• Moda
  • Venerdì 27 maggio 2016

Un altro marchio di moda italiano comprato da un gruppo cinese

È Curiel Couture: fondato a Trieste nell'Ottocento, gestito da sole donne, è uno dei pochi rimasti a occuparsi solo di alta moda

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

La sfilata di Curiel Couture per la primavera/estate 2015 ad Alta Roma, 1 febbraio 2015
(ANSA/ STRINGER)
La sfilata di Curiel Couture per la primavera/estate 2015 ad Alta Roma, 1 febbraio 2015 (ANSA/ STRINGER)

La stilista italiana Raffaella Curiel ha ceduto una parte del suo marchio di alta moda Curiel Couture a RedStone Haute Couture Group, un’azienda cinese che si occupa di moda, soprattutto europea: negli ultimi anni ha acquistato anche l’azienda italiana di prêt-a-porter Giada e ha importato in Cina i prodotti degli stilisti italiani Salvatore Ferragamo e Valentino e del francese Saint Laurent. Raffaella Curiel e la figlia Gigliola Castellini Curiel manterranno un ruolo nell’azienda che, ha detto l’amministratore delegato di RedStone, Yizheng Zhao, continuerà a lavorare in Italia e aprirà nuove sedi a Shanghai, New York, Londra e Parigi. Dopo Krizia e Francesco Scognamiglio, un’altra importante azienda di moda italiana è stata quindi acquistata o in parte ceduta a imprenditori cinesi.

La holding cinese possiede ora buona parte delle quote della nuova società, creata insieme alla famiglia Curiel: la Curiel Ldt. Controllerà oltre al marchio anche l’archivio dell’azienda: tantissimi modelli e cartamodelli storici, oltre giornali e riviste che ne documentano la storia. La nuova società cercherà di rilanciare il marchio partendo dalla sua importante tradizione e rendendolo più internazionale e contemporaneo.

Raffaella Curiel, nata nel 1943, è una delle poche stiliste italiane rimaste a occuparsi di alta moda, insieme a Renato Balestra, Lorenzo Riva e Gattinoni. Sfilano tutti ad Alta Roma, la settimana dell’alta moda italiana. A differenza degli altri marchi italiani che presentano le collezioni di haute couture a Parigi – come Valentino, Atelier Versace e Armani Privé – non hanno linee di prêt-a-porter e fanno solo abiti sartoriali e su misura per una clientela selezionata, anche internazionale. Raffaella Curiel, ad esempio, ha realizzato spesso vestiti per donne della politica e dello spettacolo, tra cui Letizia Moratti, Lella Bertinotti, Elsa Monti e Marta Marzotto.

Il marchio Curiel ha una storia molto lunga ed è stato gestito da quattro generazioni di sole donne. Fu fondato da Ortensia Curiel a fine Ottocento nel centro di Trieste: all’inizio era una sartoria frequentata soprattutto dalla borghesia asburgica, visto che la città all’epoca era sotto l’Impero Austroungarico. La nipote di Ortensia, Gigliola Curiel, iniziò a lavorare con la zia, si appassionò al lavoro di sarta e proseguì l’attività di famiglia. Dopo la Prima guerra mondiale e l’annessione di Trieste all’Italia, la famiglia Curiel si trasferì a Milano e nel 1945 Gigliola Curiel aprì il suo primo atelier in via Durini.

Negli anni Cinquanta e Sessanta, le cose per l’atelier andarono parecchio bene: molte donne aristocratiche italiane e straniere richiedevano gli abiti sartoriali per il giorno e per la sera disegnati da Gigliola Curiel. All’epoca i suoi vestiti erano spesso indossati per la prima della Scala a Milano, cosa che la fece conoscere rapidamente anche all’estero: nel 1953 fu la prima stilista italiana a realizzare una collezione esclusiva per i celebri grandi magazzini newyorchesi Bergdorf & Goodman – ancora molto importanti nel mondo della moda – e poi anche per quelli di Harrods a Londra. Gigliola Curiel è famosa anche per aver inventato il Curiellino, un tubino un po’ drappeggiato.

Nei primi Sessanta anche la figlia di Gigliola, Raffaella Curiel, iniziò a occuparsi di moda e, dopo un’esperienza a Parigi nello studio dello stilista Pierre Balmain, nel 1965 presentò la sua prima collezione a New York, sempre da Bergdorf & Goodman. Dopo la morta della madre, nel 1969, Raffaella Curiel aprì in via Matteotti a Milano un atelier con il suo nome, che è ancora oggi sede dell’azienda. I suoi abiti sono molto classici e negli anni Ottanta disegnò alcune collezioni ispirandosi ad artisti come Gustav Klimt, Vincent Van Gogh e Pablo Picasso, riproducendo sugli abiti i loro quadri più famosi. Nel 2001 dedicò una collezione allo scrittore francese Victor Hugo per il bicentenario della nascita, che venne presentata a palazzo Farnese a Roma, la sede dell’ambasciata francese.

Nell’azienda lavora anche Gigliola Castellini Curiel, figlia di Raffaella; dopo aver studiato economia all’università Bocconi e aver frequentato il Central Saint Martin College of Art and Design di Londra, disegnò la sua prima collezione nel 1998. In questi anni ha sempre aiutato la madre con le sfilate, occupandosi soprattutto degli accessori, e ha anche disegnato una linea personale di prêt-a-porter. Raffaella e Gigliola Curiel lavoreranno insieme a RedStone: con molta probabilità la prima collezione della nuova società verrà presentata a gennaio 2017.