• Mondo
  • Lunedì 22 febbraio 2016

C’è un accordo per un cessate il fuoco in Siria

Lo hanno stretto ieri Stati Uniti e Russia, dopo settimane di trattative: molti esperti sono però scettici sulla sua efficacia

Il segretario di Stato americano John Kerry domenica 21 febbraio a Amman, in Giordania. (AP Photo/Raad Adayleh)
Il segretario di Stato americano John Kerry domenica 21 febbraio a Amman, in Giordania. (AP Photo/Raad Adayleh)

Stati Uniti e Russia hanno annunciato lunedì 22 febbraio di aver raggiunto un accordo per un cessate il fuoco in Siria, che comincerà alla mezzanotte di sabato 27 febbraio. L’annuncio è arrivato dopo una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente della Russia Vladimir Putin, e in seguito a settimane di trattative tra i due paesi, attualmente fra i più coinvolti in Siria. L’accordo è stato accettato anche dal presidente siriano Assad, ma non coinvolge però l’ISIS e il fronte al Nusra, il gruppo islamista di ribelli collegato con al Qaida: cioè due delle forze fra le più attive in Siria. Di conseguenza diversi analisti prevedono che il cessate il fuoco fra Stati Uniti e Russia non sarà sufficiente per fermare completamente le ostilità. Assad ha detto che non considererà gli attacchi verso l’ISIS e al Nusra come una violazione dell’accordo.

Già lo scorso 12 febbraio era stato annunciato un accordo simile tra Stati Uniti e Russia per una tregua in Siria, che sarebbe dovuto diventare effettiva entro una settimana: anche in quell’occasione era stato accolto con estesi scetticismi, e la scadenza era passata senza che il cessate il fuoco cominciasse. L’accordo arriva il giorno dopo che oltre cento persone sono morte per un attentato a Homs, una città siriana controllata principalmente dalle forze governative del presidente Bashar al Assad.

Putin ha detto che l’accordo è «una vera possibilità di porre fine a tanti anni di spargimento di sangue e violenze», e che la Russia lavorerà con il governo siriano, suo alleato, perché il cessate il fuoco sia rispettato. Un’alleanza di gruppi ribelli siriani sostenuti dall’Arabia Saudita ha detto che accetterà l’accordo solo a condizione della fine dei bombardamenti del governo siriano e della Russia, del rilascio di alcuni prigionieri e dell’invio di aiuti umanitari. Secondo quanto dice il comunicato diffuso da Stati Uniti e Russia, i due paesi e la Siria potranno comunque continuare i bombardamenti contro l’ISIS, al Nusra e contro «gli altri gruppi terroristi designati dall’ONU».

Diversi esperti di guerra siriana sono scettici riguardo alla possibilità che il cessate il fuoco abbia davvero efficacia: uno dei problemi principali, secondo gli osservatori, è che non verrà rispettato dall’ISIS e da al Nusra, due tra i gruppi più potenti che stanno combattendo nella guerra siriana. L’altro grosso problema, dicono gli esperti, è la probabilità che Russia e Siria continueranno gli attacchi contro i ribelli siriani e le opposizioni moderate sostenute dagli Stati Uniti, giustificandoli con la presenza di miliziani di al Nusra nei territori colpiti e mettendo a rischio la tenuta della tregua. Secondo l’accordo Stati Uniti e Russia «lavoreranno insieme per delineare i territori dove sono attivi i gruppi che hanno annunciato il proprio impegno a rispettare la cessazione delle ostilità».

Nonostante l’accordo, Russia e Stati Uniti continuano ad avere idee opposte sul futuro del governo di Bashar al Assad: gli Stati Uniti chiedono che siano i siriani a decidere il loro futuro – di fatto appoggiano una transizione politica che preveda l’allontanamento di Assad – mentre la Russia si oppone a un cambio di regime. Lunedì, dopo la notizia dell’accordo, Assad ha annunciato delle elezioni parlamentari per il prossimo 13 aprile: erano comunque previste, visto che la legislatura sarebbe finita a maggio.