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  • Sabato 6 febbraio 2016

#JeSuisCirconflexe

In Francia si protesta per una riforma della lingua che porterà all'eliminazione dell'accento circonflesso da molto parole (questo qui, per intenderci: ^)

In Francia è iniziata una protesta contro una riforma della lingua francese che porterà a cambiare il modo di scrivere di circa 2.400 parole e all’eliminazione dell’accento circonflesso (questo qui: ^) da tutte quelle parole in cui la sua presenza non cambia pronuncia o significato. La protesta si è diffusa molto sui social network e si è riunita sotto l’hashtag “#jesuiscirconflexe”, io sono circonflesso, un motto che richiama quello dedicato al giornale satirico francese Charlie Hebdo dopo gli attentati a Parigi del gennaio 2015.

La riforma ha l’obiettivo di semplificare la lingua francese ed eliminare grafie e irregolarità superflue. Ad esempio stabilisce che la parola oignon (“cipolla”), si potrà scrivere anche come si pronuncia, cioè ognon, eliminando la “i” superflua. Saranno eliminati anche i trattini (“extra-terestre” diventerà “extraterestre”) e alcune parole saranno modificate per rendere più logica la loro appartenenza a una famiglia lessicale piuttosto che a un’altra (“chariot”, carrozza, diventerà “charriot” in modo da rendere più evidente il suo imparentamento con “charrette”, carretta).

La protesta è iniziata questo mercoledì, dopo la trasmissione sulla televisione TF1 di un servizio dedicato alla riforma. Il Front National, il partito di destra radicale guidato da Marine Le Pen, ha protestato duramente contro la proposta. Il vice-presidente del partito, Florian Philippot, ha detto che la lingua francese è “l’anima” della Francia. Un sindacato studentesco ha diffuso un comunicato in cui si domanda chi abbia autorizzato il ministero dell’Educazione ad alterare la lingua francese.

La riforma in realtà è vecchia oramai di 26 anni: risale al 1990, quando i membri dell’Académie Française, una delle istituzioni scientifiche più celebri del mondo e considerata la “custode” ufficiale della lingua francese, accettarono all’unanimità un piano di semplificazione della lingua francese. All’epoca la notizia non circolò molto. Gli autori dei dizionari furono invitati a cambiare la grafia di alcune parole, specificando però che la grafia precedente non costituiva un errore. Non ci furono particolari reazioni nemmeno nel 2008, quando con una circolare il ministero ricordò alle scuole le nuove regole grammaticali. Quest’anno però gli editori di libri scolastici si sono accordati per adeguare finalmente i loro testi alla riforma, ha detto il ministero dell’Educazione. TF1 aveva dedicato il suo servizio televisivo proprio a questo aspetto della vicenda, causando così tutte le polemiche degli ultimi giorni. Probabilmente non sarà l’ultima riforma a cambiare la lingua francese. Come ricorda il Guardian, 26 anni fa l’Académie disse che il linguaggio è una creatura vivente e che il lavoro di riforma sarebbe dovuto riprendere nel giro di 30 anni “o forse meno”.