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  • Mercoledì 6 aprile 2016

Cosa si dice di Gianni Infantino nei Panama Papers

Il nuovo presidente della FIFA sarebbe collegato a un affare con un imprenditore argentino indagato per corruzione

Gianni Infantino (Valeriano Di Domenico/Getty Images)
Gianni Infantino (Valeriano Di Domenico/Getty Images)

Secondo il Guardian, uno dei giornali che ha lavorato alla pubblicazione dei Panama Papers – i documenti riservati che mostrano il funzionamento di una delle più importanti società che si occupa di creazione e gestione di società off shore nei “paradisi fiscali” – Gianni Infantino, da poco eletto presidente della FIFA, sarebbe collegato alla vendita dei diritti televisivi della UEFA a una società off shore di proprietà di un imprenditore argentino che ora si trova agli arresti domiciliari, e che è indagato dalle autorità statunitensi per i casi di corruzione della FIFA. Secondo il Guardian su quei contratti ci sarebbe anche la firma di Infantino, che fra il 2003 e il 2006, anno in cui furono stipulati, era direttore dei servizi legali della UEFA. Nel pomeriggio di mercoledì, la polizia svizzera è entrata nella sede della UEFA a Nyon e ha sequestrato i contratti firmati da Infantino e pubblicati nei Panama Papers.

I contratti firmati da Infantino riguardavano i diritti televisivi della Champions League, della Coppa UEFA e della Supercoppa europea dal 2003 al 2006 e dal 2006 al 2009, che furono acquistati da una società off shore, la Cross Trading, che poi li rivendette a Teleamazonas a un prezzo circa tre volte superiore a quello pagato alla UEFA. La Cross Trading è parte della Full Play, una società di proprietà di Hugo Jinkis, imprenditore argentino accusato lo scorso anno dalle autorità statunitensi di aver pagato alcuni milioni di dollari come tangenti ad alcuni membri della FIFA per ottenere diritti televisivi e di commercializzazione di alcune competizioni internazionali. A Jinkis, che insieme al figlio Mariano si trova agli arresti domiciliari, secondo i Panama Papers è collegato anche Juan Pedro Damiani, avvocato uruguaiano e uno dei membri del comitato etico della FIFA.

Secondo quanto riportato dai contratti, la Cross Trading è una società registrata a Niue, piccola isola nell’oceano Pacifico. Pagò alla UEFA circa 111mila di dollari per ottenere i diritti di trasmissione delle partite europee in Ecuador dal 2006/2007 al 2008/2009, e che poi furono rivenduti a Teleamazonas per 311mila dollari.

La UEFA ha risposto sostenendo che non poteva sapere che Jinkis sarebbe stato indagato dieci anni più tardi e che l’offerta della Cross Trading era il 20 per cento superiore alla seconda miglior offerta. Poi ha aggiunto che “non c’è alcun indizio che faccia sospettare che un membro della UEFA abbia ricevuto tangenti, in relazione a questo piccolo accordo o ad altre operazioni […] I contratti in questione furono firmati da Gianni Infantino per il periodo in cui era uno dei numerosi membri della UEFA che avevano il potere di firmare questo tipo di contratti. Come avete osservato, il contratto fu firmato anche da un altro direttore della UEFA: è una pratica comune”.

Ieri anche Infantino ha pubblicato un comunicato sul sito della FIFA:

“Sono dispiaciuto e non accetto che la mia integrità venga messa in dubbio da alcuni media, considerando che la UEFA ha già rivelato dettagliatamente tutti i fatti riguardanti questi contratti. Da quando sono venuto a conoscenza delle ultime richieste dei media, ho subito contattato la UEFA per fare chiarezza. L’ho fatto perché non sono più alla UEFA e sono loro ad avere in esclusiva l’accesso agli atti riguardanti questi contratti.

Come ho già detto, non ho mai personalmente contrattato con la Cross Trading né con i loro proprietari, poiché la procedura della gara fu condotta dal Team Marketing della UEFA”

Il Guardian poi aggiunge che non è chiaro il motivo per cui Teleamazonas pagò così tanto per i diritti televisivi, ma c’è la possibilità che la Cross Trading abbia semplicemente tratto un grosso guadagno dall’accordo. Inoltre, Teleamazonas comprò gli stessi diritti per circa 400mila dollari tre anni prima, sempre dalla Cross Trading.

Gli 11,5 milioni di documenti noti come Panama Papers contenevano già alcune informazioni preoccupanti sulla FIFA e sul suo comitato etico indipendente, l’organo che ha il compito di indagare e giudicare le condotte dei membri dell’organizzazione che governa il calcio mondiale. Oltre a quelli riguardanti la FIFA, in altri documenti vengono citati numerosi dirigenti, calciatori ed ex calciatori, ma solo come intestatari o proprietari di società e conti off shore, cosa che però non costituisce reato: ci sono, per esempio, Lionel Messi, il presidente sospeso della UEFA Michel Platini e l’ex segretario della FIFA Jerome Valcke.