Cosa ha deciso il governo sui “truffati” delle banche popolari

Verranno rimborsati, ha detto Matteo Renzi, che ha anche annunciato le nuove nomine dei capi della sicurezza italiana

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi del 29 aprile 2016
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi del 29 aprile 2016 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Gli obbligazionisti subordinati che hanno perso i loro soldi investendo nelle quattro banche popolari italiane “risolte” lo scorso novembre saranno rimborsati quasi completamente. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il cosiddetto “decreto banche“, che tra le altre cose contiene una norma dedicata proprio agli obbligazionisti di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Il salvataggio delle quattro banche ha suscitato molte polemiche perché per la prima volta in Italia è avvenuto seguendo gran parte delle nuove regole europee sul cosiddetto “bail in”.

Secondo questi nuovi regolamenti, gli azionisti – cioè i proprietari – e gli investitori – coloro che ad esempio hanno acquistato obbligazioni della banca – devono contribuire al salvataggio degli istituti perdendo i loro investimenti nella banca. I primi a pagare devono essere gli azionisti, seguiti da coloro che hanno acquistato obbligazioni cosiddette “subordinate” e infine da quelli che hanno acquistato le obbligazioni “senior”. Gli obbligazionisti hanno protestato duramente, accusando le banche di averli truffati, vendendogli prodotti finanziari del cui rischio non erano stati informati a sufficienza.

Il decreto stabilisce che tutti coloro che hanno acquistato obbligazioni prima del 12 giugno 2014 – la data in cui venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento europeo che stabiliva perdite per gli obbligazionisti in caso di dissesto della banca – riceveranno un rimborso fino all’80 per cento del denaro perduto, a patto che abbiano un reddito annuo inferiore ai 35 mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100 mila. Il rimborso sarà automatico, senza bisogno di arbitrato per stabilire se il cliente aveva acquistato le obbligazioni in maniera consapevole oppure in seguito a una truffa.

Il rimborso potrebbe essere inferiore per coloro che sono in parte riusciti a guadagnare grazie alle cedole delle obbligazioni. Nella conferenza stampa tenuta ieri, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che da questo meccanismo restano escluse soltanto 158 persone sui 10.599 sottoscrittori di obbligazioni subordinate. Chi resta fuori potrà comunque ricorrere all’arbitrato per dimostrare di essere stato truffato e ottenere così un rimborso.

Renzi ha anche annunciato le nuove nomine dei capi della sicurezza italiana. Il prefetto di Roma Franco Gabrielli è stato nominato direttore generale della pubblica sicurezza, cioè capo della Polizia di stato e di tutte le altre forze di polizia. Gabrielli ha sostituito Alessandro Pansa che era stato nominato nel 2013 in seguito alla morte del precedente direttore generale, Antonio Manganelli. Pansa è stato a sua volta nominato capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organo che coordina il lavoro dei due principali servizi di intelligence, l’AISI, interno, e l’AISE, che si occupa dell’estero. A capo dell’AISI è stato nominato l’attuale vicedirettore, il generale dei carabinieri Mario Parente. Alla Guardia di Finanza, l’attuale comandante sarà sostituito dal suo vice, il generale Giorgio Toschi. Alla Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi (indagato dalla procura di Potenza) sarà sostituito dall’ammiraglio Valter Girardelli, che attualmente svolge il ruolo di capo di gabinetto del ministero della Difesa.

Renzi ha anche nominato il generale Carmine Masiello a consigliere militare della presidenza del Consiglio e ha detto che in futuro nominerà Marco Carrai, suo storico amico e collaboratore, a un ruolo relativo alla gestione dei “big data” (cioè l’analisi di una grandissima quantità di dati). Nei mesi precedenti si era parlato di una possibile nomina di Carrai in una posizione che gli avrebbe dato responsabilità sulla sicurezza informatica: la nomina comunque era stata bloccata in seguito a molte polemiche sulle effettive competenze di Carrai.

Diversi commentatori e lo stesso presidente del Consiglio hanno sottolineato come le nomine di ieri siano in gran parte “istituzionali”, cioè abbiano favorito la promozione di figure interne alle varie istituzioni, spesso gli stessi vice di chi deteneva le cariche in precedenza. Sono singolari perché il presidente del Consiglio ha limitato la loro durata a due anni – solo per alcune di queste cariche, come quella di comandante della Guardia di Finanza, la legge prevede una durata esplicita. Renzi ha spiegato questa decisione con il fatto che nel 2018, in seguito alle elezioni, ci sarà un nuovo governo che avrà la possibilità di effettuare nuove nomine.