Perché guidiamo da un lato e non dall’altro?

La maggior parte del mondo tiene la destra, gli inglesi notoriamente fanno il contrario: c'entrano i cavalli, Napoleone e Hitler, tra le altre cose

Circa due terzi delle persone del mondo oggi vivono in nazioni in cui si guida tenendo la destra, come in Italia, mentre nel resto del mondo – soprattutto nel Regno Unito e in ex colonie dell’impero britannico – il traffico si muove tenendo la sinistra. Le ragioni che hanno portato i paesi a scegliere un lato della strada invece dell’altro – o a cambiarlo, come hanno fatto per esempio le isole Samoa nel 2009 o la Svezia nel 1967 – sono spesso varie e complicate, ma si può partire da qualche certezza: i ritrovamenti archeologici e le ricerche storiche dimostrano che nell’antichità, le grandi civiltà a noi note (Egizi, Antichi Greci, Romani) usavano tenere la sinistra e che in Europa questa consuetudine è stata mantenuta fino alla fine del Settecento.

Quest’uso derivava soprattutto dal fatto che – allora come oggi – la maggioranza delle persone fosse destrimane: in tempi in cui ci si muoveva soprattutto a cavallo e viaggiare era piuttosto pericoloso, tenere la sinistra permetteva ai cavalieri di avere la mano destra verso il centro della strada, pronta per sguainare la spada e difendersi in caso di aggressione. Per un destro, poi, è più facile montare a cavallo dal lato sinistro dell’animale – specie se indossa il fodero di una spada sulla sinistra – e in generale è più sicuro farlo al lato della strada e non in mezzo al traffico. Tenere la sinistra era anche più conveniente se si camminava a fianco del cavallo, perché permetteva di tenere le briglie con la sinistra e camminare a centro strada, nella parte di solito più asciutta.

Nel corso del Settecento le cose cominciarono a cambiare: la necessità di trasportare i prodotti agricoli verso le città richiedeva carri più grandi, trainati da coppie di cavalli. Qui il conducente sedeva sul cavallo di sinistra della coppia più vicina al rimorchio, per controllare gli animali con la frusta nella mano destra, e da questa posizione era più facile controllare il traffico in direzione opposta e gli ingombri del rimorchio tenendosi sulla destra della strada. Uno dei primi editti ufficiali che istituzionalizzò il traffico a destra fu emanato in Russia nel 1752 dalla zarina Elisabetta di Russia, figlia di Pietro il Grande, ma la diffusione di quest’abitudine in Europa continentale si deve soprattutto alla Francia e alle conquiste territoriali sotto Napoleone Bonaparte.

Fino alla rivoluzione del 1789, in Francia l’aristocrazia viaggiava tenendo la sinistra, mentre il cosiddetto “terzo stato”, la parte più numerosa e povera della popolazione, era obbligato a tenere la destra per non mischiarsi con i nobili. La presa del potere da parte delle forze rivoluzionarie ribaltò la situazione e un decreto del 1792 istituì la regola unica del traffico sulla destra. All’inizio dell’Ottocento questo sistema si diffuse in molte parti d’Europa grazie a Napoleone Bonaparte, che lo impose in tutti i territori alleati o conquistati dalla Francia, tra cui quelli di Olanda, Lussemburgo, Svizzera, Polonia, Spagna e in alcune zone di Germania e Italia.

In Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda, invece, nel frattempo si consolidò la tradizione opposta: la prima norma scritta conosciuta che impose il traffico a sinistra fu emanata nel 1756 e riguardava il London Bridge; questa convenzione venne definitivamente messa per iscritto con l’Highway Act del 1835 e si diffuse anche nelle colonie dell’Impero Britannico. Per tutto l’Ottocento e l’inizio del Novecento l’Europa continentale, invece, rimase divisa tra nazioni dove il traffico teneva la destra e nazioni dove si viaggiava a sinistra: di solito quelle che non erano state occupate dalla Francia di Napoleone, come il Portogallo e l’Impero Austro-Ungarico.

Con la diffusione delle automobili e la crescita della rete stradale, tra il 1890 e gli anni Trenta del Novecento cominciò una tendenza all’unificazione che vide Belgio, Portogallo e Spagna con le relative colonie passare al traffico a destra. In Italia un Regio Decreto del 1901 diede a ogni provincia il diritto di redigere il proprio codice stradale e scegliere la direzione di marcia dei veicoli, cosa che creò grande confusione e diversità anche tra zone confinanti; fu solo negli anni Venti che la regola del tenere la destra fu imposta su tutto il territorio nazionale. Dopo la Prima guerra mondiale, anche le nazioni del dissolto impero austro-ungarico cominciarono a introdurre questo cambio, che avvenne definitivamente tra la fine degli anni Trenta e i Quaranta, quando furono invase dalla Germania di Adolf Hitler. Le ultime nazioni europee a cambiare lato furono la Svezia nel 1967 e l’Islanda l’anno successivo; lo fecero per ragioni di contiguità con paesi (Danimarca, Norvegia e Finlandia) dove già si guidava a destra e perché le auto in vendita – provenienti dall’Europa – erano quasi tutte con guida a sinistra.

Al di fuori dell’Europa, in America settentrionale l’iniziale abitudine inglese di tenere la sinistra fu progressivamente sostituita da quella opposta con l’indipendenza, passaggio cui contribuì anche l’influenza francese sul Canada e su alcune zone degli Stati Uniti. In Giappone, invece, l’abitudine di guidare a sinistra si era diffusa già in epoca antica per motivi simili a quelli europei, ma la sua codificazione definitiva si deve all’influenza del Regno Unito, il cui governo nel 1872 coordinò la costruzione della prima linea ferroviaria. Questa fu realizzata secondo gli standard inglesi, che furono poi imposti ufficialmente anche per il traffico automobilistico nel 1924.