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  • Mercoledì 29 giugno 2016

Cosa sappiamo dell’attentato a Istanbul

Non ci sono ancora rivendicazioni dopo che tre attentatori suicidi hanno ucciso almeno 43 persone al principale aeroporto della città

L'aeroporto di Istanbul, il 29 giugno 2016 (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
L'aeroporto di Istanbul, il 29 giugno 2016 (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)

Attorno alle 22 di martedì, quando in Italia erano le 21, c’è stato un attacco terroristico all’aeroporto internazionale di Istanbul, il più grande della Turchia e il terzo aeroporto europeo per numero di passeggeri. Durante l’attacco tre attentatori suicidi hanno ucciso almeno 43 persone (13 delle quali non turche) e ne hanno ferite altre 239: due di loro si sono fatti esplodere attivando una cintura esplosiva fuori dall’aeroporto: uno vicino all’entrata e l’altro nella zona del parcheggio al di là della strada. Il terzo – che aveva iniziato a sparare contro alcuni passeggeri – si è fatto esplodere appena dentro al terminal degli arrivi internazionali dopo che un poliziotto gli aveva sparato. Giovedì la Turchia ha detto di avere identificato i tre attentatori: sarebbero tre uomini provenienti dal Kirghizistan, dalla Russia e dall’Uzbekistan. Un video diffuso nella notte sembra mostrare l’attentatore colpito dal poliziotto all’interno del terminal.

Un altro video diffuso oggi mostra il momento in cui uno degli attentatori si fa esplodere. Il video, che non ha suono, mostra decine di persone che camminano nel terminal dell’aeroporto: a un certo punto iniziano a correre tutte insieme verso una sola direzione, come se stessero scappando da qualcosa. Poi c’è l’esplosione e il fumo.

Le ore successive all’attacco sono state molto confuse. Decine di passeggeri sono rimasti fuori dall’aeroporto per diverso tempo in attesa di ricevere informazioni dalla polizia, mentre le ambulanze facevano avanti e indietro per portare via i feriti. L’aeroporto è rimasto chiuso tutta la notte, con i voli diretti a Istanbul non ancora atterrati che sono stati fatti arrivare su altri aeroporti turchi. Nonostante ci siano ancora disagi e ritardi, l’aeroporto di Istanbul ha parzialmente riaperto questa mattina.

Per il momento nessun gruppo ha rivendicato l’attentato, anche se il governo turco ha detto di credere che sia stato compiuto dallo Stato Islamico (o ISIS). Nel corso dell’ultimo anno, la Turchia è stata colpita da diversi attentati terroristici, sia di gruppi indipendentisti ed estremisti curdi che dello Stato Islamico. Ma non è detto che arriverà una rivendicazione. Rukmini Callimachi, giornalista del New York Times esperta di terrorismo, ha scritto che lo Stato Islamico, per qualche ragione, non rivendica gli attentati compiuti in Turchia. In passato sono state le autorità ad attribuire la responsabilità al gruppo.

Fino a un paio di anni fa la Turchia era un paese considerato molto stabile e un modello di democrazia da cui avrebbero dovuto prendere esempio altri paesi musulmani. Con l’estendersi della guerra in Siria, però, le cose sono cambiate: il governo di Recep Tayyip Erdoğan ha cominciato a sostenere le forze che si opponevano al presidente siriano Bashar al Assad, favorendo in maniere più o meno dirette lo Stato Islamico (per esempio permettendo ai suoi miliziani di usare liberamente il confine turco per entrare in Siria). Quando però il governo turco ha deciso di dare più appoggio alla coalizione anti-Stato Islamico guidata dagli Stati Uniti, gli attentati sono cominciati. Alcuni osservatori hanno anche legato gli attacchi alla recentissima riconciliazione tra Turchia e Israele, che questa settimana hanno annunciato la ripresa delle relazioni diplomatiche dopo sei anni di intensa crisi, iniziata nel 2010 con l’episodio della Mavi Marmara. Quest’ultima potrebbe però essere un’ipotesi senza fondamento: l’attentato a Istanbul sembra essere stato preparato con molta attenzione, diverso tempo prima dell’annuncio della ripresa dei rapporti diplomatici tra Turchia e Israele.