Il ritorno di Nokia

Quasi scomparso dopo il fallimentare accordo con Microsoft, lo storico marchio sarà usato in licenza su nuovi smartphone e tablet

(Patrik Stollarz/Getty Images)
(Patrik Stollarz/Getty Images)

Nokia ha annunciato di avere concesso l’uso del proprio nome in licenza per dieci anni alla società HMD Global Oy, che potrà quindi produrre cellulari e tablet con il marchio Nokia. L’accordo segna il ritorno nel settore di quello che un tempo era il più grande produttore al mondo di telefoni cellulari, finito in crisi per l’incapacità di adattarsi ai cambiamenti nel settore, rivoluzionato dall’introduzione degli iPhone e degli altri smartphone. L’obiettivo del nuovo accordo è tornare a produrre smartphone, tablet e cellulari a basso costo in tutto il mondo, e sostenere la concorrenza dei grandi produttori come Samsung, Huawei e Apple non sarà semplice.

La storia di Nokia degli ultimi anni è stata piuttosto travagliata e strettamente legata ai tentativi di Microsoft di affermarsi nel settore degli smartphone. Per farlo, le due aziende unirono le forze realizzando diversi modelli di telefoni basati sul sistema operativo Windows Phone. Dopo i primi risultati insoddisfacenti, alla fine del 2013 fu presa la storica decisione di accorpare la divisione smartphone di Nokia all’interno di Microsoft, con un’operazione da 9,5 miliardi di dollari. Microsoft pensava in questo modo di avere più controllo sullo sviluppo dei dispositivi e del sistema operativo, seguendo un modello più simile a quello di Apple con i suoi iPhone. Meno di due anni dopo, quell’operazione si rivelò fallimentare con migliaia di posti di lavoro tagliati e una perdita di valore della divisione acquistata, passata ad appena 2 miliardi di dollari.

Secondo le indiscrezioni, ora Microsoft è al lavoro per realizzare uno smartphone col proprio marchio Surface, già usato per i tablet, e di conseguenza non è più interessata al marchio Nokia e a buona parte delle risorse che aveva acquisito qualche anno fa. Proprio oggi, la società ha annunciato di avere venduto per 350 milioni di dollari la sua divisione di cellulari basic ed economici (“featured phones”) a una controllata di Foxconn, la grande società cinese che produce gli iPhone e decine di altri prodotti per conto delle grandi aziende dell’elettronica.

Attualmente Nokia è attiva nella produzione di sistemi e risorse per le reti: i suoi interlocutori sono principalmente aziende delle telecomunicazioni e non ci sono piani per cambiare le cose. L’azienda non ha quote dentro HMD, le ha semplicemente concesso di usare il suo marchio, e molti dei suoi brevetti, sui suoi cellulari per i prossimi 10 anni. HMD è finanziata da un gruppo internazionale di investitori ed è diretta da Arto Nummela, un ex dirigente di Nokia che negli ultimi anni aveva lavorato come responsabile di Microsoft per i dispositivi elettronici in Asia, Medio Oriente e Africa. Il presidente della società è Florian Seiche, un altro ex dirigente di Nokia e fino a qualche tempo fa manager di Microsoft.

HMD intende investire fino a 500 milioni di dollari per lo sviluppo e il marketing dei nuovi prodotti, che saranno costruiti da una delle controllate di Foxconn e da altre aziende asiatiche. I nuovi smartphone saranno basati sul sistema operativo Android e nei piani c’è anche la costruzione di nuovi tablet e di telefoni cellulari tradizionali, quelli coi tasti, per i mercati in via di sviluppo e a cui ha rinunciato Microsoft con la vendita annunciata oggi.

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Dopo l’acquisizione a fine 2013 di un pezzo di Nokia, Microsoft aveva ottenuto il diritto di usare in esclusiva il marchio Nokia per gli smartphone per un paio d’anni, anche se nei fatti ha già smesso da tempo di farlo. Ora HMD può quindi usare il nome Nokia per i suoi prodotti, nella speranza che il ricordo di cos’era Nokia un tempo possa convincere chi vuole comprare un nuovo smartphone a prendere in considerazione i suoi prodotti. L’affetto dei clienti potrebbe non essere sufficiente: Apple, Samsung e Huawei controllano da sole circa la metà del mercato degli smartphone con quote molto alte e difficili da raggiungere. I nuovi Nokia potrebbero comunque competere nelle retrovie, dove decine di società si spartiscono quello che resta del mercato.