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  • Martedì 31 maggio 2016

Il secondo libro della Biblioteca del futuro

È stato scritto da David Mitchell, l'autore di "Cloud Atlas", e si potrà leggere soltanto nel 2114

Lo scrittore David Mitchell, al centro, con l'artista Katie Paterson, il 28 maggio 2016, nella foresta del Nordmarka, in Norvegia (Future Library)
Lo scrittore David Mitchell, al centro, con l'artista Katie Paterson, il 28 maggio 2016, nella foresta del Nordmarka, in Norvegia (Future Library)

From Me Flows What You Call Time (“Da me scorre ciò che tu chiami tempo”) dello scrittore inglese David Mitchell è il titolo del secondo libro della Future Library, un progetto artistico che prevede di realizzare una biblioteca i cui libri si potranno leggere dal 2114. Il progetto è un’idea dell’artista scozzese Katie Paterson e in totale raccoglierà cento romanzi: il primo è stato scritto dall’autrice canadese Margaret Atwood e si intitola Scribbler Moon (che potrebbe tradursi con “La luna dello scribacchino”). Al momento non si sa nulla della trama dei due romanzi. Mitchell – famoso soprattutto per il romanzo Cloud Atlas, da cui è stato tratto l’omonimo film – ha consegnato il suo manoscritto il 28 maggio in una cerimonia nella foresta del Nordmarka, vicino a Oslo, la città in cui verrà aperta la Future Library: sarà conservato sigillato in una stanza della nuova biblioteca pubblica di Oslo, che aprirà nel 2019.

Inizialmente Mitchell non voleva partecipare al progetto perché pensava fosse una follia scrivere qualcosa che nessuno avrebbe mai letto, o meglio, che nessuno avrebbe mai potuto dirgli di aver letto. Poi però si è fatto convincere dall’idealismo dietro il progetto: che fra cento anni ci sarà qualcuno che stamperà, prenderà in prestito e leggerà quel libro.

Mitchell, che in passato ha vissuto in Sicilia e in Giappone, è stato due volte finalista al Man Booker Prize, il premio letterario più importante del Regno Unito. Sei dei suoi sette romanzi editi sono stati pubblicati in Italia dalla casa editrice Frassinelli; sono tutti legati tra di loro in qualche modo, come se fossero ambientati in un unico universo, anche se uno (I mille autunni di Jacob de Zoet) è un romanzo storico, altri sono più vicini al fantastico e alla fantascienza. Il titolo del romanzo scritto per Future LibraryFrom Me Flows What You Call Time, è stato ispirato a un brano musicale del compositore giapponese Toru Takemitsu.

Il progetto di Future Library

La biblioteca del futuro sarà costruita a Oslo. I manoscritti dei romanzi scritti per il progetto saranno stampati nel 2114 utilizzando carta proveniente da mille alberi piantati appositamente nella foresta del Nordmarka. Paterson ha detto che i cento libri saranno «di autori di qualsiasi età e nazionalità, di qualsiasi stile e genere o insieme di generi, e di qualsiasi lingua», che sarà ciascun autore a decidere la lunghezza del testo che donerà all’iniziativa, e che solo il titolo del libro e il nome dell’autore saranno mostrati nella stanza della biblioteca. È probabile che alcuni degli autori che scriveranno per Future Library – scelti di volta in volta da un gruppo di esperti – non siano ancora nati. Qui si possono leggere (in inglese o in norvegese) due saggi che Mitchell e Margaret Atwood hanno scritto per Future Library.

Katie Paterson (nata nel 1981) ha realizzato altri progetti originali in passato: ha registrato il suono di un ghiacciaio che si scioglie, ha disegnato una mappa di tutte le stelle morte, ha scritto una storia del buio nei secoli organizzata in diapositive, ha creato una collana con perline ricavate da fossili ordinate secondo la loro età geologica.