• Mondo
  • Giovedì 25 febbraio 2016

Ci sono anche i francesi in Libia?

Lo sostiene Le Monde, secondo cui le forze speciali e l'intelligence francesi stanno conducendo operazioni segrete per frenare l'ascesa dello Stato Islamico

Un combattente leale al governo di Tobruk a Bengasi, in Libia (ABDULLAH DOMA/AFP/Getty Images)
Un combattente leale al governo di Tobruk a Bengasi, in Libia (ABDULLAH DOMA/AFP/Getty Images)

Mercoledì 24 febbraio il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato un articolo intitolato “La guerra segreta della Francia in Libia”, sostenendo che da alcuni mesi sono presenti in Libia alcuni reparti speciali dell’esercito francese coinvolti in un’operazione militare non ufficiale contro lo Stato Islamico (o ISIS). L’operazione sarebbe stata coordinata insieme agli Stati Uniti e al Regno Unito, i cui reparti speciali sono in Libia da qualche mese per svolgere attività di intelligence e raccogliere informazioni sulla struttura e il funzionamento dello Stato Islamico. Insieme alle forze speciali francesi, scrive Le Monde, ci sono anche gli uomini della Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE), il servizio segreto per l’estero della Francia. Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, non ha voluto commentare l’articolo di Le Monde.

L’obiettivo dell’operazione militare francese, dice Le Monde, non è fare la guerra allo Stato Islamico, ma frenare la sua crescita in Libia, il paese dove il gruppo ha la sua base più importante al di fuori di Siria e Iraq. In passato il ministro Le Drian aveva confermato che aerei francesi avevano condotto alcune missioni di ricognizione sopra la Libia e aveva detto che la Francia aveva allestito una base militare nel nord del Niger al confine con la Libia. Le Monde ha scritto che alcuni blogger specializzati che si trovano in Libia hanno cominciato a vedere le forze speciali francesi nell’est del paese da metà febbraio. Tra le altre cose, sembra che l’intelligence francese abbia contribuito all’attacco aereo nella città libica di Derna in cui lo scorso novembre era stato ucciso Abu Nabil al Anbar, considerato il leader dello Stato Islamico nel paese.

In passato il governo francese aveva già usato toni molto duri contro lo Stato Islamico, responsabile degli attentati terroristici di Parigi dello scorso novembre in cui sono state uccise 130 persone. Dopo gli attacchi, il presidente francese François Hollande aveva detto che la Francia era entrata in guerra contro lo Stato Islamico. La Francia aveva anche avuto un ruolo rilevante nell’intervento aereo della NATO del 2011 contro l’ex presidente libico Muammar Gheddafi.

Di un possibile intervento militare in Libia contro lo Stato Islamico si parla da diversi mesi. Finora i governi occidentali si sono rifiutati di intervenire militarmente in Libia per le preoccupazioni che una campagna militare fatta da potenze straniere possa aggiungere ulteriore instabilità a un paese che è considerato “fallito” da molti esperti. Diversi governi occidentali, tra cui quello italiano, hanno stabilito come precondizione di un eventuale intervento la formazione di un governo di unità nazionale che vada a sostituire i due governi attualmente presenti nel paese: quello occidentale di Tripoli, formato da una coalizione di gruppi islamisti denominata “Alba della Libia”, e quello orientale di Tobruk, riconosciuto internazionalmente. Il processo di formazione di un governo unitario ha però incontrato parecchie resistenze, soprattutto da parte di alcune delle molte milizie libiche che si dividono il controllo del territorio.

Da alcuni mesi, comunque, in Libia sono presenti le forze speciali britanniche e americane, a cui è stato dato il compito di indagare sulla struttura di potere dei leader dello Stato Islamico e mappare le reti delle loro attività. Il 19 febbraio gli Stati Uniti hanno compiuto un bombardamento mirato a Sabrata, a ovest di Tripoli, per colpire un miliziano tunisino accusato di essere stato coinvolto nei due attacchi terroristici dello scorso anno in Tunisia (quello al Museo del Bardo e quello al resort di Susa).