Perché sulle banconote degli euro non ci sono persone?

Per non scontentare nessuno e per evitare che anche la più piccola somiglianza con una persona reale creasse un caso politico

Mercoledì 20 aprile il governo americano ha annunciato che nel nuovo design della banconota da 20 dollari, una delle più utilizzate, sarà raffigurata per la prima volta una donna: Harriet Tubman, una delle più importanti leader anti schiavitù dell’Ottocento. L’edizione francese di Slate ne ha approfittato per tirare fuori una vecchia questione che riguarda le banconote degli euro: perché i disegni che ci sono sopra raffigurano oggetti inanimati – edifici immaginari – e non delle persone?

La risposta è contenuta in un documento del 2007 della Banca Centrale Europea (BCE) che ricostruisce la storia dell’euro. Di cosa raffigurare sulle banconote si occupò l’Istituto Monetario Europeo, un organo legato alla BCE e attivo dal 1994 al 1998 che supervisionò varie fasi dell’introduzione dell’euro. Nel 1995 l’Istituto formò un gruppo di lavoro per occuparsi della realizzazione di banconote, che a sua volta si consultò con un gruppo esterno «formato da esperti di arte, storia, psicologia, grafica e design di banconote». Furono discusse 18 “categorie” generali a cui avrebbero dovuto appartenere i disegni, ma la BCE notava che «molte di loro avevano una connotazione nazionale o sembravano promuovere gli interessi di alcuni paesi». Alla fine fu scelta la categoria “Storia e architettura europea” – che effettivamente è quella che compare ancora oggi sulle banconote – ma il processo si complicò ulteriormente. Racconta Slate:

[Il tema] doveva rappresentare da un lato i vari stili di architettura, e dall’altro «i ritratti degli uomini e delle donne comuni ricavati da opere di artisti europei di varie epoche», spiega ancora la BCE. Ma tutte le opere contenenti dei ritratti vennero eliminate nel processo di selezione perché «anche la più piccola somiglianza con una persona reale avrebbe potuto essere interpretata come l’espressione di una preferenza verso un certo paese». Aggiunge la BCE: «le banconote degli euro dovevano essere accettate all’unanimità dai paesi della zona-euro, e anche oltre. Dato che sarebbero circolati anche al di là dei confini europei, in spazi culturali molto diversi, fu necessario prevenire pregiudizi nazionali o di genere»

Ancora oggi sulle banconote degli euro sono raffigurati ponti, vetrate e templi generici e senza insegne particolari, per non rischiare di ricordare troppo un monumento specifico. Anni dopo, nel 2011, il giornalista del Financial Times Gideon Rachman criticò la scelta dell’Istituto Monetario Europeo spiegando che a suo parere «l’identità europea è troppo fragile [per mostrare persone e edifici reali sulle banconote]. Selezionare persone o luoghi legati a un solo paese sarebbe stato troppo controverso. E quindi le autorità europee hanno scelto immagini vaghe che rappresentano tutti e nessuno». In un articolo successivo, Rachman propose anche alcune figure storiche “europee” che lui avrebbe scelto da mettere sulle banconote: Carlo Magno, Pablo Picasso e Ludwig van Beethoven, fra gli altri.

In realtà da qualche anno è già presente sulle nuove banconote europee una figura antropomorfa: è Europa, una ninfa presente nella mitologia greca che dà il nome al continente. La sua figura è presente sin dal 2013 nelle nuove banconote da 5 euro, sia nella banda laterale argentata sia in filigrana (e successivamente è stata riproposta anche sulle nuove banconote da 10 e da 20 euro).

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