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  • Mercoledì 9 marzo 2016

La giornata di un allenatore del Palermo

Quella di Giuseppe Iachini, che ieri si è dimesso dopo aver litigato ancora con il presidente Zamparini, che quest'anno ha cambiato per sette volte l'allenatore della sua squadra

Maurizio Zamparini e Giuseppe Iachini (Tullio M. Puglia/Getty Images)
Maurizio Zamparini e Giuseppe Iachini (Tullio M. Puglia/Getty Images)

Per tutta la giornata di martedì 8 marzo c’è stata molta confusione circa la situazione della squadra di calcio del Palermo, presieduta da Maurizio Zamparini, imprenditore friulano proprietario del club dal 2002, e allenata fino a ieri pomeriggio da Giuseppe Iachini. Secondo le ricostruzioni fatte dai principali giornali italiani e stando alle parole di Zamparini — in assenza di comunicati ufficiali della società — Iachini avrebbe annunciato alla dirigenza la sua intenzione di dimettersi dopo che Zamparini, al termine dell’ultima partita di campionato persa contro l’Inter, aveva criticato il modo in cui la squadra era stata schierata dall’allenatore. I due si sono incontrati per un colloquio nel pomeriggio al centro sportivo del Palermo ma Iachini è rimasto fermo sulle sue posizioni ed ha lasciato l’incontro. L’allenamento della squadra è stato seguito da alcuni preparatori e Zamparini ha continuato a cercare di convincere Iachini a rimanere, senza successo. Per rimpiazzarlo avrebbe quindi provato a richiamare Davide Ballardini, che aveva allenato il Palermo tra novembre e gennaio ed era stato esonerato a seguito di alcuni diverbi con i giocatori e con lo stesso Zamparini. Ballardini, scrivono i giornali di oggi, ha rifiutato l’offerta e Zamparini avrebbe tentato un’ultima volta di convincere Iachini a rimanere revocando le sue dimissioni, senza successo.

Verso sera, raggiunto telefonicamente dalla trasmissione radiofonica di Radio 24 “La Zanzara”, Zamparini ha detto, riferendosi a Iachini: “Questo è un deficiente, sta facendo giocar male la squadra, perde le partite”, e poi ha aggiunto: “a Iachini non gliene frega un cazzo, avrà già un contratto con una squadra per l’anno prossimo”.

Per ora non ci sono stati comunicati ufficiali della società, ma le dimissioni di Iachini non sembrano essere in dubbio. Questo è il quinto cambio di allenatore per il Palermo dall’inizio della stagione: la squadra aveva iniziato il campionato con Iachini, che era stato esonerato dopo una vittoria contro il Chievo Verona, lo scorso novembre, perché secondo Zamparini la squadra non stava giocando bene. I giocatori si schierarono con Iachini e alcuni di loro criticarono pubblicamente la scelta di Zamparini. Dopo la partita di Coppa Italia persa con l’Alessandria, squadra di Lega Pro, Zamparini si arrabbiò molto e accusò alcuni giocatori di non essersi impegnati abbastanza, gli stessi che avevano sostenuto Iachini, e mise fuori rosa Enzo Maresca, Luca Rigoni e Fabio Daprelà. Quest’ultimi due sono stati poi ceduti durante il mercato invernale.

Per sostituire Iachini la dirigenza aveva chiamato Davide Ballardini, che aveva già allenato il Palermo nella stagione 2008/2009. Ballardini però ebbe dei contrasti con i giocatori, in particolar modo con il capitano e portiere della squadra Stefano Sorrentino, e sembrava dovesse essere esonerato dopo la partita del 6 gennaio persa contro la Fiorentina: Zamparini aveva anche provato a richiamare Iachini, che però chiedeva l’acquisto di alcuni giocatori, cosa che la società non era intenzionata a fare. Prima della partita di campionato contro l’Hellas Verona, Ballardini cercò di lasciare in panchina Sorrentino ma la società, per volontà di Zamparini, si mosse per farlo ritornare tra i titolari. A quel punto Ballardini smise di allenare la squadra: non preparò la partita e non diede nessuna indicazione alla squadra il giorno dell’incontro. Sorrentino partì titolare e con gli altri compagni più esperti fece anche da “allenatore in campo”, usando le tattiche di Iachini. Al termine della partita, vinta per 1 a 0, Ballardini fu esonerato.

La squadra a quel punto è stata allenata per circa una settimana da Fabio Viviani, membro dello staff tecnico, e il 12 gennaio la dirigenza aveva comunicato l’arrivo dell’allenatore argentino Guillermo Barros Schelotto, che però non poteva ancora allenare la squadra perché sprovvisto del patentino richiesto dalla UEFA. Secondo i piani di Zamparini, Barros Schelotto avrebbe dovuto essere l’allenatore della squadra siciliana solo a partire dalla prossima stagione ma dopo l’esonero di Ballardini decise di chiamarlo prima. Dopo la partita contro il Sassuolo, pareggiata 2 a 2, Schelotto disse alla società di voler interrompere il rapporto perché non si sentiva abbastanza tutelato. Tornò in Argentina e poche settimane fa è stato ingaggiato dal Boca Juniors.

In assenza di un allenatore, il Palermo è stato allenato prima da Giovanni Tedesco e poi da Giovanni Bosi, l’allenatore della primavera. Bosi ha guidato la squadra per una sola partita, persa malamente in casa per 3 a 1 contro il Torino il 14 febbraio. Dopo la sconfitta, la dirigenza è riuscita finalmente a convincere Iachini a tornare e Zamparini ha scritto una lettera, pubblicata dal sito del Palermo, in cui si scusava per “il mese di caos” e invitava i tifosi a continuare a sostenere la squadra.

Nelle ultime tre partite di campionato, il Palermo ha guadagnato solo un punto e ha perso contro Roma e Inter. La squadra fatica a giocare decentemente anche se sulla carta potrebbe essere da metà classifica ed è composta da buoni giocatori come Franco Vazquez, seconda punta argentina richiesta da diversi club importanti, l’esperto attaccante Alberto Gilardino, il centrocampista centrale svedese Oscar Hiljemark e il terzino sinistro Achraf Lazaar. Domenica prossima il Palermo dovrà giocare contro il Napoli, secondo in classifica, e per ora non ha un allenatore: in queste ore si parla di Walter Novellino, che fu l’allenatore del Venezia negli anni in cui il club era di proprietà di Zamparini. Se il Palermo dovesse perdere, potrebbe venire sorpassato in classifica dal Frosinone e finire al terzultimo posto in classifica.

La società non ha rilasciato nessun comunicato e, abbastanza inspiegabilmente, ha pubblicato sul suo sito una lettera di critica scritta da un tifoso, ora rimossa. Zamparini ha minacciato per l’ennesima volta da quando è a Palermo di voler lasciare la proprietà della squadra, prima al termine della stagione, poi entro questa settimana. Sostiene di aver esonerato solo Iachini, lo scorso novembre, e che gli altri allenatori si siano esonerati tutti da soli.

“Ho 75 anni e a giugno non sarò più il presidente, forse mi dimetto già la prossima settimana. Sono stufo, è dall’inizio dell’anno. Circa tre mesi fa avevo chiesto a Trapattoni, che non vedo da anni, se volesse fare il presidente del Palermo, perché io purtroppo non posso seguire la squadra da vicino”.

“Trapattoni mi ha detto di no, ma ho la soluzione per la settimana prossima, in modo da sostituirmi e stare vicino alla squadra in questo momento delicato. Mi metto in disparte e non voglio più leggere che questa squadra la sto facendo retrocedere. Per me questa squadra è buona, ma mi sono stufato. Metto una persona competente al posto mio e mi levo dalle palle”.

Zamparini è considerato da tutti come un presidente con cui è molto difficile lavorare: spesso critica duramente e pubblicamente i propri allenatori o detta alcune scelte tattiche alla squadra, come nel caso di Sorrentino. Grazie alla sua gestione il Palermo è tornato in Serie A e per quattro stagioni ha ottenuto la qualificazione alle coppe europee. Lui stesso si definisce “anche un po’ direttore sportivo” e al Palermo va dato il merito di aver portato in Italia molti talenti, come Edinson Cavani, Josip Ilicic, Javier Pastore e Paulo Dybala. Se si considera l’importanza del campionato di calcio italiano però, il suo modo di gestire le squadre può risultare completamente assurdo, dato che la scelta di un allenatore è uno dei fattori che determina il successo e i risultati di un club, e le sue dichiarazioni molte volte destabilizzano la squadra, facendola giocare male e ben al di sotto delle proprie potenzialità.