• Moda
  • Venerdì 8 aprile 2016

Da dove viene lo stile preppy

L'abbigliamento delle famiglie bene americane è stato inventato da stilisti immigrati, quasi tutti di origine ebraica

Parte della collezione Polo Ralph Lauren primavera-estate 2016 l'11 settembre 2015, a New York (Fernanda Calfat/Getty Images)
Parte della collezione Polo Ralph Lauren primavera-estate 2016 l'11 settembre 2015, a New York (Fernanda Calfat/Getty Images)

Lo stile preppy indica l’abbigliamento degli studenti delle scuole e dei college statunitensi frequentati da ragazzi di buona famiglia, come quelli della Ivy League, cioè la Brown University, la Columbia, la Cornell, il Dartmouth College, Harvard, Princeton, l’Università della Pennsylvania e Yale. L’aggettivo preppy deriva dall’espressione preparatory school, l’equivalente dei licei italiani, cioè scuole superiori frequentate da studenti che  poi si iscrivono all’università. I protagonisti della serie tv Gossip Girl o del film del 1989 Schegge di follia, con Winona Ryder e Shannen Doherty sono preppy, così come l’abbigliamento da tennis o da golf. È lo stile di marchi come Polo Ralph Lauren, Brooks Brothers e Lacoste: magliette polo, cardigan, felpe arrotolate attorno al collo, gonne con fantasia scozzese e collane di perle per le ragazze. Negli Stati Uniti è il modo di vestire associato ai giovani WASP, cioè gli “White Anglo-Saxon Protestant“, gli americani bianchi di origine anglosassone e di religione protestante.

Un articolo della rivista Atlantic spiega però che alcuni degli stilisti americani che hanno contribuito a creare l’immaginario dello stile preppy sono di origine ebraica, dunque non WASP. Ralph Lauren, il cui vero nome è Ralph Lifschitz, veniva da una famiglia di immigrati bielorussi di origine ebrea che viveva nel Bronx, a New York. Nel 1967 fondò Polo ispirandosi all’omonimo sport inglese, che in breve tempo è diventata la marca per eccellenza dell’élite WASP.

Un altro stilista con una storia simile è Isaac Mizrahi, direttore creativo di Liz Claiborne. Mizrahi proviene da una famiglia ebrea siriana e in passato ha lavorato per Chanel; fino al 7 agosto 2016 il Jewish Museum di New York ospiterà una mostra dedicata ai suoi abiti, Isaac Mizrahi: An Unruly History. Si tratta della prima mostra del museo dedicata a uno stilista anche se storicamente gli ebrei europei (che per legge non potevano possedere terre) e poi statunitensi lavorarono spesso nel settore del tessile e dell’abbigliamento; Levi Strauss (1829-1902), fondatore del marchio di jeans Levi’s, ad esempio era un ebreo di origine tedesca. Agli appassionati di letteratura verrà in mente il protagonista di Pastorale americana di Philip Roth, un ebreo dall’aspetto WASP soprannominato per questo “lo svedese”, che gestisce un’azienda produttrice di guanti ereditata dal padre.

Anche lo stilista Marc Jacobs è di origini ebraiche. Nel 2001 la rivista Vogue lo ha definito l’erede di Ralph Lauren. Sia Mizrahi che Jacobs hanno lavorato per Perry Ellis, un marchio di abbigliamento casual molto vicino al gusto dei WASP: entrambi sono stati influenzati dallo stile di Perry Ellis, dalle sue fantasie scozzesi o a quadri, dalle gonne a ruota, dalle camicie con collo botton-down, dai maglioni Fair Isle (magari non conoscete il nome ma sapete quali sono, ne abbiamo scritto qui) e dai cappotti montgomery. Jacobs era troppo innovativo per Perry Ellis, che per questa ragione, dopo la collezione “grunge” della primavera del 1993, lo licenziò.