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  • Venerdì 6 maggio 2016

Google fa studiare la sua intelligenza artificiale sui romanzi rosa

Le storie tormentate di amori impossibili la aiutano a imparare come parliamo e a darle più personalità, dicono i ricercatori

A metà marzo l’intelligenza artificiale (AI) AlphaGo di Google DeepMind ha battuto il campione del mondo di Go, un complicatissimo gioco da tavolo cinese, dimostrando i grandi progressi raggiunti nella creazione di algoritmi che imitano il funzionamento della mente umana. Il problema di AlphaGo, e delle intelligenze artificiali in generale, è che non riescono ancora a comunicare in modo naturale con noi, come fanno due o più persone quando chiacchierano. Per questo motivo negli ultimi mesi alcuni ricercatori di Google hanno iniziato un nuovo esperimento: fare leggere a un’intelligenza artificiale centinaia di romanzi rosa per aiutarla a migliorare le sue capacità dialettiche e sviluppare un minimo di personalità.

L’AI di Google ha elaborato quasi 3mila libri con titoli come Unconditional Love, Ignited Fatal Desire. Il sistema li ha letti parola per parola arricchendo la sua “rete neurale”, costruita per imitare i processi del pensiero umano. Semplificando: ogni neurone (nodo) dialoga con altri nodi e ne analizza i dati, acquisendo autonomamente nuove conoscenze e capacità. Le reti neuronali per le intelligenze artificiali sono studiate e sperimentate da decenni, ma solo negli ultimi anni grazie alle crescenti capacità di calcolo dei centri dati è stato possibile utilizzarle nella pratica, per compiti più o meno complessi.

A BuzzFeed News, Andrew Dai di Google ha spiegato che i romanzi rosa sono ideali perché hanno trame e schemi narrativi molto simili tra loro, che l’AI può imparare a gestire e a rielaborare per interagire con un essere umano: “Una ragazza si innamora di un ragazzo, il ragazzo si innamora di un’altra”. Leggendone a migliaia, l’intelligenza artificiale impara come frasi formulate in modo diverso possono significare la stessa cosa, così da modulare parole e modi di dire per rendere più naturale il modo con cui risponde in una conversazione. I romanzi rosa, dice sempre Dai, sono meglio di quelli per insegnare ai bambini a leggere perché offrono molto più materiale, dal punto di vista linguistico.

Per quanto sia gestita da un centro dati con centinaia di computer che svolgono miliardi di calcoli al secondo, fare apprendere cose a un’intelligenza artificiale non è semplice. Il punto di partenza è una rete neurale neutra, priva di conoscenze, che inizia a prendere le misure con le migliaia di parole dei libri in formato digitale che le vengono proposti. Il processo richiede tempo e una ripetuta lettura degli stessi testi, nei quali l’AI identifica schemi, andamenti e significati delle parole per diventare intelligente, o almeno avvicinarsi a qualcosa simile all’intelligenza per come la intendiamo noi.

Dopo essersi letta le tormentate storie dei romanzi rosa, l’AI di Google ha iniziato a scrivere da sola frasi utilizzando termini e modi di dire imparati durante la lettura. Ha poi confrontato le nuove frasi con quelle originali dei libri, per verificare la loro qualità. La fase di scrittura e confronto è stata ripetuta innumerevoli volte in modo autonomo dall’intelligenza artificiale per calibrarsi e imparare a scrivere frasi di senso compiuto. I ricercatori di Google dicono che l’AI deve ancora migliorarsi, ma che in linea teorica potrebbe quasi scrivere un romanzo rosa da sola, anche se hanno declinato la richiesta di BuzzFeed News di darne prova.

Dai spiega che l’esperimento condotto in questi mesi sta aiutando i ricercatori ad approfondire le loro conoscenze su intelligenze artificiali, linguaggio naturale e interazioni tra uomo e macchina: “Nell’attuale applicazione per smartphone di Google, le risposte sono molto fattuali. La speranza è che con questo lavoro, e ciò che sarà fatto in futuro, sia possibile renderle più colloquiali, o modularle per quanto riguarda il tono, lo stile e il registro”. Un’AI che sa dialogare in modo naturale con gli utenti potrebbe essere usata in diversi ambiti, soprattutto per migliorare il modo con cui i bot interagiscono con gli utenti, quando devono essere istruiti per svolgere particolari attività: da fornire le previsioni del tempo a ordinare una pizza a domicilio.

La capacità di dialogare in modo naturale è solo uno dei tanti aspetti che, messi insieme, formano un’AI per come è nell’immaginario di tutti: un sistema artificiale che si comporti con noi come una persona, magari con qualche difetto in meno. Secondo OpenAI, l’organizzazione non-profit cofondata dal miliardario Elon Musk (quello di Tesla e SpaceX), i progressi in questo settore entro pochi anni saranno senza precedenti ed è quindi necessario condividere lo sviluppo delle intelligenze artificiali per fare in modo che siano utilizzate solamente per scopi pacifici. In realtà finora le più grandi aziende informatiche si sono mosse per conto proprio, con grandi investimenti per creare un’AI migliore della concorrenza. Facebook è tra i principali concorrenti di Google anche su questo fronte, ma esperimenti e lavori sulle AI coinvolgono anche Apple, Amazon, Microsoft e innumerevoli startup.

C’è molta attesa da qualche giorno per Viv, un nuovo tipo di intelligenza artificiale che sarà presentata il prossimo 9 maggio e che è stata ideata dai creatori delle prime versioni di Siri, l’applicazione acquisita da Apple e che è poi diventata l’assistente automatico sugli iPhone e sugli iPad. I responsabili di Viv dicono che il loro progetto, in fase di sviluppo, “semplificherà radicalmente il mondo offrendo un’interfaccia intelligente per qualsiasi cosa”. L’affermazione è ambiziosa, forse troppo secondo alcuni osservatori, anche perché per ora si parla di un’applicazione che probabilmente avrà un numero limitato di funzioni.

Per finire da dove eravamo partiti, Dai non esclude che un’AI costruita sui romanzi rosa come quella di Google un giorno possa fare innamorare chi la sta utilizzando, un po’ come avviene nel film Her:

C’è una storia dell’antica Grecia su un tizio che costruisce la statua di una donna, la più bella che ci sia. La statua è talmente più bella di qualsiasi donna, che il tizio se ne innamora. E se puoi perdere la testa per una statua, non vedo perché non potresti perderla per una rete neurale cresciuta a romanzi rosa.