di stato Anadolu dice anche che è stato arrestato Alparslan Altan, il vice presidente della Corte Costituzionale turca.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan – che ha parlato alla nazione verso le 23.30 di venerdì in diretta su uno smartphone – ha dato la colpa del golpe al suo avversario politico Fethullah Gülen, un religioso che vive da anni in esilio autoimposto negli Stati Uniti. Gülen ha smentito qualsiasi suo coinvolgimento. Sabato sera, durante un comizio a Istanbul, Erdogan ha chiesto che gli Stati Uniti estradino Gülen. Il primo ministro turco ha annunciato che qualunque stato che dovesse sostenere Gülen deve considerarsi in guerra con la Turchia.

Nel corso del pomeriggio, la base aerea di Incirlik, da dove partono gli aerei americani che bombardano l’ISIS in Siria, è stata isolata e la corrente elettrica staccata. Il governo ha chiuso lo spazio aereo sopra la base e tutte le missioni di bombardamento sono state sospese. Il Pentagono ha diffuso un comunicato in cui dice che i soldati americani stanno lavorando con le autorità turche perché le operazioni riprendano «il prima possibile». Il comunicato dice anche che le strutture americane stanno continuando a funzionare grazie ai generatori di corrente interni alla base.

Sabato otto militari turchi hanno raggiunto la Grecia in elicottero e hanno chiesto asilo politico nel paese. Il governo turco ha chiesto immediatamente la loro estradizione. Inizialmente sembrava che il governo greco fosse intenzionato a concederla: alcuni giornalisti sul posto dicono però che per ora non c’è nessun accordo.

Erdogan è apparso due volte in pubblico, la prima questa mattina all’aeroporto di Istanbul, dove ha annunciato il fallimento del golpe e le dure punizioni che colpiranno i responsabili, la seconda, nel pomeriggio, quando è stato ripreso mentre passeggiava per le strade della città acclamato dalla folla. Per il momento, il golpe sembra che sia stato tentato da un gruppo abbastanza ridotto di militari. Nessun alto comandante dell’esercito ha appoggiato i ribelli, così come non si è schierato dalla loro parte nessuno dei partiti di opposizione. Nella storia moderna della Turchia ci sono stati tre colpi di stato riusciti, sempre compiuti dall’esercito, l’ultimo nel 1980. La Turchia fa parte della NATO e ha solidi rapporti con l’Unione Europea, soprattutto per quel che riguarda la gestione dell’immigrazione.

Gli aggiornamenti del liveblog con il quale il Post ha seguito le notizie sul tentato colpo di stato in Turchia nella giornata di sabato.