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  • Venerdì 29 aprile 2016

Le innovative librerie di Buenos Aires

Alcuni librai le hanno allestite dentro casa, altre esistono solo sui social network

di Ludovica Lugli – @Ludviclug

La libreria casalinga Mi Casa di Buenos Aires, nel quartiere di Villa Crespi (Facebook)
La libreria casalinga Mi Casa di Buenos Aires, nel quartiere di Villa Crespi (Facebook)

Secondo una ricerca del World Cities Culture Forum, un’organizzazione di patrocinio culturale che unisce numerose grandi città del mondo, Buenos Aires è la città con più librerie per abitante al mondo. Stando all’ultimo sondaggio (realizzato nel 2013) sono in totale 734, e quindi circa 25 ogni 100mila abitanti; seconda nella classifica è Hong Kong, che nel 2014 contava 1.540 librerie, circa 22 ogni 100mila abitanti. Le librerie di Buenos Aires non sono interessanti solo per il loro numero, ma anche per una singolare tipologia, come racconta la rivista Literary Hub: le cosiddette “librerías a puertas cerradas“, cioè “librerie a porte chiuse”.

Sono librerie molto piccole che si trovano spesso all’interno delle case dei gestori; non sono nate in seguito al successo di startup della cosiddetta sharing economy, ma a causa della crisi economica che colpì l’Argentina nel 2001, e che portò anche all’apertura di micro-ristoranti in casa fondati da chi non si poteva permettere l’affitto di un locale.

Le librerie in casa

Ogni librería a puertas cerradas si rivolge solitamente a una particolare nicchia di lettori. La prima è stata Mi Casa, fondata dalla poetessa Nurit Kasztelan nel 2010. Kasztelan ha lasciato il suo lavoro nella pubblica amministrazione e ha aperto una libreria dopo aver letto La passione secondo G. H. della scrittrice brasiliana Clarice Lispector. All’inizio, nel 2009, vendeva libri a  persone conosciute a un circolo di lettura che aveva messo in piedi nel tempo libero, e così ha costruito una base di clienti affezionati. Poi si è trasferita in un appartamento di Villa Crespo, un quartiere nel centro di Buenos Aires, e nel mezzanino della casa ha creato la sede di Mi Casa. Per i suoi libri personali Kasztelan tiene uno scaffale a parte. Per ora Mi Casa non è la sua unica fonte di guadagno, ma l’attività è in crescita.

Per rifornirsi di volumi Kasztelan ha creato un rapporto di fiducia con alcuni piccoli editori e per questo nel suo catalogo ci sono anche libri che non si trovano nelle altre librerie di Buenos Aires. A volte Kasztelan fa viaggi da cui ritorna con una valigia piena di libri scoperti all’estero. Non si tratta di un gesto da poco: la circolazione dei libri in America Latina è piuttosto complicata e fino al 6 gennaio scorso in Argentina c’erano limitazioni notevoli sulle importazioni, introdotte nel 2010 dalla presidentessa Cristina Fernández de Kirchner nell’ambito di una serie di politiche protezioniste.

Altre librerías a puertas cerradas sono Los Libros del Vendaval, nel quartiere Colegiales, e A Cien Metros de la Orilla, nel quartiere di San Telmo. Los Libros del Vendaval è specializzata in libri illustrati per bambini: appartiene alla bibliotecaria Silvia Aristimuño che la apre tre pomeriggi a settimana oppure su appuntamento. Grazie ai social network e al passaparola, Aristimuño fa conoscere le sue attività, tra cui i reading; spiega che non avere una vetrina sulla strada come un normale negozio è un’attrattiva in più per i clienti. A Cien Metros de la Orilla è gestita da Natalia Romero: prima di aprirla lavorava come grafica, ma nel tempo libero leggeva e scriveva molto. Ha iniziato con una sorta di sito on demand in cui chiedeva alle persone che libri volevano comprare, poi andava a comprarli dagli editori e li consegnava in bicicletta ai clienti. Alla fine è riuscita ad aprire una libreria nel suo appartamento, in cui tiene anche corsi di scrittura.

Nel quartiere Palermo si trova La Vaca Mariposa, aperta nel 2014 dalla giornalista venezuelana Adriana Morán Sarmiento nel salotto del suo appartamento. Anche lei ha iniziato con un sito, pubblicando a sua volta dei libri. Morán Sarmiento ha spiegato al quotidiano La Nacion che tutte le librerías a puertas cerradas attraggono clienti per le stesse ragioni: vendono libri di case editrici indipendenti, volumi rari, usati e no, edizioni artigianali e altri prodotti difficili da trovare in giro, come le opere di autori poco conosciuti o testi pubblicati da case editrici straniere.

Le librerie virtuali

Negli ultimi tempi sono nate librerie ancora più piccole delle librerías a puertas cerradas: piccolissimi negozi virtuali che mantengono un contatto con i clienti solo attraverso un sito o i social network. Forse anche queste nel tempo si trasformeranno in librerie casalinghe, come è successo per A Cien Metros de la Orilla, ma per ora sono solo online, tra cui una solo su Instagram. Il giornale argentino La Nación racconta che queste nuove librerie si sono sviluppate a partire da librerie fisiche tradizionali o per iniziativa di singoli. È nel rapporto particolare tra lettore e libraio che si crea attraverso i social network che sta l’attrattiva di queste micro-librerie, che permettono di fare acquisti in modo molto personalizzato. La comunicazione via email ad esempio permette ai librai di conoscere i gusti dei loro clienti: più che di librerie si tratta di un servizio da “personal shopper” legato ai libri.

La più recente è La Vecina Libros, nata a gennaio dall’iniziativa di Natalia Rozenblum, che ha comprato un piccolo stock di volumi e ha aperto un profilo Instagram (ora ha poco più di 1.300 seguaci) in cui propone libri che le sono piaciuti. La Vecina Libros è più che altro un hobby per Rozenblum: per potersi mantenere dovrebbe vendere molti più libri e avere una vera e propria piattaforma di e-commerce, ma per adesso si diverte a sperimentare.

Los libros por leer o releer. Este es el estado de la mesa de luz de La vecina. #instabooks #bookstagram #luismey

Una foto pubblicata da @lavecinalibros in data:

Lo stesso vale per El Divague Libros di María Betania Supertino e Leonardo Miraglia che per raggiungere i clienti usano Facebook; anche loro si mantengono con un altro lavoro. Un esempio diverso è quello di Cecilia Di Gioia: fino a poco tempo fa la sua libreria Otra Lluvia era uno spazio fisico, ma gli alti costi d’affitto dei locali insieme all’incoraggiamento di amici e clienti l’hanno convinta a spostare l’attività esclusivamente online.

Un’iniziativa che si distingue un po’ dalle altre è quella di Escape a Plutón che si presenta come un club del libro: chi si iscrive paga per un abbonamento che prevede l’invio di un libro al mese insieme ad altri suggerimenti di lettura. L’abbonamento costa circa 15 euro al mese, a cui va sommato il prezzo del volume inviato (solitamente edito da una piccola casa editrice), mentre i costi di spedizione sono inclusi per tutta l’Argentina.

Alcune delle 734 librerie di Buenos Aires, tradizionali e no