Google ora mostra i testi delle canzoni direttamente su Google

E i siti che pubblicano testi di canzoni sono comprensibilmente molto preoccupati

Google e la società LyricFind hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per mostrare i testi delle canzoni direttamente in un riquadro, quando si cerca “titolo canzone testo”, insieme ai risultati della ricerca. Da lunedì 27 giugno la funzione è disponibile negli Stati Uniti (ma anche in Italia, utilizzando google.com) e verrà messa a disposizione prossimamente in decine di altri paesi. Il testo della canzone compare se si cerca il nome della canzone e si aggiunge “lyrics” (ma funziona già anche con la parola “testo”): viene mostrata però solo una parte del testo, e per leggerlo in versione integrale bisogna cliccare su un link a Google Play, dove insieme al testo completo Google propone di acquistare la canzone o di iscriversi al suo servizio di streaming musicale. I siti di testi delle canzoni ottengono la stragrande maggioranza del proprio traffico dalle ricerche su Google: con l’introduzione del testo in cima a tutte le altre ricerche, la maggior parte delle persone leggerà il testo rimanendo su Google e i siti perderanno moltissimi utenti.

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LyricFind è una società di Toronto, fondata nel 2004. Già allora i testi delle canzoni erano molto cercati su Google, e stavano nascendo molti siti specializzati. Si pose però fin da subito un problema di proprietà intellettuale: i diritti dei testi delle canzoni sono degli autori e delle case discografiche, ma i siti li mostravano senza corrispondere loro una percentuale. LyricFind fu una delle prime società a stringere accordi con gli artisti per gestire i diritti dei testi delle loro canzoni, e convinse molti siti di testi a pagare per pubblicare legalmente i testi. Oggi ha come clienti circa 4.000 case discografiche, e vende i diritti sui testi delle canzoni a moltissimi siti in 100 paesi diversi: tra questi ci sono Amazon e Deezer, per esempio. Darryl Ballantyne, capo di LyricFind, ha detto che si aspetta che gli artisti e le case discografiche guadagnino «milioni di dollari» in più dopo l’accordo con Google, ricevendo una percentuale per ogni visita che riceve il testo di una loro canzone.

Molti siti pubblicano illegalmente i testi delle canzoni, ma altri, come AZLyrics o MetroLyrics, pagano regolarmente i diritti agli artisti e alle case: questi siti sono molto preoccupati per le conseguenze dell’accordo tra Google e LyricFind. Yigal Ben Efraim, direttore del sito Stands4, ha spiegato che 8 persone su 10 arrivano sul suo attraverso una ricerca su Google. L’introduzione del riquadro per i testi delle canzoni avrà probabilmente per questi siti lo stesso effetto che ha avuto il riquadro con il significato delle parole per siti come Merriam-Webster.com o, in Italia, i dizionari di Corriere o TreccaniSe è vero che molte persone preferiscono non accontentarsi della definizione di una parola che offre Google, e approfondiscono cliccando sui risultati della loro ricerca, a molti altri bastano le informazioni che compaiono direttamente nel riquadro.

Circa il 65 per cento delle ricerche su internet sono fatte con Google, che è quindi una delle fonti di traffico principali – se non la principale – per la maggior parte dei siti. Nel 2014 il sito Genius, che pubblica testi di canzoni permettendo agli utenti di fare delle annotazioni per spiegarne il significato, venne penalizzato fortemente da Google, che lo fece praticamente scomparire dai risultati delle ricerche. Genius aveva convinto allora altri siti a pubblicare liste di link alle proprie pagine, un trucco che permette di salire nei risultati delle ricerche di Google. Il motore di ricerca se ne accorse e cambiò il proprio algoritmo per penalizzare di nuovo Genius, che poi si scusò e fu di nuovo incluso nelle ricerche. Nel periodo in cui l’algoritmo di Google lo penalizzò, il traffico di Genius crollò da oltre un milione di utenti unici al giorno a circa 200mila.