Il “Burning Man” per super ricchi

Il Further Future si è tenuto per il secondo anno nel deserto del Nevada, con concerti, feste esclusive, lussi sfrontati e occasioni per parlare di tecnologia e innovazione

(Further Future)
(Further Future)

Venerdì 29 aprile centinaia di persone si sono ritrovate nella riserva indiana del fiume Moapa, in un’area desertica a pochi chilometri da Las Vegas (Nevada), per festeggiare l’inizio del Further Future, un ritrovo che i suoi organizzatori definiscono “un festival di musica e lifestyle” e che è stato definito dai media una specie di Burning Man per ricchi. All’evento, che è finito domenica 1 maggio, hanno partecipato dirigenti e responsabili di numerose aziende tecnologiche della Silicon Valley e tra loro c’era anche Eric Schmidt, ex CEO di Google e ora nel consiglio di amministrazione di Alphabet, la multinazionale sotto cui sono state riorganizzate le attività del motore di ricerca. Concerti e feste organizzati durante il festival sono state l’occasione per incontrare nuove persone, scambiarsi idee e ottenere informazioni su startup promettenti alla ricerca di investitori.

Further Future esiste da due anni ed è organizzato da un gruppo di veterani del Burning Man, il leggendario festival che si tiene nel deserto del Nevada a fine estate, in cui migliaia di persone costruiscono una sorta di città temporanea e organizzano eventi di ogni tipo, facendo convivere anarchia con regole rigidissime. Rispetto a Burning Man, Further Future è molto più piccolo e al tempo stesso più esclusivo: si stima che quest’anno i partecipanti siano 5mila circa, che hanno acquistato biglietti il cui prezzo base era 350 dollari. La maggior parte, comunque, ha speso molto di più prenotando pacchetti che prevedono l’ospitalità in resort e strutture alberghiere allestite nella zona, con servizi di lusso di ogni tipo.

Gli organizzatori sono molto trasparenti circa la loro scelta di organizzare un festival per gente ricca e, sul sito dell’iniziativa, parlano esplicitamente di “lusso sfrontato”. Ogni ospite è libero di organizzarsi come crede, portandosi dietro collaboratori, maggiordomi, cuochi e quant’altro. Oltre alle esibizioni sul palco centrale accessibili a tutti, ci sono feste, cene e incontri privati che costano ognuno centinaia di dollari. Negli ultimi anni anche intorno a Burning Man orbitano iniziative a pagamento di questo tipo, criticate e snobbate da chi vi partecipa da più tempo, ma nel complesso la partecipazione all’evento di fine estate comporta comunque costi non indifferenti, sia per raggiungere il deserto del Nevada sia per trascorrervi i giorni del festival.

Nellie Bowles, giornalista del Guardian, ha passato una giornata a Further Future e ha incontrato Schmidt nelle quinte del palco principale del festival, vestito con una camicia su cui erano stati applicate decine di piccoli specchi e una tuba piuttosto creativa. Gli abiti in stile steampunk come quello di Schmidt vanno per la maggiore: i più creativi indossano vestiti che riprendono quelli della Londra vittoriana inserendovi elementi del futuro, riadattati alle tecnologie meccaniche dell’epoca. Oltre a confermare di essersi portato il costume da casa, l’ex CEO di Google ha detto a Bowles di essere al Further Future per la presenza di molti suoi amici:

È risaputo che vado al Burning Man. Il futuro è guidato dalle persone che hanno una visione alternativa del mondo. Non sai mai dove potrai trovare nuove idee. Qui c’è un’alta percentuale di imprenditori di San Francisco, gente che tende a essere vincente. È un gruppo selezionato di persone adulte che hanno un lavoro. Te ne puoi accorgere dalla percentuale di loro arrivata qui con i caravan.

A differenza di Burning Man, la maggior parte di camper e roulotte intorno a Further Future sono modelli recenti e più lussuosi. C’è anche un campeggio, con decine di tende bianche uguali tra loro messe a disposizione degli ospiti, che ricordano i film di fantascienza che ipotizzano una prima colonizzazione di Marte: la grande area desertica intorno contribuisce a dare questa impressione. Le sistemazioni più costose prevedono anche un tuttofare, a disposizione per soddisfare le esigenze degli ospiti: dalla centrifuga di verdure di prima mattina al cocktail della sera, passando per il sapone da usare sotto la doccia. Senza contare la presenza di SPA, saune, centri relax e benessere.

Una foto pubblicata da Kristina Radiy (@krisradiy) in data:

Justin Shaffer, uno dei primi impiegati di Facebook e ora un investitore in startup, spiega che secondo lui Further Future può essere utile per rispondere ad alcune domande come: che cosa accadrà con il post-capitalismo? E con la post-democrazia? Che succederà quando saremo nell’era del post-impiego, ovvero quando avremo un reddito base universale? Per Shaffer gli incontri che si fanno in giro per il festival offrono spunti di ogni tipo per capire opportunità e rischi legati alle nuove tecnologie, grazie a un punto di osservazione più creativo e meno irregimentato rispetto ai tradizionali colloqui di lavoro e tra imprenditori.

Una foto pubblicata da Justine Tomilowitz (@ladyjtom) in data:

Robert Scott ha 42 anni ed è uno dei cofondatori del Further Future e difende la scelta di portare ogni lusso possibile e immaginabile nel mezzo del deserto: “Ci sono un sacco di modi per avere un’epifania. Essere nel deserto in condizioni difficili è uno dei modi per rendersi più ricettivi, penso: qui tutte queste cose ti aiutano a diventarlo in modo più accogliente”. Per alcuni detrattori, Scott è una di quelle persone “malate di futuro”, che ne parlano in continuazione senza concretizzare qualcosa nel presente, ma ha comunque un’alta considerazione di ciò che ha messo insieme in questi due anni: “Quello che facciamo qui è importante. È quello che continuiamo a ripetere: stiamo formando il futuro. Queste non solo sono le persone che lo possono fare, sono le uniche che possono riuscirci”.