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  • Mercoledì 27 aprile 2016

Il 99 per cento per Teodoro Obiang, di nuovo

In Guinea Equatoriale il presidente al potere da 36 anni ha stravinto anche le ultime elezioni: è un personaggio molto controverso

di Max Bearak − The Washington Post

Il presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema durante un forum a Cape Town in Sud Africa, nel 2010 (Michelly Rall/Getty Images for TIME/FORTUNE/CNN)
Il presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema durante un forum a Cape Town in Sud Africa, nel 2010 (Michelly Rall/Getty Images for TIME/FORTUNE/CNN)

Teodoro Obiang Nguema non ha mai ottenuto meno del 97 per cento dei voti in un’elezione. Lunedì 25 aprile lo spoglio parziale assegnava al presidente della Guinea Equatoriale il 99,2 per cento dei voti, anticipandogli altri sette anni al potere in un ruolo che ha preso sempre più forma attorno alla sua figura. Un sesto dei paesi africani (9 su 54) sono governati da persone al potere da oltre vent’anni. A fare compagnia a Obiang, salito al potere quasi 37 anni fa con un sanguinoso colpo di stato, ci sono Robert Mugabe in Zimbabwe, Isaias Afwerki in Eritrea e re Mswati III nello Swaziland. Il leader africano a cui Obiang assomiglia di più, anche in termini di anni in carica, è però l’angolano José Eduardo dos Santos. Dos Santos e Obiang sono a capo di paesi produttori di petrolio e sono accusati di essersi appropriati indebitamente di gran parte dei guadagni ottenuti dal settore petrolifero nazionale. La Guinea Equatoriale, che in passato fu una colonia spagnola, ha il più grande divario al mondo tra ricchezza pro capite e indice di sviluppo umano, un indice che viene usato dall’ONU per valutare la qualità della vita in un paese.

Obiang ha battuto altri sei candidati che si erano presentati alle elezioni. Secondo un sito controllato dal governo, solo 326 dei 40.926 voti scrutinati non erano a suo favore. «Sono il candidato del popolo. Chiunque non voti per me rifiuta la pace e sceglie il disordine», ha detto Obiang durante un comizio nella capitale Malabo. «Molti dicono di essere stanchi di vedermi dopo 36 anni. È vero, ma ho dedicato la mia vita a questo paese». Obiang è accusato di aver dirottato denaro proveniente dalle tasse degli abitanti della Guinea Equatoriale sui suoi conti personali. Stando ad alcuni documenti interni del Dipartimento di Giustizia americano consultati dal New York Times, «gran parte se non tutto» il suo patrimonio sarebbe stato ottenuto grazie a tangenti legate alla gestione dei settori petrolifero e del gas del paese. Oggi i maggiori compratori di gas sono grandi società americane come ExxonMobil, Hess e Marathon, e Obiang viaggia regolarmente negli Stati Uniti senza problemi. Nel 2011 le autorità americane sono riuscite a sequestrare al figlio di Obiang − che è anche il vicepresidente della Guinea Equatoriale − una residenza da 30 milioni di dollari a Malibu, in California, un jet Gulfstream, e una decina di cimeli di Michael Jackson dal valore di oltre 2 milioni di dollari, tutti comprati con fondi provenienti da conti bancari offshore.

© 2016 − The Washington Post