È quest’uomo l’inventore dei Bitcoin?

L'imprenditore australiano Craig Wright, in passato già indicato come l'inventore della valuta virtuale, si è fatto avanti con prove consistenti: poi ha cambiato idea

Craigh Wright in una foto pubblicata sul suo sito
Craigh Wright in una foto pubblicata sul suo sito

Aggiornamento di venerdì 6 maggio: Craig Wright, l’imprenditore australiano che qualche giorno fa ha detto di essere il vero inventore della valuta virtuale Bitcoin, ha detto che non fornirà più le prove delle sue affermazioni. In un post pubblicato sul suo blog, Wright ha detto di non essere «forte a sufficienza» per contrastare le critiche e lo scetticismo nei suoi confronti, e si è scusato con due importanti dirigenti della Bitcoin Foundation che lo hanno sostenuto per averli “delusi”.

***

L’imprenditore australiano Craig Wright ha confermato di essere l’inventore dei Bitcoin, la più nota e utilizzata valuta virtuale coniata e scambiata online (qui abbiamo spiegato come funziona, qui invece a che cosa serve). Wright ha detto di essere la persona dietro Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo con cui si firmò quando ideò il sistema, e ha confermato la notizia offrendo ulteriori dettagli alle testate GQ, Economist e BBC. Diverse persone che lavorano allo sviluppo e alla gestione di Bitcoin hanno confermato le dichiarazioni di Wright, che potrebbero quindi portare alla fine di anni di supposizioni e inchieste giornalistiche per risalire al creatore della valuta digitale.

Durante un incontro con i giornalisti di BBC, Wright ha utilizzato alcune chiavi di un algoritmo crittografico usato nei primi tempi di esistenza del sistema e riconducibili unicamente ai Bitcoin coniati da Satoshi Nakamoto. Wright ha inoltre diffuso altri file e dati per confermare le sue affermazioni. Gavin Andresen, responsabile scientifico della Bitcoin Foundation, ha scritto in un post di essere “convinto che Craig Steven Wright sia la persona che ha inventato i Bitcoin”.

Da anni giornalisti e appassionati cercavano di capire chi avesse inventato il sistema: nel 2014 la rivista Newsweek scrisse di avere identificato il vero Sakamoto, ma la persona interessata negò qualsiasi coinvolgimento. Nel dicembre 2015 Wired e Gizmodo ipotizzarono che dietro lo pseudonimo non ci fosse un giapponese, ma l’imprenditore australiano Wright, esperto di sicurezza delle informazioni. Dissero di avere ottenuto email e altri documenti che dimostravano un suoi coinvolgimento a partire dal 2008. Tra le altre cose, c’erano riferimenti al cosiddetto “Tulip Trust”, un discusso fondo che Nakamoto aveva messo insieme agli inizi della valuta per conservare circa un milione di Bitcoin. Se quel denaro fosse convertito oggi, frutterebbe circa 450 milioni di dollari. Wright aveva anche scritto alcuni post su un blog – tra il 2008 e il 2009 – in cui faceva riferimento alla creazione della valuta e ad alcuni dettagli tecnici per la sua gestione.

Per molto tempo Wright ha comunque cercato di nascondere il suo coinvolgimento, cancellando le sue attività online e vari indizi che avrebbero potuto portare a lui. In seguito alle inchieste di Wired e Gizmodo, sempre nel dicembre dell’anno scorso la polizia australiana condusse una perquisizione nella casa di Wright, cercando documenti di vario tipo. In seguito la polizia diede però una versione diversa, dicendo di essere intervenuta per una presunta evasione fiscale e senza dare molti altri dettagli.

Ora Wright ha detto di essersi fatto avanti per mettere fine alle ipotesi di ogni tipo, giornalistiche e non, circolate in questi anni circa la vera identità dell’inventore dei Bitcoin:

Ci sono un sacco di storie in circolazione e non mi va che coinvolgano persone a cui voglio bene. Non voglio che nessuna di loro sia toccata da questa vicenda. Non ho rivelato chi sono perché volevo farlo. Non è dipeso da una mia scelta. Non voglio davvero essere il volto pubblico di qualcosa. Avrei preferito non averlo dovuto fare. Voglio lavorare, voglio continuare a fare ciò che voglio. Non voglio denaro. Non voglio fama. Non voglio essere venerato. Voglio solo essere lasciato in pace.

I Bitcoin hanno ottenuto molte attenzioni dei media negli ultimi anni sia per i successi ottenuti dalla valuta, sia per la storia misteriosa intorno alla loro ideazione e creazione. Oggi molti siti li accettano come valuta per fare acquisti online e si stima che ce ne siano circa 15,5 milioni in circolazione. Al cambio attuale ogni Bitcoin vale circa 449 dollari, ma le quotazioni cambiano di continuo in base alla loro produzione e al numero di scambi che vengono effettuati online.