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  • Lunedì 23 maggio 2016

È iniziata la battaglia per Fallujah

Il governo iracheno ha annunciato una grande operazione militare per riprendere la città che l'ISIS controlla da due anni

Soldati iracheni si preparano nella periferia di Falluja (AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images)
Soldati iracheni si preparano nella periferia di Falluja (AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images)

Il primo ministro dell’Iraq, lo sciita Haydar al Abadi, ha annunciato che domenica è iniziata un’operazione militare per riottenere il controllo di Fallujah, una delle più importanti città irachene occupata da più di due anni dallo Stato Islamico (o ISIS). Nell’operazione sono impiegati esercito, forze antiterrorismo, polizia, milizie sciite e combattenti tribali, ha scritto il Wall Street Journal citando fonti militari.

Diversi analisti credono che la riconquista di Fallujah non sarà facile: la città è abitata soprattutto da musulmani sunniti, molti dei quali non vedono di buon occhio un’eventuale incursione di soldati sciiti (la divisione tra sunniti e sciiti, i due principali orientamenti dell’Islam, è uno dei motivi che spiegano i guai dell’Iraq oggi). Se il governo dovesse riottenere il controllo di Fallujah, sarebbe un colpo molto duro per lo Stato Islamico: la città è la seconda più importante controllata dal gruppo dopo Mosul, nel nord, e la seconda per grandezza dell’Iraq.

Con un messaggio trasmesso dalla televisione di stato, l’esercito iracheno ha invitato i civili ad abbandonare Fallujah il prima possibile: chi non potrà lasciare la città dovrà issare sulla propria abitazione una bandiera bianca. Si stima che nella zona vivano ancora tra le 60mila e le 90mila persone, per lo più civili e in molti casi famiglie con parenti che combattono per lo Stato Islamico. Il problema più grosso è che in molti finora non sono riusciti a lasciare Fallujah, nonostante l’imminenza dell’attacco, perché ai confini della città sono stati messi in piedi dei checkpoint controllati dallo Stato Islamico che bloccano l’uscita dei civili. Fallujah si trova a circa 65 chilometri a ovest di Baghdad, poco più a sud di Ramadi, altro importante centro iracheno che era stato occupato dallo Stato Islamico e liberato dall’esercito iracheno alla fine dello scorso anno. La riconquista della città fu difficoltosa e richiese settimane, anche a causa dell’alto numero di miliziani presenti nella zona.

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La liberazione di Fallujah metterebbe in difficoltà lo Stato Islamico per lo meno nell’Iraq centrale, dove da mesi le forze irachene si battono per recuperare ampie porzioni di territorio, con il sostegno dei bombardamenti della coalizione coordinata dagli Stati Uniti. Le operazioni svolte finora hanno richiesto molto tempo, ma si sono rivelate utili per ridurre gli spazi in cui lo Stato Islamico può operare. Nel nord la situazione è più complessa, soprattutto nell’area di Mosul dove ci sono ampie porzioni di territorio sotto lo stretto controllo dello Stato Islamico.

L’operazione militare irachena contro lo Stato Islamico è stata avviata in un momento molto difficile per l’Iraq. Tra venerdì e sabato, per la seconda volta in meno di un mese, centinaia di persone sono riuscite a entrare nella Zona Verde di Baghdad, dove si trovano le principali sedi del governo e anche gli edifici che ospitano le ambasciate straniere. Nei giorni scorsi ci sono stati degli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti: due persone sono state uccise e altre centinaia sono rimaste ferite. Molti dei manifestanti erano sostenitori di Moktada al Sadr, potente religioso radicale sciita che da mesi sta chiedendo un rimpasto di governo e l’adozione di alcune importanti riforme.