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  • Domenica 1 maggio 2016

Le migliori battute di Obama alla cena dei corrispondenti

Compreso il "mic drop" finale, nell'evento annuale in cui il presidente in carica prende in giro se stesso e gli altri politici

(AP Photo/Susan Walsh)
(AP Photo/Susan Walsh)

La sera del 30 aprile si è tenuta a Washington la consueta cena dei corrispondenti alla Casa Bianca, una specie di evento mondano in cui il presidente degli Stati Uniti incontra i giornalisti e diversi altri ospiti importanti. L’evento principale della serata – che si tiene sin dal 1920 – è il discorso del presidente in carica, che si esibisce in un monologo pieno di battute nel quale prende in giro se stesso e altri politici americani: cosa che a Obama riesce spesso piuttosto bene (e anche quest’anno è stato molto ispirato). Quella che si è tenuta ieri sera è stata l’ultima cena dei corrispondenti per Obama, che terminerà il suo mandato tra qualche mese. Nel suo monologo, durato circa mezz’ora, Obama ha preso di mira gli attuali candidati presidenti fra cui soprattutto Hillary Clinton e Bernie Sanders, oltre che l’immancabile Donald Trump. Le battute buone sono state molte: ne abbiamo scelte dieci, e due bonus (anche se la cosa migliore da fare resta vedere il video integrale del monologo).

1. «Abbiamo deciso di rimanere per un altro po’ a Washington: così mia figlia minore può finire il liceo e Michelle può stare vicina alle sue carote»
(In questi anni Michelle Obama è stata spesso presa in giro per la cura che ha dedicato all’orto della Casa Bianca, legata alle sue frequenti campagne per un’alimentazione più sana)

2. «Quest’anno, il mio tasso di approvazione continua a salire. L’ultima volta che mi sono trovato così “in alto”, stavo cercando di decidere in cosa laurearmi»
(È un gioco di parole sul doppio significato di high: in inglese significa sia “alto” sia “fatto di droga”. È un riferimento al fatto che nei suoi primi anni da studente universitario, Obama fumava marijuana, cosa per cui venne molto attaccato durante la prima campagna elettorale del 2008)

3. «Anche i leader stranieri stanno già pensando a chi sarà il prossimo presidente. La scorsa settimana il principe George si è presentato al nostro incontro in accappatoio. È stata una provocazione, una violazione del protocollo»
(La scorsa settimana Obama ha fatto visita alla famiglia reale del Regno Unito: nella foto dell’incontro più circolata in assoluto, Obama ha stretto la mano al principe George, il figlio del principe William e Kate Middleton, che in quel momento indossava un buffo accappatoio bianco)

Principe GeorgeIl principe George stringe la mano al presidente degli Stati Uniti Barack Obama davanti al padre, il principe William d’Inghilterra, a Kensington Palace, Londra, 22 aprile 2016 (Pete Souza/The White House via Getty Images)

4. «Ogni anno a questa cena qualcuno fa una battuta su BuzzFeed e su come sta cambiando il giornalismo. Ogni anno che passa, il Washington Post ne ride sempre di meno»
(BuzzFeed è uno dei siti di news più popolari degli ultimi anni: mischia liste piene di animali carini a notizie più serie. Il Washington Post è uno dei quotidiani più rispettati degli Stati Uniti, e viene da anni di grossa crisi)

5. «Come sapete, Il caso Spotlight è un film che parla di un gruppo di giornalisti investigativi che hanno le risorse e l’indipendenza necessarie per scoprire la verità e chiedere spiegazioni ai potenti: il miglior film di fantascienza dopo Star Wars».
(È un riferimento al presunto declino del giornalismo investigativo, di cui negli Stati Uniti si parla da anni)

6. «Michelle non è invecchiata di un giorno. L’unico modo in cui si può capire in che anno è stata scattata una certa foto, è guardare me».

7. [rivolgendosi al candidato democratico alla presidenza Bernie Sanders] «Mi dispiace che tu stia prendendo le distanze da me. Non ci si comporta così fra compagni»
(Sanders si proclama da anni “socialista”, e negli anni Obama è stato ripetutamente accusato di esserlo, perlopiù dai Repubblicani)

8. «Se questo discorso funziona, lo userò l’anno prossimo da Goldman Sachs. Mi farà guadagnare dei bei Tubman».
(Nel 2013 Hillary Clinton tenne tre discorsi per la banca di investimento Goldman Sachs, ricevendo un compenso totale di 675mila dollari. In questa campagna elettorale Clinton si è rifiutata di diffondere le trascrizioni di quei discorsi, ricevendo molte critiche e alimentando l’idea che sia molto vicina a Wall Street. Harriet Tubman fu una delle più importanti leader americane anti-schiavitù dell’Ottocento, e sarà la prima donna a essere raffigurata sulla banconota da 20 dollari)

9. «Mike Bloomberg: un controverso e agguerrito miliardario di New York sta dominando le primarie repubblicane, e non sei tu. Deve far male, almeno un po’»
(Michael Bloomberg è un ricco imprenditore di New York, di cui è stato sindaco fino al 2013, e per lungo tempo ha minacciato di candidarsi alle elezioni presidenziali, prima coi Repubblicani e poi come indipendente. Un po’ come Trump, che però poi lo ha fatto davvero)

10. [dopo aver nominato alcuni senatori Repubblicani presenti in sala] «Sicurezza, bloccate le porte. Giudice Garland, venga fuori. La risolveremo qui, adesso. Sarà come nelle Nozze Rosse».
(Democratici e Repubblicani litigano da mesi per nominare il nuovo giudice della Corte Suprema, dopo la morte di Antonin Scalia. Obama vorrebbe nominare il giudice Merrick Garland, ma i Repubblicani dicono che un presidente nell’ultimo anno di mandato non ha la legittimità politica per fare una scelta del genere. Le Nozze Rosse sono un importantissimo snodo della trama della serie tv Game of Thrones, una specie di resa dei conti fra due famiglie rivali con vari omicidi e sbudellamenti)

Bonus #1: A un certo punto del discorso Obama ha mostrato un video comico che immagina come saranno i suoi primi due anni dopo la presidenza. Fa molto ridere, ci sono dentro anche Joe Biden, Michelle Obama e l’ex speaker Repubblicano alla Camera John Boehner (che piange guardando “Toy Story”).

Bonus #2: Obama ha chiuso il suo discorso dicendo “Obama out” e lasciando cadere il microfono: un riferimento sia al mondo dell’hip hop, le cui esibizioni di freestyle si concludono spesso in questo modo, sia al discorso tenuto dal celebre giocatore di basket NBA Kobe Bryant alla fine della sua ultima partita da professionista coi Lakers.