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  • Mercoledì 6 aprile 2016

Libri di architettura disegnati bene

Come quelli della collana Habitat di Quodlibet, con copertine dalla grafica elaborata e attenta al contenuto del testo

Un dettaglio della copertina di "L’architettura della città" di Aldo Rossi, nell'edizione Quodlibet.
Un dettaglio della copertina di "L’architettura della città" di Aldo Rossi, nell'edizione Quodlibet.

Quodlibet è una casa editrice di Macerata, nelle Marche, fondata nel 1993. Inizialmente era specializzata nella pubblicazione di saggi di filosofia, ma negli anni ha cominciato a pubblicare anche narrativa e saggi di critica d’arte e architettura. Tra le collane dedicate all’architettura c’è Habitat: finora raccoglie otto titoli a cui presto si aggiungerà l’opera completa del gruppo di architettura radicale Superstudio, Opere. 1966-1978, curata dall’architetto Gabriele Mastrigli. I primi titoli di Habitat sono stati pubblicati nel 2015, ma si tratta in parte di riedizioni di una collana precedente, Quodlibet Abitare, nata nel 2010 da una collaborazione tra la casa editrice e la rivista di design, arte e architettura Abitare. A differenza della collana precedente, Habitat pubblicherà anche testi sul design, non solo di architettura e urbanistica: il nome della collana indica il luogo in cui una specie può vivere nel migliore dei modi, quello che architettura e design si propongono di realizzare per l’uomo.

La grafica delle copertine di Habitat è disegnata da Mario Piazza, direttore dello studio milanese 46xy, ex direttore di Abitare e ricercatore al Politecnico di Milano. Piazza ha anche realizzato la grafica delle copertine dei vecchi tascabili Einaudi. Le copertine si distinguono da quelle degli altri libri di Quodlibet perché sono più colorate e hanno una grafica più complessa: quella di Caricature architettoniche di Gabriele Neri ha per esempio una caricatura del museo Solomon R. Guggenheim di New York, progettato dall’architetto Frank Lloyd Wright; il libro raccoglie immagini satiriche ispirate a progetti architettonici famosi e propone una parodia della storia dell’architettura.