“Wolf of Wall Street” è stato finanziato con un’oscura manovra finanziaria?

Lo sostiene il Wall Street Journal, che accusa la casa di produzione del film di avere ricevuto soldi da uno strano fondo di investimenti malese

Un articolo pubblicato sul Wall Street Journal ha ipotizzato che Wolf of Wall Street – uno dei film più popolari usciti nel 2013, diretto da Martin Scorsese e interpretato tra gli altri da Leonardo DiCaprio – sia stato finanziato con una tortuosa manovra finanziaria da un controverso fondo di investimenti malese.

Wolf of Wall Street è stato prodotto dalla Red Granite Pictures, una casa di produzione cinematografica americana fondata pochi anni fa. Il Wall Street Journal sostiene che la Red Granite Pictures abbia ottenuto i soldi per il film da 1Malaysia Development Bhd (1MDB), un fondo d’investimento malese creato nel 2009 dall’allora primo ministro Najib Razak e accusato in vari processi di truffa, riciclaggio e corruzione (nel 2015 aveva accumulato 9,9 miliardi di euro di debiti verso banche e investitori). Il Wall Street Journal sta seguendo la vicenda da anni e sul proprio sito ha una sezione speciale dedicata al caso 1MDB, mentre l’FBI ha avviato un’inchiesta proprio sulle origini della Red Granite Pictures.

Le persone chiave del caso 1MDB-Wolf of Wall Street sono tre: Riza Aziz, 39enne figliastro di Najib e CEO della Red Granite Pictures; Jho Low, imprenditore malese di 34 anni legato alla 1MDB; e Christopher McFarland, un imprenditore del Kentucky di 43 anni. La storia della Red Granite Pictures iniziò dopo che Aziz e McFarland si conobbero mentre lavoravano in un hotel di lusso di proprietà di Low. Aziz aveva studiato Economia e Scienze Politiche nel Regno Unito e si era trasferito negli Stati Uniti solo in un secondo momento, mentre McFarland aveva investito in varie società ma intendeva lavorare nel mondo del cinema. Nel 2010 i due fondarono assieme la Red Granite Pictures aprendo un ufficio a Hollywood, non è chiaro con quali soldi. La Red Granite Pictures partì col botto, cosa strana per due semisconosciuti che non avevano mai lavorato prima di quel momento nell’industria cinematografica: nel 2011 inaugurò la sua attività con un party che il Wall Street Journal ha definito «milionario» al Festival di Cannes, «con fuochi d’artificio, un concerto di Kanye West, vestito tutto di bianco, e Pharrell Williams». Nei primi tre anni di attività, cioè dal 2010 al 2012, la Red Granite Pictures fece uscire un unico film: Friends with Kids, una commedia romantica con Jon Hamm e Kristen Wiig. Nel 2013 fece uscire altri due film: Il fuoco della vendetta, un thriller di scarso successo con Christian Bale e Woody Harrelson, e soprattutto Wolf of Wall Street, uno dei film di cui si parlò di più quell’anno.

Wolf of Wall Street è basato sull’autobiografia di Jordan Belfort “Il lupo di Wall Street”, e racconta l’ascesa e il declino di un broker di Wall Street fra gli anni Ottanta e Novanta che ottenne grandissimo successo con truffe e investimenti spregiudicati. Il film fu un successo notevole, ma prima della sua realizzazione in molti lo consideravano un investimento rischioso, dato che comunque sarebbe stato vietato sotto a una certa età per i suoi contenuti legati a droga e sesso: Scorsese e DiCaprio passarono sei anni a cercare qualcuno che lo finanziasse. A un certo punto i due furono messi in contatto con la Red Granite Pictures da Low, amico personale sia di DiCaprio che di Aziz. Il film fu approvato, e quindi finanziato: ed è su questi passaggi di soldi che si concentrano le accuse del Wall Street Journal.

1MDB, fra i suoi mille giri, a un certo punto fece affari con l’IPIC, il fondo di investimenti nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Nell’ambito di questi affari, nel 2012 1MDB disse di aver versato 1,4 miliardi di dollari alla Aabar Investments PJS, una controllata di IPIC. Secondo le indagini federali, però, quei soldi non andarono alla Aabar Investments PJS, ma a una società chiamata quasi allo stesso modo, la Aabar Investments PJS Ltd. A quel punto la Aabar Investments PJS Ltd. trasferì a sua volta parte di quei 1,4 miliardi di dollari – precisamente 105 milioni di dollari (circa 92 milioni di euro) – nella Red Granite Capital, una società delle Isole Vergini britanniche che finanzia la Red Granite Pictures. Un’altra tranche di finanziamenti, stavolta da 50 milioni di dollari, arrivò dalla Aabar Investments PJS Ltd. alla Red Granite Capital tramite una società intermediaria chiamata Telina Holdings, anche quella con sede alle Isole Vergini Britanniche.

Wolf of Wall Street è costato circa 100 milioni di dollari, una cifra molto alta per un film dal successo non assicurato, e il Wall Street Journal dice che “molto” del suo budget arrivò proprio da quei 155 milioni di 1MDB.

wolf

La produzione del film non fu però l’unica spesa rischiosa o bizzarra compiuta dalla Red Granite Pictures. Il Wall Street Journal ha scritto che gli uffici di Hollywood della Red Granite Pictures sono pieni di oggetti da collezionisti di cinema, come ad esempio un poster originale dello storico film di fantascienza Metropolis che secondo alcuni vale circa un milione di dollari. Durante le riprese del film, la Red Granite Pictures regalò a DiCaprio per il suo compleanno la statuetta dell’Oscar al miglior attore protagonista che Marlon Brando vinse nel 1955 per la sua interpretazione in Fronte del porto: il Wall Street Journal, citando alcune fonti, ha scritto che la statuetta era stata comprata dalla Red Granite Pictures per 600mila dollari. Ha raccontato il Wall Street Journal:

Il 31 dicembre 2012, verso la fine delle riprese, molte delle persone coinvolte nella produzione festeggiarono il capodanno in Australia e poi volarono a Los Angeles a bordo di un jet privato per festeggiarlo di nuovo. Lo hanno detto persone che hanno avuto a che fare col viaggio, che hanno specificato che fra i partecipanti c’erano Aziz, Low, DiCaprio e il coprotagonista di “Wolf of Wall Street” Jonah Hill, oltre che l’attore Jamie Foxx, un amico personale di Aziz. Un portavoce di Foxx ha preferito non commentare la vicenda, mentre un portavoce di Hill non ha risposto alle richieste di un commento.

Non è chiaro quali conseguenze potrebbe avere l’indagine dell’FBI sulla Red Granite Pictures, che nel frattempo ha prodotto altri tre film (l’ultimo in ordine di tempo è Daddy’s Home, una commedia con Will Ferrell e Mark Wahlberg uscita a fine dicembre del 2015). Per ora l’FBI ha convocato a testimoniare diverse persone che lavorano o lavoravano per la Red Granite Pictures, che comunque ha negato le accuse di aver compiuto irregolarità.