• Moda
  • Venerdì 8 luglio 2016

Come cambia Alta Roma

La storia e i tentativi di rilancio dell'evento dedicato all'alta moda italiana, che quest'anno si tiene dall'8 all'11 luglio

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

Una modella alla sfilata della collezione primavera/estate 2009-2010 di Gattinoni ad Alta Roma, 1 febbraio 2009
(ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Una modella alla sfilata della collezione primavera/estate 2009-2010 di Gattinoni ad Alta Roma, 1 febbraio 2009 (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

L’alta moda italiana è molto diversa dalla haute couture francese: ha una storia più recente e i marchi che ne fanno parte sono meno famosi a livello internazionale, anche se negli ultimi anni le cose stanno cambiando. Alta Roma, l’organizzazione che si occupa dell’alta moda italiana sta cercando di ridare prestigio all’evento, invitando a sfilare molti marchi nuovi e puntando soprattutto sui giovani. A Parigi inoltre sfilano per l’haute couture soprattutto marchi storici come Chanel e Dior che fanno vestiti molto costosi destinati ai red carpet e che servono quasi esclusivamente da vetrina; gli stilisti dell’alta moda italiana invece realizzano da sempre abiti sartoriali per donne benestanti, italiane e straniere.

Le sfilate e le presentazioni dell’alta moda italiana si tengono a Roma, anche se l’evento nacque a Firenze negli anni Cinquanta, con il nome di First Italian High Fashion Show, che poi si è trasformato in Pitti Uomo. Fu organizzato per la prima volta da Giovanni Battista Giorgini, discendente di una famiglia di nobili lucchesi, nella sua casa di Firenze, Villa Torrigiani. Giorgini all’epoca capì la necessità di organizzare le sfilate di moda anche in Italia, oltre che a Parigi. Così fece arrivare a casa sua giornalisti e buyer americani per assistere alle sfilate dei primi stilisti italiani, che mostrarono le proprie creazioni per la primavera/estate di quello stesso anno. Da Roma erano arrivati Simonetta Carosa, Alberto Fabiani, le sorelle Fontana ed Emilio Schuberth, mentre da Milano c’erano le sartorie Vanna e Noberasco, le pellicce di Jole Veneziani, e Germana Marucelli, che gli storici considerano come l’anticipatrice del famoso New Look di Christian Dior. Tra loro sfilò anche Emilio Pucci, che con le sue stampe molto colorate era già abbastanza famoso anche negli Stati Uniti.

Visto il successo, l’evento si spostò al Grand Hotel di Firenze e poi nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Verso la metà degli anni Sessanta le case di alta moda trasferirono le presentazioni nei propri atelier a Roma, mentre a Milano si insediò il prêt-à-porter con le prime sfilate di Krizia, Albini e Missoni. Nel 1958 fu fondata a Roma la Camera sindacale della Moda italiana – che durò però per pochi anni – e molti stilisti aprirono nella capitale le loro case di moda, come Valentino nel 1959. Anche Fendi, che produceva borse e pellicce già alla fine degli anni Venti, iniziò a realizzare abiti. Quando verso la fine degli anni Sessanta in Italia arrivò dagli Stati Uniti e dalla Francia il prêt-à-porter – cioè gli abiti fatti in serie da indossare tutti i giorni – la maggior parte delle aziende abbandonò l’alta moda per i costi troppo alti e si dedicò alla grande industria, trasferendo le sfilate a Milano. I marchi che continuarono a occuparsi di alta moda si dedicarono agli abiti per signore ricche, mogli di politici e donne dello spettacolo. I nomi più conosciuti e che andavano bene fino ai primi anni Duemila erano Gattinoni, Gai Mattiolo, Roccobarocco, Lorenzo Riva, Renato Balestra e Raffaella Curiel. Di questi oggi sfila solo Renato Balestra, mentre Curiel salterà una stagione perché ha appena venduto una quota della sua azienda a un gruppo cinese.

Negli ultimi anni le cose sono cambiate molto per Alta Roma, la settimana dell’alta moda italiana, che quest’anno è in programma dall’8 all’11 luglio. Giornali e compratori sono sempre meno interessati ai pochi marchi rimasti calendario e la saltano spesso dopo aver assistito alle passerelle della haute couture parigina. Gli organizzatori di Alta Moda stanno cercando di rilanciarla puntando sui giovani e organizzando eventi paralleli, come incontri, mostre e concorsi, come per esempio Who Is On Next?, il concorso per stilisti emergenti che ogni anno premia e promuove dei marchi nuovi: a Roma si tiene l’edizione dedicata alla moda femminile e a Pitti Uomo quella maschile. Alta Moda lascia anche molto spazio alle scuole – soprattutto quelle specializzate nell’alta sartoria – che oltre a far sfilare le collezione degli studenti, organizzano mostre e laboratori.

Gli stilisti più giovani presentano i loro capi al Fashion Hub mentre i marchi già affermati si trovano nella sezione Atelier. Tra i nomi nuovi più conosciuti ci sono Angelos Bratis, Greta Boldini, Marianna Cimini, San Andrès Milan, Quattromano, Arnoldo e Battois ed Esme Vie. Ci sono anche molte iniziative in tutta la città, quest’anno quella più interessante è “FENDI Roma – The Artisans of Dreams”, che a Palazzo della Civiltà Italiana ripercorre i 90 anni di storia della casa di moda.