Scott Kelly è tornato sulla Terra dopo 340 giorni

L'astronauta statunitense è atterrato in Kazakistan con due colleghi russi: sarà messo a confronto col suo fratello gemello per studiare gli effetti dello Spazio sull'organismo

Il grande paracadute per frenare la caduta della Soyuz dopo il suo rientro nell'atmosfera terrestre (BILL INGALLS/AFP/Getty Images)
Il grande paracadute per frenare la caduta della Soyuz dopo il suo rientro nell'atmosfera terrestre (BILL INGALLS/AFP/Getty Images)

L’astronauta statunitense Scott Kelly è tornato sulla Terra dopo avere trascorso 340 giorni consecutivi in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La capsula spaziale Soyuz che lo ha riportato indietro è partita alle 2 di notte, ha compiuto un turbolento rientro nell’atmosfera terrestre ed è infine atterrata nelle steppe del Kazakistan alle 5:26 del mattino (ora italiana). A bordo c’erano anche il cosmonauta russo Mikhail Kornienko – che come Kelly ha trascorso quasi un anno sulla ISS nell’ambito della missione di lunga durata per valutare gli effetti della microgravità sull’organismo umano – e il cosmonauta Sergey Volkov. I tre sono stati aiutati a uscire dalla Soyuz e, benché impacciati dalle tute, sono apparsi in salute e felici.

Kelly, che ha da poco compiuto 52 anni, nei giorni scorsi aveva detto di sentirsi bene e scherzando aveva aggiunto di essere disposto a estendere di un ulteriore anno la sua permanenza sulla ISS. Aveva comunque ammesso che la parte più difficile della sua esperienza era la nostalgia di familiari e amici, con i quali è comunque rimasto in contatto con email e social network. Scott Kelly è molto legato al fratello gemello Mark, anch’egli astronauta e che ha seguito la missione del fratello dalla Terra. Nei prossimi mesi parteciperanno a una serie di test organizzati dalla NASA per metterli a confronto, per capire quali siano gli effetti sull’organismo umano di un periodo così lungo nello Spazio.

In un certo senso Scott Kelly ha fatto da cavia, come del resto tutti gli astronauti che vivono sulla ISS e che sono proprio studiati per elaborare nuovi sistemi per migliorare le condizioni di vita in gravità ridotta. Studi di questo tipo sono fondamentali per organizzare le future missioni per l’esplorazione dello Spazio, soprattutto in vista di un ritorno sulla Luna e in futuro sul pianeta Marte.

L’organismo umano si è evoluto per rispondere al meglio alla forza di gravità, che ci tiene bene ancorati a terra e al tempo stesso tende a schiacciarci: apparato scheletrico e muscoli fanno la maggior parte del lavoro e il nostro corpo impegna grandi energie per mantenerli solidi e funzionali. In orbita le cose sono molto diverse, si fluttua costantemente all’interno dei moduli della ISS a causa della microgravità e di conseguenza l’organismo – che bada sempre al risparmio – tende ad adattarsi alla nuova condizione, risparmiando le energie per mantenere muscoli e ossatura, che diventano più deboli e meno densi. Per questo motivo gli astronauti devono fare un paio di ore di ginnastica ogni giorno a bordo della ISS, in modo da mantenersi in forma e contrastare la perdita di forza e resistenza. Studiando da anni gli astronauti, i ricercatori hanno scoperto diversi altri effetti collaterali della vita nello Spazio e grazie al confronto tra i due Kelly potranno scoprirne di nuovi: il primo passo per realizzare nuovi sistemi e soluzioni per contrastarli.

Scott Kelly non era alla sua prima missione spaziale e può essere considerato un veterano delle esplorazioni in orbita. Volò nello Spazio per la prima volta nel dicembre del 1999 con la missione STS-103 sullo Space Shuttle Discovery, organizzata per effettuare lavori di manutenzione sul telescopio spaziale Hubble. Negli anni seguenti ha partecipato a diverse altre missioni e ha accumulato nel complesso 543 giorni di permanenza nello Spazio. Quello dei 340 giorni consecutivi è il record statunitense, ma c’è chi ha fatto di più: tra il 1994 e il 1995 il cosmonauta Valeri Polyakov trascorse 438 giorni di fila in orbita sulla MIR, la famosa base spaziale orbitale che in un certo senso può essere considerata la madre della ISS.

Le foto più belle scattate in orbita da Scott Kelly

Come è ormai abitudine per gli astronauti, Kelly ha raccontato la vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sui social network soprattutto attraverso i suoi account su Twitter e Instagram. Nel suo poco tempo libero in orbita ha scattato fotografie meravigliose della Terra vista a oltre 400 chilometri di distanza, aurore boreali coloratissime e immagini dall’interno della ISS per mostrare come si sta in una enorme lattina piena di computer e con altri quattro compagni di viaggio. La ISS viaggia veloce intorno al pianeta e, nella sua permanenza a bordo, Kelly ha assistito a quasi 11mila albe e tramonti, tante quante se ne osservano dalla Terra in 30 anni.