Saviano parla dell’intervista a Salvo Riina

Se un mafioso va in tv non è per dare una banale intervista, ha detto, ma per mandare un messaggio preciso

Roberto Saviano ospite a "Che tempo che fa", 10 aprile 2016 (Gian Mattia D'Alberto - LaPresse)
Roberto Saviano ospite a "Che tempo che fa", 10 aprile 2016 (Gian Mattia D'Alberto - LaPresse)

Roberto Saviano, domenica 10 aprile a Che tempo che fa, su Rai 3, ha parlato dell’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio del boss mafioso Totò Riina. L’intervista è stata molto criticata, anche da Saviano che l’ha definita «indegna». Saviano ha detto che quando un mafioso va in tv si espone sempre a un rischio, e quindi se lo fa è per dare un messaggio preciso; e ha aggiunto che se non conosci alcuni codici quella di Riina può sembrare una banale intervista, ma non lo era.

Uno dei messaggi di Salvo Riina, ha spiegato Saviano, era per esempio che non stava parlando da capofamiglia e che quindi non si stava sostituendo al padre. Durante il suo intervento Saviano ha mostrato spezzoni dell’intervista di Vespa e un’altra realizzata da Servizio Pubblico al figlio di Provenzano.

Saviano ha detto che Riina voleva mandare due messaggi: uno alla magistratura e uno a Cosa Nostra. Il primo messaggio: «Riina ha voluto suggerire che la vecchia Cosa Nostra non è la nuova: noi non ci pentiamo, ha voluto dire, ma non vogliamo più il 41 bis. E cosa diamo in cambio: ognuno si prende le sue responsabilità, senza però accusare nessun altro, in cambio però ci togliete il carcere duro e non aggredite più la nostra famiglia». Il secondo: «non c’entriamo più, non fateci pagare le vostre colpe. È un messaggio a Matteo Messina Denaro e a tutte le famiglie: non osate intervenire in questo nostro scambio, prima culturale e poi giuridico» con lo Stato.