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  • Domenica 3 aprile 2016

Parigi e il calcio, una storia complicata

In più di cent'anni di storia il calcio parigino non ha mai ottenuto grandi successi ed è stato quasi sempre ignorato: i veri risultati stanno arrivando solo ora grazie a una squadra "importata"

di Pietro Cabrio

(Harry Engels/Getty Images)
(Harry Engels/Getty Images)

Il 13 marzo 2015 la più importante squadra di calcio parigina, il Paris Saint-Germain, ha vinto il sesto titolo nazionale della sua breve storia  — il quarto di fila — dopo aver sconfitto 9-0 il Troyes e aver facilmente dominato l’intera stagione di Ligue 1, la prima divisione francese. Il suo primo titolo nazionale il PSG lo aveva vinto nel 1985, quindici anni dopo essere stato fondato. Il secondo era arrivato sette anni dopo: poi più nulla fino all’arrivo nel 2012 della Qatar Sports Investment, il ramo sportivo del fondo sovrano nazionale del Qatar, che in cinque anni ha investito centinaia di milioni di euro nel club facendolo diventare uno dei più ricchi d’Europa.

Ma il PSG non è sempre stata la squadra di Parigi. Venne fondata in un comune a venti chilometri ad ovest del centro della capitale francese e trapiantata nella capitale anni dopo.

Prima del PSG, le squadre della capitale francese erano altre due, il Racing Club e il Red Star; più tardi arrivò anche il Paris FC. Le storie dei tre club si sono intrecciate più volte con quella del PSG, così come quella dei due ultimi presidenti della Repubblica, Nicolas Sarkozy e Francois Hollande: il primo è tifoso del PSG, storicamente legato alla borghesia cittadina, l’altro del Red Star, squadra della classe operaia residente nelle periferie. Generalmente, il calcio a Parigi non è mai stato molto popolare e ha sempre faticato molto a svilupparsi – a differenza di altri sport, come il rugby, che a Parigi ha una lunga e importante tradizione.

Racing Club e Red Star

Le prime due squadre di calcio fondate a Parigi furono il Racing Club de France Football, nel 1896, e il Red Star Football Club. Il Racing Club fu la prima squadra parigina a vincere un campionato nazionale, nel 1936. Dopo il titolo, il Racing vinse un paio di coppe nazionali e arrivò secondo in campionato per due anni. Poi non vinse più nulla e lentamente scese fino alla quinta serie amatoriale del campionato francese, torneo in cui si trova tuttora. Il Red Star venne fondato nel 1897 in un caffè di Parigi da Ernst Herbert e Jules Rimet, futuro presidente della FIFA e della federazione calcistica francese. Il primo trofeo dato in premio alla nazionale vincitrice della Coppa del Mondo venne chiamato coppa Jules Rimet in suo onore fino al 1970.

Nel 1930 il Red Star di Rimet fu una delle prime squadre di calcio francesi a diventare professioniste e fu anche tra le fondatrici del nuovo campionato nazionale. Da lì in poi però, la squadra riuscì a vincere solo cinque edizioni della Coppa di Francia. Disputò l’ultima stagione di prima divisione nel 1975: da lì inizio una lunga discesa e nel 2003 finì nella sesta serie amatoriale. Riuscì a riprendersi lentamente e ora è in Ligue 2 che lotta per la promozione. Il Red Star, vista la mancanza di risultati, oltre alle sue origini è noto soprattutto per una piccola ma solida tifoseria che si identifica da molti anni nella classe operaia e negli abitanti delle banlieue, l’area periferica della capitale.

Tra i tifosi del club c’è anche il presidente francese François Hollande, che almeno in un paio di occasioni negli ultimi anni è stato presente in tribuna per le partite casalinghe. Lo scorso settembre Hollande portò in visita al club Jean-Yves Le Drian e Patrick Kanner, due ministri del suo governo, insieme ad altri suoi collaboratori, come iniziativa “per promuovere i valori repubblicani dello sport”. Recentemente Hollande si è interessato anche alla situazione societaria ed economica del Red Star, che è costretto a giocare le proprie partite casalinghe allo stadio Pierre-Brisson di Beavuais, un comune che dista circa 70 chilometri dallo storico stadio Bauer di Saint-Ouen, comune alle porte di Parigi in cui ha sede il club.

Paris FC e Paris Saint-Germain

Nel 1970 Parigi aveva una sola squadra in prima divisione, il Red Star, che era ritenuta una delle squadre della capitale anche se aveva sede a Saint-Ouen, in periferia. In quella stagione fece molta fatica a salvarsi e concluse il campionato al tredicesimo posto. Il Racing Club invece era addirittura fallito e ripartito dalle categorie amatoriali. Per cercare di rilanciare il calcio nella capitale, una città che dagli anni Cinquanta aveva visto aumentare la propria popolazione da sei a più di otto milioni di abitanti, un gruppo di imprenditori e personaggi famosi (tra cui l’attore Jean-Paul Belmondo) fondò il Paris FC con il benestare della federazione.

La struttura con cui impostare la società venne studiata a lungo e i suoi fondatori visitarono parecchi club europei per imitarne l’organizzazione. Si decise di prendere spunto dal modello delle squadre spagnole: la dirigenza aprì una grande sottoscrizione aperta a tutti, che fu molto pubblicizzata in tutto il territorio parigino. Grazie anche a un annuncio dato alla radio da Pierre Bellemare, scrittore e presentatore radiofonico molto popolare in tutto il paese, circa 17.000 persone risposero alla sottoscrizione anche se la società, di fatto, ancora non esisteva: c’erano solo i fondatori, mancava una squadra, un’organizzazione e anche il nome, che venne fatto scegliere ai nuovi soci. Gli annunci della creazione del Paris FC riuscirono ad ottenere anche un buon seguito: la media spettatori si aggirava intorno ai 18.000 a partita, una folla che a Parigi per un club di calcio non si vedeva da anni.

Per partecipare direttamente alla seconda divisione del campionato, il gruppo di imprenditori fece alcuni tentativi di fusione con altre squadre per rilevarne la licenza professionistica. Il primo tentativo con il Sedan non andò in porto, il secondo sì. La squadra scelta fu lo Stade Saint-Germain, un piccolo club fondato agli inizi del Novecento nel comune di Saint-Germain-en-Laye, fuori Parigi, che l’anno precedente era stato promosso in seconda divisione. La nuova società prese quindi il nome di Paris Saint-Germain e ottenne subito la promozione. La fusione però durò molto poco: nel 1972 il consiglio comunale votò a favore della modifica del nome della squadra da Paris Saint-Germain a Paris Football Club, minacciando il club di bloccare le proprie sovvenzioni se non avesse provveduto a modificarlo. La società del PSG, tramite una votazione tra soci, comunicò di non voler cambiare il nome, cosa che insieme a delle piccole dispute fra soci, portò allo smembramento del club.

Le due società che formavano il PSG ritornarono a esistere per conto proprio. Lo Stade Saint-Germain, che tenne la nuova denominazione Paris Saint-Germain, la stagione successiva ripartì dalla terza serie e perse lo status di società professionistica; il Paris FC invece rimase in prima divisione e ottenne anche la permanenza al Parco dei Principi, che era appena stato costruito e riconvertito da piccolo velodromo al più grande impianto calcistico di Parigi.

La storia dei due club tuttavia si incrociò ancora una volta due stagioni dopo, quando il Paris FC venne retrocesso in seconda divisione e il Paris Saint-Germain riuscì a risalire in prima. Nel 1974 il Paris Saint-Germain, forte della promozione, acquistò il Parco dei Principi e da allora non è più stato retrocesso. Il Paris FC finì in un binario morto: nel 1982 si fondò con quel che restava del Racing Club, scese in quarta serie amatoriale, restandoci a lungo. L’anno scorso, dopo 32 anni dall’ultima volta, il Paris FC ha raggiunto la Ligue 2. Il club, nel frattempo, è stato comprato da due ambiziosi imprenditori, Kayque Garbacchio Saldanha, co-proprietario del Mumbay City FC, e da Sulaiman Al Fahim, direttore del Royal Football Fund, un fondo sportivo di Dubai che cerca investimenti nel mondo del calcio. La squadra si è trasferita allo stadio Charléty, nel tredicesimo arrondissement di Parigi.

Il derby di andata tra Paris FC e Red Star, giocato in uno stadio semivuoto e vinto dagli ospiti 1 a 0

La storia del PSG invece è decisamente più nota. Dagli anni Settanta al 2012, il club ha faticato a competere regolarmente per il titolo nazionale ed è riuscito a vincere soltanto due edizioni. Tuttavia in quarant’anni di storia sono passati al Parco dei Principi molti campioni famosi in tutto il mondo, come Safet Susic, George Weah, Jay-Jay Okocha, Youri Djorkaeff, Ronaldinho, Pedro Miguel Pauleta e Jean Claude Makelele. Prima dei successi del PSG, ottenuti principalmente grazie ai nuovi proprietari della Qatar Sports Investment, Parigi era la capitale europea meno rappresentata nel calcio continentale, con una popolazione poco interessata allo sport e in un paese, la Francia, non abituato ad avere due o più club per città. Tuttora il pubblico del Parco dei Principi è formato in parte dai molti residenti stranieri di Parigi e dai turisti: non è raro vedere in tribuna d’onore attori americani o gli uomini più ricchi di Francia.

Oltre alle squadre citate, viene considerato come club parigino anche l’US Créteil, la squadra di una città di novantamila abitanti a sud-est della capitale. Nella sua storia il Créteil non ha mai raggiunto risultati rilevanti e non è mai stata presa in considerazione per rappresentare il calcio a Parigi. Le altre due squadre cittadine, Paris FC e Red Star, non hanno mai avuto un grande seguito, a differenza di quello che accade nel rugby, sport molto popolare nel paese che nella capitale può contare su due delle squadre più forti d’Europa, lo Stade français e il Racing Métro 92, che hanno la forza economica e il prestigio per ingaggiare i migliori giocatori del mondo. Entrambe le squadre poi sono riuscite a progettare un nuovo stadio, in fase di costruzione per il Racing Métro 92 e già completato per lo Stade français, cosa che per ora non è riuscita a nessuna squadra di calcio parigina.