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  • Giovedì 2 giugno 2016

Guida alle finali NBA

La serie tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers inizia stanotte: le cose da tenere d'occhio, a parte quei due

LeBron James e Stephen Curry alle finali playoff del 2015 (Ezra Shaw/Getty Images)
LeBron James e Stephen Curry alle finali playoff del 2015 (Ezra Shaw/Getty Images)

Questa notte, alle 3 ora italiana, comincerà la serie finale dei playoff NBA tra Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors. La partita si giocherà a Oakland, in casa di Golden State, e sarà trasmessa in Italia su Sky Sport 2. A Oakland si giocherà anche gara-2, nella notte tra domenica e lunedì, mentre gara-3 e gara-4 si giocheranno a Cleveland (qui il calendario completo). Vince la serie la prima squadra che ottiene quattro vittorie: per Golden State sarebbe il secondo titolo NBA consecutivo, che arriverebbe dopo una stagione incredibile e quasi perfetta; per Cleveland sarebbe il primo titolo della sua storia.

Cleveland e Golden State sono arrivate in finale in tempi e soprattutto con difficoltà diverse. Cleveland, inserita nella parte del tabellone della Eastern Conference, ha vinto tutte le partite dei playoff ad eccezione di due gare giocate in trasferta contro Toronto, in semifinale. Certo, come sottolineano esperti ed appassionati il livello della Eastern Conference è molto più basso rispetto a quello della Western Conference, ma Cleveland ha ottenuto comunque risultati eccellenti e soprattutto ha mostrato grandi miglioramenti rispetto alla stagione regolare. Golden State ha avuto un percorso molto più complicato: ha vinto abbastanza facilmente le prime due serie – contro Houston e Portland (entrambe per 4-1) – ma ha seriamente rischiato di essere eliminata nella serie contro gli Oklahoma City Thunder: era sotto 1-3, ha vinto tre partite di fila e ribaltato il risultato, come avevano fatto solo altre nove squadre nella storia della NBA.

nbaIl tabellone dei playoff NBA finora (NBA)

Ci sono parecchie ragioni per guardarsi le finali NBA 2016, che per Cleveland sono una specie di rivincita delle finali dello scorso anno, vinte da Golden State per 4-2. Abbiamo messo insieme alcune cose da leggere prima della partita di stanotte, per arrivare preparati e farsi piacere ancora di più la serie finale.

Due squadre migliorate
Rispetto alle finali dello scorso anno, Cleveland parte meglio. L’allenatore non è più David Blatt, mandato via a metà stagione anche per una poca sintonia con LeBron James. Il suo posto è stato preso da Tyronn Lue, che prima di quest’anno non era mai stato capo allenatore di una squadra NBA. Da quando è arrivato Lue, le cose sono migliorate per Cleveland, che ha cominciato a giocare con più continuità. Lue ha anche avuto il vantaggio di non avere nessun giocatore importante infortunato: lo scorso anno saltarono praticamente tutti i playoff sia Kevin Love che Kyrie Irving, i due giocatori più forti dopo James (ma non i più forti in difesa, e potrebbe essere uno dei fattori nelle finali 2016). Rispetto alle finali 2015, i Cavaliers possono contare anche su Channing Frye, che sta tirando con oltre il 50 per cento da tre punti, una percentuale notevole.

Anche Golden State è una squadra più forte rispetto allo scorso anno, come dimostra il record di partite vinte in stagione regolare (73, una in più dei Chicago Bulls di Michael Jordan nella stagione 1995-1996). Golden State ha Steph Curry, che quest’anno ha giocato ancora meglio e ha battuto diversi record (per esempio ha segnato più di 400 canestri da tre in stagione regolare, superando di oltre 100 canestri il record precedente, che comunque era già suo). Curry ha avuto qualche difficoltà in questi playoff, a causa di alcuni infortuni, ma i 36 punti segnati contro Oklahoma in gara-7 sembrano dimostrare un recupero fisico completo. Per Golden State sono migliorati anche Draymond Green, che è diventato uno dei difensori più versatili della NBA, e Klay Thompson, la seconda migliore guardia tiratrice del torneo dopo Curry.

Curry vs LeBron
Se si parla di Golden State contro Cleveland, si pensa subito a Curry contro James. Sono i due giocatori più forti della NBA, anche se in maniera molto diversa. Curry è piccolo e molto veloce, ha un controllo di palla incredibile e un tiro che prende con una velocità che non ha mai avuto nessuno prima di lui. Il suo modo di giocare è stato considerato da molti rivoluzionario, in una misura rara da trovare nella storia della NBA. James è un giocatore con una potenza straordinaria e un altrettanto straordinario controllo del corpo. Nel corso degli anni – oltre a segnare sempre parecchio – ha sviluppato molto bene altre capacità, come la lettura del gioco e la precisione nel fornire assist ai suoi compagni di squadra. Per dire: negli ultimi sei anni le squadre di James sono sempre arrivate in finale.

Sia Curry che James sono nati ad Akron, una città dell’Ohio con poco più di 200mila abitanti. Nonostante abbiano qualche anno di differenza – Curry 28, James 31 – i due si conoscono da tempo. Durante le finali dello scorso anno ricominciarono a circolare delle immagini risalenti al 2008 che mostravano James – già allora un campione della NBA – applaudire in maniera entusiasta Curry durante una sua partita del college (Curry allora giocava a Davidson). I rapporti tra i due sono stati buoni per diverso tempo – e probabilmente continuano a esserlo – anche se nelle ultime settimane qualche punzecchiatura c’è stata. Per esempio a maggio si è parlato di una dichiarazione fatta da James dopo l’assegnazione del premio MVP a Steph Curry. Il premio si riferisce alla stagione regolare ed è assegnato ogni anno al miglior giocatore della lega (“Most Valuable Player”): per la prima volta nella NBA, nel 2016 è stato assegnato all’unanimità, una cosa che non era mai successa nemmeno con Michael Jordan. James aveva commentato la decisione dicendo che l’espressione “il migliore” era aperta a molte interpretazioni. Poi in realtà si è scusato, sostenendo che in realtà non voleva dire quella cosa che avevano pensato tutti.

Parliamo anche di Andre Iguodala
Iguodala è uno dei giocatori più particolari dell’intera NBA: è un difensore formidabile e uno dei swingman (guardia-ala) più temibili della lega. È difficile definirlo attraverso un ruolo preciso, un problema comunque che riguarda diversi giocatori di Golden State, tra cui Draymond Green. Luke Walton, assistente allenatore di Golden State, ha detto di Iguodala: «Qualcuno con il suo talento e il suo successo normalmente non accetterebbe un ruolo minore, come quello che lui assume qui da noi». Iguodala è comunque un giocatore apprezzatissimo, anche se non così celebrato come altri campioni della NBA. Nelle finali dello scorso anno difese con grande efficacia su LeBron James, e vinse il premio di miglior giocatore delle finali playoff. Nella serie che Golden State ha da poco vinto contro Oklahoma ha difeso soprattutto su Kevin Durant e Russell Westbrook, due dei migliori attaccanti della lega, recuperando dei palloni importanti in alcune fasi cruciali di gara-6 e gara-7 (per esempio il recupero su Westbrook alla fine di gara-6, al minuto 3:00).

Come si possono battere a vicenda?
ESPN ha provato a capire come Golden State possa battere Cleveland, e viceversa. Il problema più grosso per i Warriors, chiaramente, sarà riuscire a contenere LeBron James. Cleveland gioca l’isolamento – cioè quando un giocatore si trova da solo da una parte del campo per giocare l’uno contro uno con il suo difensore – per il 12 per cento dei suoi possessi in attacco. Golden State dovrà essere in grado di adattare la propria difesa a questo tipo di gioco, e i difensori che non sono di fronte all’attaccante con la palla in mano dovranno essere pronti ad aiutare il proprio compagno di squadra. Golden State dovrà anche fare attenzione anche al pick and roll con James nel ruolo di bloccante – cioè l’attaccante che porta il blocco sul difensore di un suo compagno di squadra –, una situazione con la quale Cleveland segna molto. In attacco Golden State dovrà cercare di dare la palla al giocatore che è difeso da Kyrie Irving, non un grande difensore: quel giocatore spesso sarà o Steph Curry o Klay Thompson.

Per vincere i Cleveland dovranno «pensare diversamente» da quanto fatto finora, scrive ESPN. Dovranno cercare di ridurre i tiri da tre punti tentati da Curry e Thompson, anche se non sarà per nulla facile. Il punto, sostiene ESPN, non è ridurre i buoni tiri da tre di Golden State, una squadra le cui percentuali non dipendono dal fatto che il tiro preso sia buono o cattivo (Curry e Thompson segnano anche da lontano, fuori equilibrio, con le braccia del difensore alzate, eccetera): il punto sarà riuscire a ridurre in generale il numero di tiri da tre tentati degli avversari. In pratica ridurre il numero dei possessi dei Warriors, sia prendendo molti rimbalzi sia facendo una difesa aggressiva che aumenti il numero delle palle perse. Per riuscire a ottenere dei risultati, scrive ESPN, Cleveland dovrà far entrare in campo quei giocatori che sono più forti in difesa che in attacco, come Matthew Dellavedova: e per bilanciare ciò che si perde in attacco, i Cavaliers dovranno puntare molto sul contropiede, un tipo di gioco che però non usano con grande frequenza.

Pronostici
Golden State è data per favorita per vincere il titolo NBA. Una delle ragioni è il vantaggio del campo: sulle eventuali sette partite di finali, quattro saranno giocate a Oakland, e i Warriors hanno dimostrato di perdere molto raramente in casa propria. Quasi tutti gli esperti sostengono comunque che la serie non si risolverà in sole quattro partite: si arriverà probabilmente alla sesta o alla settima.