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  • Martedì 3 maggio 2016

Oggi si vota per il sindaco di Londra

Il favorito a prendere il posto di Boris Johnson è il candidato laburista, e musulmano: ma il suo rivale è piuttosto agguerrito

Zac Goldsmith e Sadiq Khan 
(AP Photo/Frank Augstein)
Zac Goldsmith e Sadiq Khan (AP Photo/Frank Augstein)

Giovedì 5 maggio si vota per scegliere il nuovo sindaco di Londra, che prenderà il posto del conservatore Boris Johnson, in carica dal 2008. Johnson, che sta per terminare il suo secondo mandato, aveva detto l’anno scorso che non si sarebbe ricandidato; si è candidato però alle elezioni politiche del maggio 2015, ed è stato eletto alla Camera dei comuni. Il posto di Johnson sarà probabilmente preso dal laburista Sadiq Khan o dal conservatore Zac Goldsmith, eletti lo scorso autunno con le primarie di partito. Alle elezioni partecipano anche candidati indipendenti e dei partiti minori: Siân Berry dei Verdi, la liberaldemocratica Caroline Pidgeon e Peter Whittle dell’UKIP, il partito di destra ed euroscettico guidato da Nigel Farage.

La vera competizione è tra Khan e Goldsmith, con il primo dato nettamente favorito dai sondaggi delle ultime settimane: domenica primo maggio il Financial Times ha scritto che Khan è in vantaggio di 20 punti percentuali su tutti gli altri candidati. Un altro rilevamento, condotto dalla società di sondaggi YouGov  a due settimane dal voto, dava Khan in vantaggio su Goldsmith con il 48 per cento delle prime preferenze contro il 32. Il vantaggio salirebbe a 60 contro 40 nelle seconde preferenze: gli elettori, infatti, sulla scheda possono esprimere due preferenze, la prima per il loro candidato sindaco preferito, la seconda per un candidato “di riserva” qualora la loro prima scelta non risultasse nei primi due posti nel conteggio delle prime preferenze. In sostanza questo dato dice che Khan beneficerebbe maggiormente del voto dei sostenitori dei candidati minori.

Chi sono Khan e Goldsmith

Sadiq Khan ha 45 anni, viene da una famiglia di immigrati pakistani ed è un musulmano praticante. Suo padre faceva il conducente d’autobus e sua madre la sarta; è cresciuto in un appartamento in periferia e ha studiato nelle scuole locali; poi si è laureato in legge e ha fatto l’avvocato occupandosi di diritti umani. Nel 2005 è stato eletto in Parlamento e nel 2008 l’allora primo ministro Gordon Brown lo nominò ministro delle Comunità locali e nel 2009 ministro dei Trasporti: è diventato il secondo musulmano a far parte del governo britannico. Ha diretto la campagna elettorale di Ed Miliband per la guida del partito, e nel 2010 è diventato ministro ombra per la Giustizia e poi ministro ombra per la città di Londra. Alle elezioni parlamentari del maggio 2015 è stato eletto per un terzo mandato. Khan è sposato, ha due figlie ed è un tifoso del Liverpool.

Politicamente le sue posizioni sono lontane da quelle dell’epoca blairiana e centrista del partito laburista. Khan è più vicino alla sinistra tradizionale del partito, quella di Gordon Brown ed Ed Miliband, anche se meno radicale di quella dell’attuale leader del Labour Jeremy Corbyn. Nel Regno Unito Khan è conosciuto anche per aver rifiutato nel 2010 un aumento allo stipendio da parlamentare, per rispetto nei confronti delle persone colpite dalla crisi economica. Nel 2013, poi, ha ricevuto minacce di morte dopo aver votato a favore della legge sui matrimoni gay.

Durante la sua campagna Khan si è concentrato soprattutto sul problema del costo delle case e degli affitti, molto sentito da chi abita a Londra. Ha inoltre proposto misure per ridistribuire la ricchezza, la costruzione di nuove case popolari e un sistema di quote per garantire alle minoranze etniche posti nella polizia cittadina.

Zac Goldsmith ha 41 anni e proviene per parte di padre da una ricca famiglia di origine ebraico tedesca, mentre la madre discende da una famiglia aristocratica inglese. Suo padre era il finanziere miliardario sir James Goldsmith: secondo la stampa Goldsmith ha ereditato alla sua morte un patrimonio compreso tra i 200 e 300 milioni di sterline (tra i 270 milioni e i 400 milioni di euro). Ha studiato nel prestigioso college di Eton, da dove è stato espulso a 16 anni per possesso di marijuana. Ha lavorato in svariati centri studi e poi ha diretto dal 1998 al 2006 la rivista The Ecologist, dedicata a temi ambientalisti, che ha abbandonato per dedicarsi alla politica; nel 2010 è stato eletto in parlamento nel distretto di Richmond Park, uno dei più ricchi di Londra. Goldsmith è al suo secondo matrimonio – è sposato con Alice Miranda Rothschild – e ha quattro figli. È appassionato di backgammon, poker e cricket, ha una fattoria biologica nel Devon e, come suo padre, è un grande fumatore.

Politicamente Goldsmith è un liberale, sia dal punto di vista sociale che economico. È un convinto ambientalista, cosa che lo ha portato a cozzare a volte con il suo partito: secondo i giornali la sua elezione potrebbe essere un grosso grattacapo per il primo ministro britannico David Cameron, soprattutto per la questione dell’ampliamento dell’aeroporto di Heathrow. Dell’ampliamento si parla da molto tempo (il primo governo Cameron fece campagna elettorale contro l’ampliamento proposto dal precedente governo laburista) ed è stato fortemente suggerito da una commissione di nomina governativa, ma Goldsmith ha minacciato più volte di dimettersi se venisse realizzata. Goldsmith è favorevole a rafforzare i trasporti pubblici e costruire nuove case popolari. Per finire, è un tipo con un certo fascino: come lo descrive Decca Aitkenhead sul Guardian ha “zigomi scolpiti, labbra carnose, voce melliflua, è alto e attraente”.

Le differenze principali tra i programmi di Khan e Goldsmith riguardano soprattutto tre argomenti: le tariffe della metropolitana, le tasse comunali sugli immobili e l’edilizia popolare.

Khan propone di bloccare gli aumenti dei prezzi della metropolitana, che sono tra i più alti al mondo, mentre per Goldsmith così facendo si metterebbero in pericolo gli investimenti di cui il sistema avrà bisogno per far fronte a un’utenza in crescita. I conservatori, poi, dicono di non voler aumentare le tasse sugli immobili (council tax), provvedimento a cui sono favorevoli i laburisti. Infine, Khan vorrebbe obbligare i costruttori a edificare un maggior numero di case popolari: obbligo cui Goldsmith si dice contrario, in quanto a suo dire manderebbe in crisi l’intero settore.

La campagna aggressiva di Goldsmith

Per tentare di rimontare lo svantaggio da Khan, nelle ultime settimane Goldsmith ha progressivamente alzato i toni nei confronti del suo avversario e del partito laburista. Per l’intera campagna elettorale i conservatori, compreso il primo ministro David Cameron, hanno criticato la fede musulmana di Khan: lo hanno accusato di dare “ossigeno e copertura” alle tesi dei musulmani estremisti, e di aver preso parte a dibattiti pubblici con personaggi sospettati di avere avuto stretti rapporti con i terroristi che colpirono Londra nel luglio 2005.

Khan ha risposto dicendo di aver sempre combattuto l’estremismo e negando di aver mai parlato in pubblico assieme a persone che propugnano posizioni “aberranti”. Ha ricordato poi di avere ricevuto minacce da alcuni estremisti dopo aver votato a favore delle unioni gay. E ha accusato Goldsmith di usare una tattica “alla Donald Trump” per dividere i londinesi in base all’appartenenza religiosa, oltre che di essere membro di un’élite di ricchissimi intoccabili.

Goldsmith dal canto suo ha accusato Khan di avere posizioni troppo estremiste per guidare una città come Londra. In un articolo pubblicato il primo maggio dal Mail on Sunday, Goldsmith ha scritto che se il suo rivale laburista vincesse, Londra sarebbe governata «dal Labour più estremista, intollerante e anti-business» dagli anni Ottanta. «In quanto faro di libertà, prosperità e diversità nel corso degli anni, Londra sarà sempre nel mirino dei movimenti terroristici», ha scritto Goldsmith. «Il primo compito del sindaco di Londra è proteggere la città. Se vincesse il Labour daremmo il controllo del MET (la polizia metropolitana della città), e con essa il controllo della politica nazionale anti-terrorismo, a un partito il cui candidato e l’attuale leadership hanno ripetutamente legittimato gli estremisti, non importa se intenzionalmente o no». Goldsmith si riferiva in particolare alle cose dette in passato dal leader del partito laburista Jeremy Corbyn, che aveva definito «amici» i movimenti Hamas e Hezbollah.

Dopo il pezzo pubblicato sul Mail on Sunday – illustrato dalla fotografia di un autobus distrutto da un’esplosione durante gli attentati di Londra del luglio 2005 – Sayeeda Warsi, ex ministro degli Esteri del primo governo conservatore di David Cameron e prima donna musulmana a ricoprire la carica di ministro nel Regno Unito, ha criticato non tanto Goldsmith quanto la strategia del partito conservatore, chiedendosi in un tweet se i conservatori “lottino per distruggere Zac o per vincere le elezioni”.

Goldsmith sta anche cercando di ottenere i voti dei tanti londinesi di origine indiana: il suo comitato elettorale ha distribuito alcuni volantini ai membri della comunità con su scritto che una vittoria di Khan metterebbe a rischio i gioielli delle famiglie perché potrebbe aumentare le tasse sui patrimoni. Ha anche detto di essere un grande fan dei film di Bollywood, anche se durante un’intervista video non ne ha saputo nominare nemmeno uno.

Negli ultimi giorni la campagna di Khan ha risentito della polemica seguita ad alcune affermazioni di Ken Livingstone, laburista ed ex sindaco di Londra, giudicate antisemite e che hanno portato alla sua sospensione dal partito. Khan era stato uno dei primi a prendere le distanze dalle parole di Livingstone, ma sabato 30 aprile ha ammesso al quotidiano Observer che avrebbero potuto danneggiare anche la sua campagna elettorale: «capisco che le parole di Ken Livingstone abbiano reso più difficile per i londinesi di fede ebraica percepire il partito laburista come un posto per loro, quindi continuerò a fare quello che ho sempre fatto, ovvero parlare a nome di tutti». Khan ha anche rimproverato Corbyn e il direttivo del partito per la lentezza con cui si sono mossi contro Livingstone.
La polemica ha offerto a Goldsmith lo spunto per attaccare nuovamente il rivale: il primo maggio ha detto in un’intervista radiofonica di non aver motivo di pensare che Khan sia antisemita, ma che lui e Livingstone «fanno certamente parte della stessa corrente all’interno del Labour», e in passato hanno preso le difese l’uno dell’altro.