Chi è Virginia Raggi, che è arrivata prima a Roma

La storia e le idee della candidata del Movimento 5 Stelle a sindaco di Roma, che ha ottenuto oltre un terzo dei voti al primo turno

(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Virginia Raggi al primo turno delle amministrative di Roma ha avuto più voti di tutti: la candidata del Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 35,4 per cento delle preferenze e tra due settimane, il 19 giugno, sfiderà al ballottaggio Roberto Giachetti del Partito Democratico, arrivato secondo con il 24,8 per cento dei voti.

Raggi era stata scelta come candidata del Movimento 5 Stelle lo scorso 23 febbraio, con una votazione online nella quale l’avevano scelta 1.724 attivisti iscritti al partito. Raggi era consigliera comunale e da tempo la stampa la descriveva come l’esponente del Movimento più popolare in città. Raggi, che ha 37 anni, ha iniziato a fare politica nel Movimento 5 Stelle nel 2011 ed era entrata in consiglio comunale nel 2013 con 1.525 preferenze. In questi tre anni all’opposizione si è occupata soprattutto di questioni relative alla scuola e all’ambiente.

Virginia Raggi commenta i risultati del primo turno delle elezioni comunali a Roma:

Virginia Raggi è romana e vive nella borgata Ottavia, a nord ovest della città, dopo essere cresciuta nel quartiere di San Giovanni. Si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Roma Tre ed è specializzata in diritto d’autore, proprietà intellettuale e nuove tecnologie. Lavora come civilista nello studio legale Sammarco:  tra i consulenti esterni dello studio c’è anche il penalista Alessandro Sammarco, che in passato ha difeso Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cesare Previti in importanti processi: una circostanza che secondo La Stampa «suscita perplessità in molti simpatizzanti cinque stelle», anche se Raggi «a Roma ha saputo lavorare astutamente col mondo di SEL, con associazioni come la Ex Lavanderia, con occupazioni solidali di luoghi come l’ex Manicomio Provinciale Santa Maria della Pietà. Ha insomma anche un coté radical (i suoi avversari dicono radical chic), mercatini biologici e gruppi d’acquisto equosolidali, che la rende spendibile a sinistra».

Durante la campagna elettorale Raggi ha avuto qualche problema quando è emerso che sia lei che tutti gli altri candidati del Movimento 5 Stelle al consiglio comunale avevano firmato un contratto che li impegna a pagare una penale molto alta e a dimettersi in caso arrechino un “danno di immagine” al Movimento, e che inoltre – se sarà eletta sindaco – sarà tenuta a sottoporre e ottenere parere favorevole dallo “staff di Beppe Grillo” per tutti gli atti amministrativi di una certa importanza. In un’intervista Raggi ha spiegato che lo staff servirà «per esempio, a fare ricerche legali sulle persone da nominare. È una garanzia ulteriore avere più occhi che controllano determinati atti come le nomine». Un’altra proposta di Raggi che ha fatto discutere è stata poi la ristrutturazione del debito della città: secondo Raggi infatti «il debito è nato per l’indebitamento di Roma Capitale verso fornitori e soggetti vari, pensi che un miliardo riguarda le indennità da esproprio per i mondiali di calcio di Italia ‘90… C’è poca chiarezza. A nostro avviso bisognerebbe capire perché sono stati contratti quei debiti. Quindi interrogarsi sulle responsabilità e sui tassi di mutuo – se sono regolari o meno – e infine trovare il modo per rinegoziare il debito con gli istituti di credito».