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  • Martedì 28 giugno 2016

Cosa ha funzionato ieri nell’Italia

Soprattutto i meccanismi offensivi, mentre la Spagna ha corso molto di meno ed è sembrata a corto di idee

(Christian Charisius/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Christian Charisius/picture-alliance/dpa/AP Images)

Lunedì sera l’Italia ha battuto 2-0 la Spagna agli ottavi di finale degli Europei di calcio, eliminandola dal torneo. È stata partita sorprendente sotto molti punti di vista: l’Italia è riuscita ad essere spettacolare ed efficace come non capitava da anni, mentre la Spagna ha provato ad applicare il suo gioco ma è sembrata molto prevedibile e un po’ spenta. Alla fine della partita la Spagna ha ottenuto il maggior possesso palla – 59,7 contro 40,3 per cento – ha giocato mediamente molto più alta dell’Italia e ha sbagliato meno passaggi. Eppure l’Italia ha vinto meritatamente, secondo tutti gli osservatori (alcuni dei quali hanno definito la partita “il capolavoro di Antonio Conte”): cos’è successo?

Per prima cosa, l’Italia è riuscita a giocare in maniera molto più intensa della Spagna. In totale i giocatori dell’Italia hanno corso 117,8 chilometri, mentre quelli spagnoli “solo” 110: significa ad esempio che ciascuno dei 13 giocatori di movimento della Nazionale ha corso in media 600 metri in più di ciascun giocatore spagnolo, cioè tre volte la lunghezza di un campo da calcio avanti e indietro. Cosa che dimostra che l’Italia non si è solamente difesa (altrimenti avrebbe corso molto, molto di meno). Soprattutto nel primo tempo, l’Italia ha vinto quasi tutti i contrasti: alla fine della partita è riuscita a recuperare 19 palloni, contro gli 8 recuperati dalla Spagna (che nel primo tempo non ha vinto nemmeno un contrasto).

In generale, i meccanismi dell’Italia sono sembrati molto più efficaci di quelli spagnoli. Buffon ha iniziato quasi sempre il gioco passandola ai difensori, costringendo la Spagna a impegnarsi nel pressing (cosa che ha fatto in maniera molto disordinata). I due esterni del 3-5-2, Florenzi e De Sciglio, sono riusciti a coprire tutta la fascia sia difendendo attentamente sia facendosi vedere in fase di costruzione di gioco, cosa che ha permesso di allargare e scombinare lo schieramento tattico della Spagna (abituata a giocare perlopiù al centro del campo). I centrocampisti De Rossi, Giaccherini e Parolo hanno corso moltissimo, facendosi trovare pronti sia in fase difensiva sia in quella offensiva. Hanno funzionato anche i movimenti fra i due attaccanti Pellè ed Eder, anche se spesso sono avvenuti lontano dalla porta: nell’unico vero scambio pericoloso, Pellè si è fatto trovare sulla trequarti spalle alla porta per ricevere il pallone, che una volta ricevuto ha fatto scorrere per Eder, che già stava correndo verso la porta. Risultato: Eder si è ritrovato da solo davanti al portiere spagnolo, ma ha tirato in maniera debole e centrale.

Dal minuto 2:40

Una delle cose migliori che ha fatto vedere l’Italia sono state le azioni d’attacco, eseguite quasi tutte in maniera compatta anche se non sempre rapidissima: la palla veniva portata in avanti o con delle combinazioni fra esterni e centrocampisti, o – caso più raro rispetto alle scorse partite – con dei passaggi in verticale verso il centravanti Graziano Pellè, che ha giocato una grande partita riuscendo a tenere quasi ogni pallone. In entrambi i casi l’Italia riusciva ad attaccare in maniera armonica, portando sempre 4-5 giocatori nella metà campo spagnola, e ben distribuiti su tutto il campo.

La Spagna non ha attaccato altrettanto bene: i 5 giocatori offensivi spagnoli – Morata, Silva, Fabregas, Nolito e Iniesta – portavano spesso palla fino alla trequarti, ma senza riuscire a entrare in area grazie all’ottima difesa dell’Italia, fatta spesso di 6 giocatori (i tre difensori centrali, più De Rossi, Giaccherini e Parolo). Di conseguenza erano spesso costretti a tenere la palla sulla trequarti, o passarla ai terzini Juanfran e Jordi Alba, che però molto raramente sono riusciti a superare rispettivamente De Sciglio e Florenzi. Una volta superata questa linea di giocatori offensivi, inoltre, l’Italia aveva già tagliato fuori dal gioco metà della squadra spagnola.

heatmap La mappa di Whoscored che mostra le zone del campo dove si è concentrata l’azione spagnola: sulla trequarti di campo dell’Italia e nella loro area di rigore

Nelle quattro partite giocate finora Conte ha sempre usato il 3-5-2, un modulo che per il momento si è dimostrato molto efficace: con la squalifica di Thiago Motta e il probabile infortunio di De Rossi – gli unici due giocatori in rosa capaci di giocare da centrocampisti centrali – non è chiaro se Conte adatterà qualche mezz’ala come Stefano Sturaro e Marco Parolo a giocare al centro, oppure cambierà leggermente il modulo nel 3-4-3, già provato negli scorsi mesi.