Sua Amplissima Eccellenza Imperiale

Lista di titoli e appellativi d'onore che esistono ancora oggi (se avete frequentato un'università, di sicuro ne avete usato qualcuno)

Principe Giovanni re fasullo d'Inghilterra (Disney)
Principe Giovanni re fasullo d'Inghilterra (Disney)

Se avete frequentato un’università, vi sarà capitato a un certo punto di dover scrivere una lettera a un/una vostro/a professore/essa e di doverla iniziare, come vi era stato detto da qualcuno più sgamato, con la pomposa e polverosa forma “Chiarissimo professore”; sicuramente avete dovuto farlo scrivere nella copertina della tesi di laurea. Probabilmente, però, la bocca a questo genere di cose l’avevate fatta quando vi era arrivata la prima lettera dall’università firmata dal Magnifico Rettore.

Anche se ne ignoriamo l’esistenza, sono rimasti in uso svariati appellativi onorifici. Ci sono per esempio gli ordini al merito della Repubblica italiana (i commendatori, i cavalieri), ci sono i titoli ecclesiastici (solo il papa ne ha almeno tre) e poi ci sono gli Onorevoli e le Eccellenze, anche se questi di fatto non dovete usarli per forza. Non siamo ai livelli dei titoli raccolti in vita da Kim Jong il (il “Caro Leader, perfetta incarnazione dell’apparenza che dovrebbe avere un leader”), ma ci sono diverse cose buffe nella loro vetustà.

Ordine al merito della Repubblica Italiana
È il primo degli ordini al merito italiani e, come viene spiegato sul sito del Quirinale, serve a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”. L’Ordine è diviso in cinque diversi gradi onorifici:

Cavaliere di Gran Croce
Grande Ufficiale
Commendatore
Ufficiale
Cavaliere

Di norma i titoli, attribuiti dal presidente della Repubblica, possono essere conseguiti solo in ordine a partire dal più basso (Cavaliere) e devono trascorrere almeno tre anni tra l’attribuzione di un titolo e quello di grado maggiore. I titoli vengono conferiti ogni 2 giugno, festa della Repubblica.

Appellativi d’onore accademici
Nel sistema universitario italiano sono previsti trattamenti d’onore per alcuni degli incarichi più importanti di ogni università: il rettore, il preside di facoltà e i professori ordinari, straordinari ed emeriti.

Magnifico: da usare per riferirsi ai Rettori delle università italiane
Amplissimo: viene usato per i presidi di facoltà
Chiarissimo: è il titolo usato dai professori universitari italiani che siano ordinari, straordinari o emeriti.

Titoli ecclesiastici
Le organizzazioni ecclesiastiche prevedono, quasi tutte, moltissimi titoli di riverenza e appellativi d’onore. Questa è una selezione per importanza:

– Santità, Santo padre, Beatissimo padre: sono i titoli riservati al Papa o ai patriarchi ortodossi
Eminenza Reverendissima: il titolo riservato ai cardinali
– Altezza eminentissima: riservato al Gran Maestro del Sovrano militare ordine di Malta, un ordine cavalleresco religioso dipendente dal Vaticano
Eccellenza Reverendissima: titolo riservato a vescovi ed arcivescovi (dal 1969 l’uso del “Reverendissima” è però opzionale: anche loro avranno pensato di darsi una regolata).

Titoli nobiliari
In Italia i titoli nobiliari non sono più riconosciuti dal 1948, per effetto della nuova Costituzione. A chi possedeva un titolo nobiliare rimase solo il predicato del titolo – l’indicazione di una località geografica – che diventò parte del cognome. Quando qualche nobile straniero si trova in visita in Italia, tuttavia, vengono ancora usate delle formule di cortesia.

Sua/Vostra Maestà Imperiale: usato per cortesia nei confronti di imperatori o imperatrici (esiste ancora l’Imperatore del Giappone, per esempio)
Sua/Vostra maestà: forma che in Italia viene usato solo come cortesia nei confronti di re o regine di altri paesi.

Politica
– Onorevole: In Italia è consuetudine riferirsi ai deputati con l’appellativo di “onorevole”. L’uso dell’appellativo, tuttavia, non è previsto dalla legge ed è solo un retaggio di una consuetudine in vigore nel Senato subalpino, quello istituito nel 1848 dallo Statuto Albertino.
Eccellenza: un regio decreto del 1927 aveva istituito l’uso dell’appellativo per le prime quattro categorie di importanza delle cariche dello Stato. Come spiega il sito sarannoprefetti.it, “tale appellativo competeva alle massime autorità dello Stato fino ai magistrati, ai funzionari ed ufficiali con grado odierno di presidente di sezione della Corte di cassazione, di dirigente generale o prima fascia superiore, di tenente generale e incarichi corrispondenti”. Un successivo decreto del 1945 dispose la cessazione dell’uso di “Eccellenza”, ma il decreto non fu mai convertito in legge e di fatto l’appellativo è ancora usato diffusamente quando ci si riferisce a prefetti e membri della Corte di Cassazione. Non usare l’appellativo “Eccellenza” non è tuttavia sbagliato, come non è sbagliato attribuirselo: nel 1996 l’allora ministro degli Interni Giorgio Napolitano decise che nelle sue comunicazioni non lo avrebbe più utilizzato per riferirsi a cariche dello stato.

Altri appellativi d’onore
Dottore: viene usato per qualsiasi laureato e per i magistrati e le magistrate.
Maestro: usato nel mondo dell’arte per riferirsi a persone che hanno raggiunto elevati livelli di eccellenza (come direttori d’orchestra, pittori, compositori, ecc); tra gli scacchisti per indicare giocatori che hanno raggiunto un certo punteggio nelle loro partite; è rimasto anche come grado massonico.