Cosa dice Dario Nardella del crollo a Firenze

«Il solo pensiero che qualcuno si sarebbe fregato le mani se ci fosse scappato il morto mi fa schifo»

Il sindaco di Firenze Dario Nardella osserva la voragine apertasi sul lungarno Torrigiani, Firenze, 25 maggio 2016
(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
Il sindaco di Firenze Dario Nardella osserva la voragine apertasi sul lungarno Torrigiani, Firenze, 25 maggio 2016 (ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)

Dario Nardella, sindaco di Firenze, è stato intervistato da Marco Imarisio sul Corriere della Sera, pochi giorni dopo il crollo di un lungo tratto del Lungarno Torrigiani, che ha fatto sprofondare circa 200 metri di strada e diverse automobili che erano parcheggiate lì ma non ha ferito nessuno. Del crollo si è parlato in mezzo mondo, un po’ perché le immagini erano notevoli, un po’ perché è successo in una città famosa e simbolica: Nardella ha detto di credere che sia stato causato dal problema alle tubature dell’acqua di cui si è già parlato negli ultimi giorni – «Non sono un giudice, faccio un altro mestiere. Ma il fatto che l’azienda in questione si faccia carico dei danni conferma il nesso tra l’incidente di martedì notte e un problema di tubature» – e ha insistito che tutte le spese di ricostruzione saranno a carico della società che gestisce la rete idrica, senza nessun aggravio per i cittadini. Parlando delle reazioni di molti politici al crollo, tuttavia, Nardella si è lamentato di un atteggiamento che ha definito di «sciacallaggio politico», per cui criticare l’amministrazione della città è diventato un modo per criticare il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che è stato sindaco di Firenze dal 2009 al 2014.

Si è accorto anche lei di una certa soddisfazione, non solo sul web, per l’accaduto?
«Puro sciacallaggio politico. Non è la prima volta che si usa la mia città per attaccare Renzi. Certo, questa volta le reazioni sono state molto sguaiate, come se Firenze non fosse patrimonio dell’Italia intera ma piuttosto un’entità extraterritoriale».

Suvvia, il diritto di critica esiste.
«E chi lo nega. Io però mi confronto e accetto i rilievi dei cittadini, e di chi si rimbocca le maniche. Non c’è stato nessuno dei nostri avversari politici che godevano di questo incidente che mi abbia chiamato per chiedere cosa poteva fare, o per dare solidarietà».

Eccezioni?
«Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia. Jacopo Cellai, capogruppo di Forza Italia in Comune. Ho apprezzato».

Lei si ricorda quando c’era Berlusconi?
«Ma questa è una faccenda diversa. La ferita riguarda una città che è patrimonio dell’umanità. Io detesto l’idea di un confronto politico all’insegna del tanto peggio tanto meglio. E il solo pensiero che qualcuno si sarebbe fregato le mani se ci fosse scappato il morto mi fa schifo».