• Moda
  • Martedì 16 febbraio 2016

La sfilata più interessante di New York

È quella di Hood by Air, disegnata da Shayne Oliver: è ispirata al tema del viaggio, alla crisi dei migranti siriani, e alla Rivoluzione francese

di Enrico Matzeu – @ematzeu

(Frazer Harrison/Getty Images for NYFW: The Shows)
(Frazer Harrison/Getty Images for NYFW: The Shows)

Tra le sfilate più interessanti della New York Fashion Week – la settimana della moda americana, iniziata l’11 febbraio – c’è quella di Hood by Air, il marchio fondato dallo stilista Shayne Oliver. Ultimamente sta vendendo molto bene ed è apprezzato anche dalla critica: il suo stile, ispirato a quello dei più giovani, allude a temi molto attuali come il potere, l’etnia e l’identità di genere. Secondo Vogue America è merito suo se alcuni di questi temi sono entrati nelle sfilate newyorchesi.

La sfilata – che, ricordiamolo, presentava i capi per l’autunno/inverno 2016-17 – si chiama “Pellegrinaggio” ed è ispirata in particolare alla crisi dei migranti siriani e al viaggio che affrontano per arrivare in Europa: lo mostrano – scrive Vogue – gli stivaloni in vernice rossa con i tacchi portati anche dagli uomini e i giacconi enormi, che ricordano l’equipaggiamento necessario per un lungo viaggio verso una destinazione sconosciuta. Ha sfilato a petto nudo e con un giaccone gonfiabile anche l’artista russo Slava Mogutin: è anche un attivista per i diritti LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) che vive a New York dal 1995, dopo aver ottenuto asilo politico negli Stati Uniti in quanto omosessuale perseguitato in Russia.

Tim Blanks ha scritto sulla rivista di moda Business of Fashion che la sfilata richiama anche la Rivoluzione francese: i modelli e le modelle – la collezione era unisex – indossavano parrucche ispirate a Robespierre e Danton, mentre i capi sono una rivisitazione deostruita di quelli portati dagli aristocratici del tempo, con camicie bianche e molte pieghe. I modelli portavano al collo nastri in plastica rossa, un’allusione alle ferite della ghigliottina. Oliver ha confermato di essersi ispirato alla Rivoluzione francese che in qualche modo è collegata al tema del viaggio e del pellegrinaggio: furono proprio dei pellegrini a colonizzare l’America, e furono i loro discendenti a guidarne la Rivoluzione.

Oliver ha attualizzato il concetto del viaggio anche con elementi legati ai voli in aereo. Molti modelli indossavano le etichette con il codice a barre che si applicano sulle valigie, altri portavano con sé bagagli a mano, altri ancora erano avvolti nella plastica degli imballaggi. Infine l’invito della sfilata era un vero proprio biglietto aereo: ogni ospite era definito pellegrino e riceveva un numero di posto in cui sedersi.

Hood by Air è apprezzato dalla stampa e dagli addetti ai lavori soprattutto per una visione della moda nuova, legata ai messaggi sociali. Oliver lavora poi molto sul concetto di “genderless”, ovvero su vestiti che possono essere portati indifferentemente sia dagli uomini che dalle donne. Nel gennaio del 2015 è stato invitato a Pitti Uomo 87 a Firenze in qualità di Pitti Special Guest.

Shayne Oliver è cresciuto tra Trinidad, una piccola isola nell’America Centrale, e New York. Nel 2006 ha fondato Hood by Air, una sorta di collettivo di varie discipline della moda, dalla sperimentazione musicale alle performance visive. I vestiti del marchio ricordano per forma e misura quelli degli anni Novanta: t-shirt molto ampie, felpe e giubbini oversize ricoperti di scritte, il logo HBA in grassetto nero su bianco o bianco su nero. Gli abiti sono spesso decostruiti – con maniche staccate e riattaccate in modo originale e giacche asimmetriche – ed eccessivi, fatti di pelliccia, pelle in vernice e catene. Le collezioni hanno sempre un messaggio legato a temi sociali, etnici o sessuali, e Oliver cerca sempre di rappresentare un individuo libero e indipendente. Alle sfilate collaborano artisti o musicisti, che sfilano anche in passerella.