Tesla sta offrendo il suo Autopilot in prova gratuita

Ricorda i "free trial" dei software, ed è la prima volta che un costruttore di auto fa una cosa del genere

(Sven Hoppe/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Sven Hoppe/picture-alliance/dpa/AP Images)

Il costruttore di automobili elettriche statunitense Tesla Motors ha scelto un modo molto insolito – è la prima volta che avviene, nell’industria dell’auto – per far provare il suo sistema di guida semiautonoma Autopilot ai proprietari dei suoi modelli che non ne sono dotati: offrirlo gratis per un periodo limitato di tempo.

Sul grande schermo al centro della plancia delle berline Tesla Model S e crossover Model X che non ne sono dotate, da qualche giorno ha cominciato ad apparire un avviso che invita a provare il sistema Autopilot gratis per un mese: la finestra permette di scegliere tra “Skip” (salta) o “Start Trial” (comincia la prova) e spiega che, una volta cominciato il periodo di prova, Tesla invierà una email al cliente con le istruzioni per ottenere l’upgrade permanente. L’Autopilot è un optional a pagamento che in Italia è disponibile sulla Model S – a oggi unico modello in vendita da noi, presto arriverà anche la Model X che Tesla ha cominciato a produrre da fine 2015 – e costa 2.800 euro al momento dell’acquisto dell’auto o 3.400 euro se si sceglie di attivarlo in un momento successivo.

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foto: The Verge

Il procedimento di “free trial” dell’Autopilot ricorda quello delle app premium per smartphone o dei programmi per computer ed è possibile perché le automobili Tesla sono dotate di connessione wireless e hanno le funzioni dell’Autopilot già installate al loro interno. L’hardware necessario a far funzionare questa specie di pilota automatico – sensori, centraline, eccetera – è presente su tutti gli esemplari Tesla prodotti da settembre 2014: lo sviluppo del software, invece, ha richiesto circa un anno in più e ha cominciato a essere distribuito in aggiornamento OTA (over-the-air) da ottobre 2015 con la versione 7.0 del sistema di bordo della Model S. Alla conferenza di lancio del 31 marzo, il CEO e co-fondatore di Tesla Elon Musk ha detto che l’Autopilot sarà invece di serie sulla futura Model 3, la berlina elettrica Tesla da 35mila dollari che dovrebbe arrivare alla fine del 2017 ed è già stata ordinata “a scatola chiusa” da quasi 400mila clienti.

Tramite sensori dedicati e il controllo di acceleratore, freni e sterzo, l’Autopilot è in grado di far mantenere o cambiare corsia all’auto in autonomia, di farle variare la velocità e di farla entrare e uscire da un parcheggio: una funzione, quest’ultima, che in Tesla chiamano “Summon” (in inglese convocazione, chiamata) e che è disponibile da inizio 2016 con l’aggiornamento alla versione 7.1 del sistema operativo. Anche altri costruttori automobilistici offrono sistemi di guida semiautonoma molto avanzati, ma per ora l’unico modello concorrente che ha tutte le funzioni dell’Autopilot di Tesla è la nuova berlina Mercedes-Benz Classe E.

L’11 aprile Musk su Twitter ha svelato un “Easter egg” contenuto nell’Autopilot: gli Easter egg (letteralmente uovo di Pasqua) sono funzioni nascoste, di solito strane e divertenti, che i progettisti inseriscono nei software e che possono essere attivate tramite una specifica procedura.

Nel suo tweet, Musk invitava i proprietari di Tesla dotate di Autopilot ad attivarlo per quattro volte di seguito: fatto questo, la grafica del quadro strumenti davanti al guidatore si trasforma nella Rainbow Road del videogioco Mario Kart e l’auto riproduce una canzone che viene dallo sketch “More cowbell” del programma televisivo Saturday Night Live, un pezzo comico del 2000 diventato così famoso negli Stati Uniti, da essere entrato nel gergo comune (qui trovate la voce di Wikipedia e qui il video dello sketch).

L’Easter Egg dell’Autopilot ha però sollevato qualche polemica, perché è sembrato che Tesla volesse distogliere l’attenzione da un’altra notizia importante che la riguardava: l’11 aprile, infatti, è stato anche il giorno in cui Tesla ha dovuto rendere pubblico un richiamo di sicurezza che riguarda i sedili della terza fila di 2.700 Model X, che rischiano di staccarsi e ribaltarsi in avanti in caso d’incidente. Questo difetto è stato scoperto durante alcuni test effettuati per omologare il modello nell’Unione Europea, dove le regole tecniche sono più stringenti che negli Stati Uniti. Per ora le consegne di Model X in Europa non sono ancora cominciate ma Tesla ha detto che correggerà il difetto e, anche se non è obbligata, richiamerà tutti i modelli già consegnati negli USA.

Quello di Mario Kart, comunque, non è il primo Easter Egg che Tesla inserisce tra le maglie dei software delle sue auto: da febbraio 2015, se si tiene schiacciata la T del marchio Tesla sullo schermo centrale e s’inserisce il codice “007” sulla finestra successiva, è possibile visualizzare sulla schermata di regolazione delle sospensioni la Lotus Esprit S1 sommergibile che l’agente segreto James Bond – 007, appunto – guida nel film La spia che mi amava del 1977.