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  • Lunedì 8 febbraio 2016

La biblioteca con i libri salvati dalle macerie, in Siria

È aperta e gestita da volontari che recuperano i volumi in case, scuole e ospedali bombardati dal regime

Il primo giorno di scuola di una bambina siriana a Kobane, nel curdistan iracheno, marzo 2015. 
(Michalis Karagiannis/AFP/Getty Images)
Il primo giorno di scuola di una bambina siriana a Kobane, nel curdistan iracheno, marzo 2015. (Michalis Karagiannis/AFP/Getty Images)

Daraya è una città siriana di circa 70mila abitanti, a sud di Damasco, che dal dicembre del 2012 è assediata e bombardata dall’esercito del presidente Bashar al-Assad. In quell’anno era stata conquistata dai ribelli, l’esercito cercò di riprenderla attaccandola più volte – ad agosto massacrò 400 persone – ma la città è rimasta nella mani di ribelli moderati, alleati dell’Esercito libero siriano. Da allora Daraya è costantemente sorvolata da aerei da guerra lealisti, che la bombardano distruggendo case, scuole, e ospedali: migliaia di persone sono scappate, la città è in rovine e semi-deserta.

Tra le macerie di edifici distrutti e case abbandonate, ci sono tantissimi libri dimenticati: da più di due anni ribelli e studenti li cercano e recuperano, dapprima ammassandoli in una sorta di deposito e poi in una vera e propria biblioteca, costruita nel seminterrato di un edificio residenziale. La biblioteca è stata chiamata Fajr, che in arabo significa alba, e raccoglie oltre 15 mila volumi. È gestita da circa 40 volontari, soprattutto ragazzi dell’università di Damasco che hanno interrotto gli studi a causa della guerra.

Lo scorso ottobre, il giornale francese Les Observateurs ha intervistato Abu Malek, uno dei volontari, che ha raccontato com’è nata l’iniziativa: «Dopo l’inizio dell’assedio io non potevo più né leggere né studiare. Con i ragazzi che come me hanno dovuto interrompere gli studi e quelli da poco laureati abbiamo avuto l’idea di recuperare i libri che erano sotto le macerie delle case distrutte. Per ogni libro annotavamo in quale casa era stato ritrovato, così da poter identificare il proprietario. Una volta finita la guerra, se verranno a reclamarli, potremo restituirli ai proprietari. Abbiamo recuperato anche libri che non sono stati bruciati nelle biblioteche e nelle librerie della città. È stato un modo per salvare il nostro patrimonio culturale».

Quando non resta chiusa a causa dei bombardamenti – che negli ultimi mesi stanno diventando sempre più frequenti – la biblioteca è aperta dalle 11 alle 17. Ci sono libri di ogni genere: romanzi di J.M. Coetzee, quelli coi consigli per migliorare sé stessi di Tony Robbins, testi religiosi islamici e di poeti arabi che vengono letti dai ribelli durante le interruzioni di corrente e i bombardamenti. Tra i più richiesti ci sono Le sette regole per avere successo di Stephen Covey, un manuale per raggiungere i propri obiettivi nella vita, e L’alchimista, il bestseller mondiale scritto da Paulo Coelho.

I libri sono riposti sugli scaffali in ordine alfabetico, e nella sala ci sono sedie e tavoli per invitare alla lettura. Alcuni volontari hanno raccontato a Buzzfeed – uno dei tanti giornali italiani e internazionali che si è occupato della storia negli ultimi mesi – che la biblioteca ha una media di 25 visitatori al giorno: alcuni leggono i libri in biblioteca, altri li prendono in prestito (sono soprattutto uomini che spesso li portano a casa per mogli, figlie o sorelle). Se un titolo non è presente nell’archivio della biblioteca i volontari cercano su internet se è possibile scaricarne il testo in formato digitale. Uno dei volontari ha spiegato che l’attività della biblioteca sta crescendo sempre di più e per molti è un modo per reagire alle difficoltà del conflitto: «piano piano le cose migliorano: organizziamo lezioni, leggiamo i libri, e ci incontriamo per discuterne insieme». I volontari sperano di poter raccogliere i fondi e realizzare un documentario sulla biblioteca.