I “neocon” contro Donald Trump sulla politica estera

Perché «passa dall’isolazionismo all’avventurismo militare nello spazio di una frase» e perché ammira i dittatori come Putin, tra le altre cose

Donald Trump (Aaron P. Bernstein/Getty Images)
Donald Trump (Aaron P. Bernstein/Getty Images)

Mercoledì sera il sito War on the Rocks ha pubblicato una lettera aperta – firmata da decine di esperti americani di politica estera – contro Donald Trump, uno dei candidati Repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti e attualmente considerato il favorito alla vittoria delle primarie. Gli esperti coinvolti nell’iniziativa, alcuni dei quali ex funzionari o consulenti soprattutto dell’amministrazione di George W. Bush, sono tutti Repubblicani. Con la lettera pubblicata su War on the Rocks, hanno voluto esprimere chiaramente la loro opposizione a Trump, un candidato le cui posizioni di politica estera sono ancora poco chiare: «Siamo stati in disaccordo l’uno con l’altro su molte questioni, tra cui la guerra in Iraq e l’intervento in Siria. Ma siamo uniti nella nostra opposizione alla presidenza Trump». Gli esperti Repubblicani hanno scritto che un presidente Trump potrebbe agire in modi che rischierebbero di rendere gli Stati Uniti meno sicuri e più deboli sullo scenario internazionale, e che potrebbero minacciare le libertà civili nel paese. In un passaggio si legge:

La sua visione dell’influenza e del potere americani nel mondo è estremamente inconsistente e slegata da qualsiasi principio. Passa dall’isolazionismo all’avventurismo militare nello spazio di una frase.

Il suo appoggio alle guerre commerciali aggressive è una ricetta per il disastro economico in un mondo connesso globalmente.

La sua adesione all’uso esteso della tortura non ha scusanti.

La sua retorica piena d’odio contro i musulmani danneggia la serietà della lotta all’Islam radicale, alienando i nostri partner del mondo islamico che stanno partecipando in maniera significativa a questo sforzo. Inoltre, mette in pericolo la sicurezza e le libertà costituzionalmente garantite ai musulmani americani.

Controllare il nostro confine e prevenire l’immigrazione illegale è una questione seria, ma la sua insistenza che il Messico finanzierà la costruzione di un muro sul confine sud infiamma passioni inutili, e si basa su una lettura sbagliata di – e sul disprezzo per – il nostro vicino meridionale.

In maniera simile, la sua insistenza che stretti alleati come il Giappone debbano pagare grandi somme di denaro per la nostra protezione è un sentimento di un delinquente, non del leader di un’alleanza che ha funzionato così bene dalla Seconda guerra mondiale in poi.

La sua ammirazione per i dittatori stranieri come Vladimir Putin è inaccettabile per il leader della più grande democrazia del mondo.

È fondamentalmente disonesto. Lo dimostrano i suoi tentativi di negare delle posizioni che aveva preso indiscutibilmente nel passato, incluse quelle sulla guerra in Iraq del 2003 e sul conflitto in Libia del 2011. Accettiamo che quelle posizioni possano cambiare nel corso del tempo, ma questo è semplicemente una rappresentazione ingannevole.

La sua equazione dell’acume per gli affari con l’esperienza in politica estera è falsa. Non tutti i conflitti letali possono essere risolti come un accordo in ambito immobiliare, e non si può utilizzare lo strumento della bancarotta negli affari internazionali.

Tra i firmatari della lettera ci sono per esempio Peter Feaver, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione di George W. Bush; Robert Zoellick, il vice della segretario di Stato Condoleezza Rice; e Dov Zakheim, un ex funzionario del dipartimento della Difesa sempre sotto la presidenza Bush. Alcuni degli esperti coinvolti vengono considerati neoconservatori (i cosiddetti “neocon“), una corrente conservatrice – e interventista in politica estera – considerata molto influente soprattutto durante le amministrazioni di Ronald Reagan (1981-1989) e George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. Mercoledì Politico.eu ha pubblicato un articolo in cui ha spiegato punto per punto la forte opposizione di molti Repubblicani “neocon” alle posizioni di Trump: se messi di fronte a una scelta, molti di loro hanno detto che voterebbero per Hillary Clinton, la candidata Democratica favorita per la vittoria delle primarie del suo partito.