• Mondo
  • Martedì 26 aprile 2016

La crisi di Malindi

La località del Kenya famosa per avere ospitato per anni turismi italiani un po' cafoni sta patendo le paure per il terrorismo, racconta Repubblica

Una spiaggia di Malindi. (foto: Simone D.
Una spiaggia di Malindi. (foto: Simone D.

Piero Del Re su Repubblica di oggi racconta di come la crisi economica e la paura del terrorismo abbiano messo in crisi il settore turistico a Malindi, città del Kenya sulla costa dell’Oceano Indiano, a circa 120 chilometri da Mombasa, diventata famosa in Italia come località turistica di personaggi più o meno ricchi e famosi (l’imprenditore Flavio Briatore per esempio possiede due locali a Malindi, entrambi in difficoltà, scrive Del Re).

Le esuberanti bouganville che debordano a cascata dalle ville di Casuarina road fanno parte con il profumo dei frangipani e le acque turchesi dell’oceano Indiano a un’immutata scenografia, quella di una fiaba tropicale. Eppure per le strade di Malindi gli italiani sono scomparsi.

Sono vuoti perfino il Billionaire e il Lion in the sun di Flavio Briatore, costruiti per una clientela meno esposta alle ristrettezze della crisi. È vero, qui l’alta stagione finisce assieme alle vacanze di Pasqua, ma non può bastare l’inizio di quella delle piogge a spiegare un tale deserto turistico.

Che cos’è che ha spopolato quest’oasi di pace e piaceri, diventata negli ultimi decenni il paradiso africano più o meno low-cost di molti italiani? «Malindi è defunta, e il colpo di grazia gliel’ha inferto l’attacco degli Al Shebaab all’Università di Garissa, quando a Pasqua 2015 furono massacrati 150 studenti», sostiene Roberto Macrì, arrivato qui nel 1978, dove è stato nostro console per più di vent’anni. «L’altro motivo del declino, considerando che in Kenya il costo della vita è molto aumentato, a cominciare dai voli aerei, è che la gente non ha più i soldi per offrirsi vacanze di lusso».

Le cifre che fornisce Macrì sono eloquenti: dei 35mila turisti italiani che soprattutto a Natale affollavano Malindi quest’anno ne sono visti, sì e no, 20mila. Quanto ai 3mila residenti o cosiddetti semi-residenti, ossia coloro che vengono qui solo per svernare, la paura degli islamisti ne ha recentemente allontanati la metà. Risultato: molti alberghi italiani sono rimasti chiusi, e altrettanti hanno fallito, anche se a Malindi sono sempre il lento ritmo delle maree a cadenzare la vita sulla spiaggia e gli spumosi cumulonembi che s’addensano all’orizzonte a creare cieli belli da dipingere.

(continua a leggere sul sito Grande Cocomero)