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  • Venerdì 8 luglio 2016

La strage di Dallas

Cinque poliziotti sono stati uccisi durante una manifestazione contro le violenze della polizia: il sospetto sparatore è stato ammazzato, non si sa ancora se fosse solo

Dallas, Texas (Maria R. Olivas/The Dallas Morning News via AP)
Dallas, Texas (Maria R. Olivas/The Dallas Morning News via AP)

Cinque agenti di polizia sono stati uccisi e altri sette sono stati feriti insieme a due civili nel centro di Dallas, in Texas, da quella che secondo le ultime confuse notizie di venerdì sera potrebbe essere stata una sola persona appostata per sparare durante una manifestazione di protesta giovedì sera contro le uccisioni di due afroamericani da parte della polizia negli ultimi giorni. Non è ancora appunto chiaro in quanti abbiano partecipato all’assalto: tre persone sono state fermate perché sospette e un uomo è stato ucciso da un robot esplosivo guidato dalla polizia. Prima di essere ucciso, quest’ultimo aveva detto di volere ammazzare “quante più persone bianche possibile, soprattutto agenti di polizia”, dicendo di non appartenere a nessun particolare gruppo e di avere agito da solo. È stato in seguito identificato come Micha X. Johnson, un ragazzo di 25 anni senza precedenti.

La polizia ha confermato di avere ucciso il sospetto, utilizzando dell’esplosivo trasportato da un robot: si era nascosto in un garage multipiano vicino a El Centro College e aveva ripreso a sparare contro gli agenti. Aveva detto di non volere trattare la sua resa e aveva alluso alla presenza di ordigni esplosivi collocati nel centro della città: la zona è stata controllata senza trovare esplosivi.

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La sparatoria è iniziata intorno alle 21 di giovedì (le 4 del mattino di venerdì in Italia): secondo le prime ricostruzioni i suoi autori hanno sparato dall’alto organizzando una sorta di “imboscata”, ha detto il capo della polizia di Dallas David Brown. Si sono appostati per “uccidere quanti più agenti possibile”, aggiungendo che alcuni dei poliziotti sono stati feriti di spalle. Nella prima fase della sparatoria sono stati uccisi tre agenti di polizia e un agente della sicurezza del DART, il sistema del trasporto pubblico di Dallas. Un quinto agente è morto in seguito per le ferite riportate, è rimasto ferito anche una partecipante alla manifestazione.

Le persone fermate finora sono una donna, che si trovava nei pressi del garage della sparatoria, e altri due individui che si stavano allontanando in un’automobile. Secondo la polizia l’attacco è stato organizzato al massimo da quattro persone, ma per ora l’unica persona certamente coinvolta è l’uomo ucciso nel garage. Poco dopo l’inizio della sparatoria, una squadra degli SWAT (le unità speciali di assalto) è intervenuta contro un sospetto, una donna fermata intorno alle 23:30 locali. La polizia ha inoltre diffuso una foto segnaletica di un’altra persona, che si è successivamente costituita ed è stata poi rilasciata: era nella zona e portava con sé un fucile, ma non era coinvolta nella sparatoria; in Texas la legge consente di circolare con un fucile. Durante una conferenza stampa, il capo della polizia Brown ha invitato la popolazione a non avvicinarsi alla zona del centro della città.


Che cosa è successo (orario di Dallas)
19 – Centinaia di manifestanti si riuniscono in centro a Dallas, presso il Belo Garden Park per chiedere un trattamento più equo da parte della polizia, dopo l’uccisione di due afroamericani in meno di 48 ore, uno in Louisiana e uno in Minnesota.
20 – Dopo un’ora la manifestazione ha raccolto ulteriori partecipanti e nella zona ci sono un centinaio di agenti di polizia per garantire la sicurezza.
20:20 – Inizia una marcia di protesta pacifica nel centro della città.
20:59 – La polizia segnala alcuni spari, i manifestanti sentono i colpi e iniziano a scappare e a trovare riparo dietro le automobili, con l’aiuto dei poliziotti nella zona.
21:05 – Gli spari provengono dall’alto nell’area tra le vie San Jacinto e Griffin, sempre in centro.
21:35 – La polizia invita la popolazione a non raggiungere il centro di Dallas, c’è intanto la prima notizia di qualche agente ferito a causa degli spari.
22:23 – Arrivano le prime conferme sulla morte di uno degli agenti di polizia.
22:29 – Il capo della polizia, David Brown, annuncia che 10 agenti sono stati feriti da due cecchini, tre di questi sono morti.
22:45 – Continua la ricerca dei sospetti e poco prima delle 23 viene diffusa la foto di una persona, avvistata con un fucile nella zona. In seguito il sospetto si consegna alla polizia, ma viene rilasciato dopo alcuni controlli perché non è legato alla sparatoria. Intanto la polizia annuncia che gli agenti colpiti sono 11.
23:10 – Vengono segnalati spari provenienti da un garage vicino a El Centro College, intervengono gli agenti della SWAT. Poco dopo la polizia conferma che quattro poliziotti sono morti.
23:27 – La polizia conferma di avere fermato una donna, trovata nei pressi del parcheggio. Intanto la sparatoria continua.
00:15 – Due sospetti fermati su un’autostrada vengono rilasciati dopo che diventa chiara la loro estraneità ai fatti, erano stati avvistati nella zona della sparatoria poco prima.
1:47 – Viene data la notizia di un quinto agente ucciso.
3:06 – Viene annunciata la morte del sospetto nel garage.


Alla manifestazione contro le violenze della polizia c’erano circa 800 persone e un centinaio di agenti, con l’incarico di controllare la zona del centro città. La sparatoria è avvenuta poco dopo la fine dell’iniziativa, mentre decine di manifestanti stavano marciando insieme per ricordare le uccisioni in Minnesota e Louisiana degli ultimi due giorni.

Le uccisioni in Louisiana e Minnesota
A Baton Rouge in Louisiana, Alton Sterling, un 37enne nero che vendeva CD davanti a un piccolo negozio di alimentari è stato ucciso martedì 5 luglio da due agenti di polizia che erano intervenuti dopo una chiamata anonima al 911, il numero statunitense delle emergenze. Un video registrato da un passante e diffuso mercoledì 6 luglio mostra che i due agenti sparano a Sterling dopo averlo immobilizzato a terra e dopo aver urlato “Ha una pistola! Ha una pistola!”: un testimone ha detto che gli agenti hanno recuperato una pistola dai pantaloni di Sterling dopo avergli sparato ma che lui non l’aveva estratta all’arrivo degli agenti e che, in generale, non sembrava avere un atteggiamento minaccioso nei loro confronti.

A Falcon Heights, in Minnesota, una donna ha trasmesso in diretta video su Facebook i minuti successivi a quando un agente di polizia ha sparato al suo fidanzato. La polizia della contea ha confermato a CBS News che l’uomo coinvolto nella sparatoria è morto dopo essere stato trasportato in ospedale. Si chiamava Philando Castile, era nero e aveva 32 anni. Secondo la testimonianza della donna, il poliziotto ha sparato mentre Castile stava cercando di tirare fuori il portafoglio, dopo che erano stati fermati dalla polizia per un normale controllo.

“Totalmente inaccettabile”
Ieri il governatore del Minnesota, Mark Dayton, ha definito “totalmente inaccettabile” l’intervento armato contro Castile, criticando anche la scelta di non intervenire subito dopo per prestargli soccorso. Ha anche criticato il trattamento riservato dagli agenti di polizia alla fidanzata di Castile poco dopo il suo ferimento: “Bisogna fare giustizia, e giustizia sarà fatta. Sarebbe successa la stessa cosa se le persone a bordo, i passeggeri e quella alla guida, fossero stati bianchi? Non penso. Quindi sono costretto a fare i conti, e penso che tutti in Minnesota dovremmo farlo, con il fatto che questo tipo di razzismo esiste”.

Il discorso di Obama
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è in Polonia per una visita ufficiale e un vertice della NATO. Questa mattina durante una conferenza stampa ha detto di essere in contatto con le autorità locali di Dallas, ha detto che tutta la nazione è sconvolta per quanto accaduto in Texas e che il governo federale darà il suo sostegno e aiuto per le indagini, che dovranno chiarire le motivazioni “di un atto chiaramente premeditato”.

In precedenza, poco dopo il suo arrivo a Varsavia, Obama aveva commentato i casi della Louisiana e del Minnesota. Obama aveva detto che “tutti noi statunitensi dovremmo essere preoccupati” per questi episodi e che “abbiamo assistito troppe volte a tragedie come queste”. Aveva poi elencato una serie di dati da cui emerge che la popolazione nera e latina negli Stati Uniti subisce un trattamento meno equo rispetto ai bianchi: i neri hanno il 30 per cento di probabilità in più di essere fermati per controlli dalla polizia, per esempio. “Questi sono fatti. Quando si verificano casi come questi, c’è una grande parte della popolazione che pensa di non essere trattata equamente per via del colore della propria pelle. È una cosa che fa male e che dovrebbe preoccuparci tutti”, aveva detto Obama aggiungendo: “Questo non è solo un problema dei neri, questo non è solo un problema degli ispanici. È un problema dell’America di cui ci dovremmo occupare. Possiamo essere meglio di così, siamo meglio di così”.