• Moda
  • Mercoledì 24 febbraio 2016

Le sfilate più interessanti a Londra

Si è conclusa la settimana della moda britannica, tra farfalle, maschere di Hannibal Lecter e piume ingombranti: le foto

di Enrico Matzeu – @ematzeu

(Eamonn M. McCormack/Getty Images)
(Eamonn M. McCormack/Getty Images)

A Londra dal 19 al 23 febbraio c’è stata la London Fashion Week, la settimana della moda inglese, dove hanno sfilato marchi britannici famosi e tanti stilisti internazionali, soprattutto emergenti. Londra, per quanto riguarda la moda, viene identificata solitamente come la città più creativa e sperimentale di tutte, anche per la presenza di parecchie scuole di moda famose.

Secondo la stampa questa edizione è stata al di sotto delle aspettative: è mancata la capacità degli stilisti di essere creativi e allo stesso tempo di realizzare abiti facilmente portabili. Il critico di moda Angelo Flaccavento ha scritto su Business of Fashion, un’autorevole rivista di moda, che molte collezioni erano insipide e che non sono cambiate molto negli ultimi anni. Nessuno è riuscito a trasmettere emozioni e molti abiti sembravano più che altro costumi di scena, difficili da portare nella vita di ogni giorno. Secondo Alexander Fury, critico di moda dell’Independent, gli stilisti stanno attraversando un momento di incertezza legato ai cambiamenti del mercato: questo si riflette sulle passerelle con collezioni molto frammentate, dove prevalgono piccoli accessori e si cerca soprattutto di indovinare cosa desiderano i clienti. In sostanza a Londra è mancata la forte creatività che solitamente la caratterizza.

J.W. Anderson

Il giovane stilista inglese ultimamente fa molto parlare di sé. A fine 2015 aveva vinto ben due premi ai British Fashion Awards, gli ambiti premi della moda inglese, ma soprattutto a gennaio aveva trasmesso la sfilata uomo in streaming su Grindr. Questa volta ha presentato una collezione donna piena di spunti, colori e materiali diversi. Anderson ha voluto rivisitare i tradizionali look da cocktail, che solitamente prevedono abiti molto curati e dallo stile bon ton e che si usano per andare alle cerimonie o alle feste, con voluminose bluse in neoprene, un materiale sintetico molto ingombrante, che si presta però a essere modellato bene.

Burberry

È uno dei marchi simbolo della moda inglese e la sfilata che ha fatto il 22 febbraio è stata l’ultima con la classica divisione uomo e donna. Da settembre 2016 la collezione maschile e quella femminile sfileranno assieme e non ci sarà più una stagionalità ma una collezione con pezzi invernali ed estivi. Il direttore artistico Christohper Bailey, che è anche amministratore delegato del brand, ha disegnato una collezione molto ispirata a David Bowie e in particolar modo allo stile del periodo Ziggy Stardust, con cappotti molto lunghi, completi come si usavano negli anni Settanta con fantasie a quadri, patchwork o in pitone, come ha spiegato Vogue America.

Alexander McQueen

Una delle novità è il ritorno del marchio Alexander McQueen alla London Fashion Week. Solitamente infatti McQueen sfilava a Parigi, nonostante l’azienda fosse inglese, ma quest’anno Sarah Burton – la direttrice creativa che ha preso il posto dello stilista dopo la sua morte – è incinta e per questioni logistiche ha preferito sfilare a Londra, come ha spiegato Fury sull’Independent. La collezione riprende quella maschile che ha sfilato a gennaio: ci sono farfalle stampate su abiti con tante balze, completi in pelle, e cristalli su vestiti leggeri e molto lunghi.

Gareth Pugh

La sfilata si è tenuta alla Freemasons’ Hall di Londra, nel quartiere di Covent Garden. Anche questa è stata una collezione provocatoria, come ha scritto la rivista di moda Dazed, che esprime l’idea del potere e dell’autorità femminile. Pugh ha disegnato completi dai tagli austeri e con le spalline pronunciate, e ha fatto soprattutto indossare alle modelle maschere molto simili a quelle di Hannibal Lecter. I completi blu elettrico con stelle bianche ricordano la bandiera americana e secondo la stampa sono un augurio a Hillary Clinton, possibile candidata democratica alla Casa Bianca. La sfilata è stata aperta dalla performance della prima ballerina dell’Operà di Parigi Marie-Agnès Gillot.

Paul Smith

Paul Smith è un altro di quei nomi che si associano subito alla moda inglese. È uno degli stilisti storici della settimana della moda di Londra: ha iniziato negli anni Settanta, aprendo un negozio chiamato “Paul Smith Vêtements pour Hommes”. La sfilata per il prossimo inverno sembra ispirata nei tagli e nelle fantasie a quel periodo, come hanno fatto notare i critici. Smith è famoso per l’uso del colore e degli accostamenti sempre precisi e infatti ha proposto una serie di tinte tenui sulle sfumature dell’arancio, del marrone e dell’azzurro.

Christopher Kane

È tra gli stilisti più giovani che sfilano a Londra e che si stanno facendo conoscere. È inglese e ha lavorato con Donatella Versace per la linea Versus prima di fondare, nel 2006, la sua casa di moda. Fa abiti abbastanza eccentrici e nell’ultima collezione le modelle hanno sfilato con in testa fazzoletti-foulard in plastica trasparente. Gli abiti che ha proposto sono pieni di piume e dettagli in pelliccia, a volte molto ingombranti.