Prince chiese il permesso di fare Purple Rain ai Journey

La sua canzone più amata di tutte somigliava a un'altra, e lui fu il primo a capirlo e a comportarsi elegantemente

Prince a Inglewood, in California, nel 1985 (AP Photo/Liu Heung Shing)
Prince a Inglewood, in California, nel 1985 (AP Photo/Liu Heung Shing)

Prince, una delle rockstar più popolari degli ultimi decenni, è morto la mattina di giovedì 21 aprile nella sua casa-studio in Minnesota, vicino a Minneapolis, dove stava registrando delle nuove canzoni, a 57 anni. La sua morte ha fatto parlare nuovamente della sua vita, della sua musica – tantissima, peraltro: 40 dischi in 40 anni di carriera – e del suo straordinario personaggio pubblico, ma anche delle cose più rare su quello privato. Jonathan Cain e Neal Schon, tastierista e chitarrista della band dei Journey – molto popolare negli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta – sono stati intervistati dalla rivista di musica Billboard e hanno raccontato un aneddoto su una telefonata che ricevettero nel 1984 da Prince: chiese loro il permesso di pubblicare la canzone Purple rain, che sarebbe diventata una delle sue più amate e famose.

Cain e Schon hanno raccontato che nel 1984, quando i Journey erano nel momento di loro maggior successo, furono avvisati dal loro agente che Prince voleva parlare con loro. Cain parlò con Prince dagli uffici dell’etichetta discografica Columbia, e Prince gli disse: «Voglio farti sentire una cosa e voglio che tu ascolti bene. I passaggi di accordi sono simili a quelli di Faithfully (una famosa canzone dei Journey del 1983) e non voglio che mi facciate causa». Cain gli rispose «Senti, sono soltanto superlunsingato che tu mi abbia chiamato. Dimostri di essere un vero signore. Buona fortuna con la canzone, sono sicuro che sarà un successo». La canzone era Purple Rain.

Le due canzoni, spiega Billboard, non si somigliano solo per qualche accordo simile ma anche per il coro e l’assolo di chitarra.

«Immagino che Prince abbia pensato che fosse abbastanza ovvia la somiglianza ed era preoccupato che gli avremmo fatto causa», racconta il chitarrista Neal Schon. «Chiamò il nostro ufficio e ne parlammo e tutti dissero “Nah, è praticamente un onore, lasciamo che faccia”». E Cain non ebbe mai dei ripensamenti al riguardo, anche solo per non aver chiesto di essere riconosciuto come co-autore della canzone, ha raccontato Schon: «Ho solo pensato che [la telefonata] mostrasse quanto Prince fosse una persona attenta e corretta. Voleva parlarne con Cain ed essere sicuro che non si trovasse nella posizione di dire “Quella canzone sembra Faithfully“. È capitato altre volte che delle canzoni altrui traessero ben più che un’ispirazione da quelle dei Journey. Una degli One Direction mi irritò ma lasciai perdere. Ma quella telefonata di Prince fu straordinaria».

I Journey scoprirono poi che la somiglianza tra gli assoli di Faithfully e Purple Rain non era nemmeno del tutto casuale: un ragazzo di Minneapolis che aveva lavorato per alcuni anni con Prince spiegò loro di come Prince parlasse spesso dello stile di Neal Schon e di quanto lo apprezzasse.