I due film di Sylvester Stallone

Gli sono bastati per diventare un pezzo della storia del cinema, e del mondo contemporaneo: oggi compie 70 anni

Sylvester Stallone di fronte al muro di Berlino nel 1988 
(ANSA)
Sylvester Stallone di fronte al muro di Berlino nel 1988 (ANSA)

Alla fine due cose ha fatto, Sylvester Stallone: Rocky e Rambo. Ma bastano e avanzano. Tutto il resto della sua ricchissima filmografia – al netto delle debolezze personali di ciascuno di noi per questo o quel film – è decisamente trascurabile e non memorabile: quasi sempre sono stati generici “film con Sylvester Stallone”. Possiamo fare un’eccezione per il ruolo dell’improvvisato portiere in Fuga per la vittoria, ma forse siamo già nelle debolezze personali.

Però Rocky e Rambo (1976 e 1982) bastano a farti entrare nella storia del cinema, della cultura popolare e del mondo contemporaneo. Rambo fu a lungo sottovalutato come un banale film d’azione, ma intanto si trattava casomai di un formidabile film d’azione, con scene e battute di quelle che poi restano per sempre nelle citazioni (idem per Rocky, dalla scalinata, ai manzi, ad “Adriana!”, alla musica, eccetera): e soprattutto fu un film commovente e profondo sui traumi post Vietnam dei reduci di guerra, confezionato in modo da consegnare il tema anche a chi non aveva visto Il cacciatore di Cimino. E nel quale, come già in Rocky, Stallone seppe rendere credibile una fragilità dei suoi personaggi a cui per esempio un altro fenomeno da film d’azione del tempo, Arnold Schwarzenegger, non si avvicinò mai.

Stallone fu anche tra gli autori delle sceneggiature di entrambe le serie: il primo Rocky poi se lo era inventato lui. A differenza di Rambo, Rocky fu un film dai contenuti più semplici e gli sviluppi più prevedibili, ma divenne il campione di quel genere di film dai contenuti più semplici e gli sviluppi più prevedibili: e a differenza di Rambo, seppe far funzionare onestamente anche almeno tre seguiti. Quelli di Rambo invece furono tutti inguardabili.

Poi c’è tutto il resto. Stallone è di New York, suo padre era di Gioia del Colle, sua madre un’astrologa, bodybuilder e altre carriere creative, suo fratello Frank ebbe un’improbabile breve carriera di cantante con il suo aiuto, la sua seconda moglie di tre (per due anni) fu la modella e attrice danese Brigitte Nielsen. Lui, Sylvester, ha quella faccia lì un po’ storta per via del difficile parto di sua madre, lo dovettero tirar fuori faticosamente e gli restò una mezza paralisi. Si arrabattò a lungo, fece pure una famigerata parte in un film softcore, poi ebbe molti piccoli ruoli in film anche importanti e a un certo punto scrisse Rocky. Quando gli comprarono la sceneggiatura pretese di fare lui il protagonista, altro che Burt Reynolds o Robert Redford, e accettò una riduzione del compenso. Rocky ebbe dieci nomination all’Oscar: ne vinse tre, e da lì in poi cambiò tutto. Sylvester Stallone compie 70 anni oggi.