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  • Giovedì 4 febbraio 2016

6 ragioni per guardare il Super Bowl

E restare svegli domenica notte per farlo: l'half time show, Peyton Manning, Cam Newton e un giocatore con una storia da film (su cui hanno già fatto un film)

Un'insegna per il Super Bowl 50 a San Francisco, Stati Uniti.
(Mike Windle/Getty Images)
Un'insegna per il Super Bowl 50 a San Francisco, Stati Uniti. (Mike Windle/Getty Images)

Nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 febbraio – alle 00.30 ora italiana– inizierà il Super Bowl, la finale di campionato di National Football League (NFL), il più importante campionato di football americano al mondo. La partita si giocherà al Levi’s Stadium di San Francisco, in California, e inizierà alle 15.30 ora locale. Quest’anno le due finaliste sono i Carolina Panthers, squadra che gioca nella città di Charlotte ma che di fatto rappresenta gli stati di Carolina del Nord e del Sud, e i Denver Broncos, di Denver in Colorado.

Il Super Bowl è l’evento sportivo più importante e seguito negli Stati Uniti, e ogni anno se ne parla molto anche in Europa, dove il football è seguito da pochi: è una tradizione al di là della partita e ci girano attorno molte altre cose, come gli spot pubblicitari (nel football ci sono molti intervalli, e per lo spettacolo del Super Bowl questo è un bene) e lo show di metà tempo: un concerto spettacolare di pochi minuti che ogni anno viene affidato a un/una artista molto popolare. Ma in primo luogo è una partita ed è una finale, vuol dire che si affrontano le squadre migliori del campionato – e in questo caso del mondo – e questo garantisce un gioco molto entusiasmante anche per chi non conosce bene le regole del gioco. Quest’anno, poi, c’è almeno una ragione in più del solito per restare svegli e guardare la partita: quella di domenica sarà probabilmente anche l’ultimo Super Bowl in cui giocherà uno dei giocatori più forti di sempre, che cerca una rivincita dopo avere perso malamente quello di due anni fa: Peyton Manning, il quarterback dei Broncos.

L’halftime show

Le partite di football americano vengono giocate in 4 tempi da 15 minuti ciascuno (di gioco effettivo, una partita in genere dura di fatto 3 ore). Anche il Super Bowl ha la stessa struttura ma durante l’intervallo fra il secondo e il terzo tempo viene organizzato un concerto, l’halftime show, sullo stesso campo dove si gioca. Molte persone seguono la partita in attesa di questo momento: l’halftime show è un concerto spettacolare e scenografico che ogni anno viene affidato a musicisti molto famosi: l’anno scorso l’artista principale era Katy Perry, che ha fatto un’entrata in scena sul dorso di un leone-robot gigante. Oltre a Katy Perry c’erano anche Lenny Kravitz e Missy Elliott. Quest’anno gli artisti principali saranno i Coldplay con una partecipazione di Beyoncé (che aveva già cantato durante il Super Bowl del 2014) e ci sarà anche Bruno Mars. Lady Gaga invece canterà l’inno nazionale prima dell’inizio della partita.

Peyton Manning

Nel football americano il ruolo più importante è quello del quarterback, è il giocatore dell’attacco che riceve la palla all’inizio dell’azione e sostanzialmente decide cosa fare: se passarla ad un compagno con un lancio, darla al corridore (running back) o correre lui stesso portando la palla (cosa che accade raramente). Peyton Manning è il quarterback dei Denver Broncos e anche uno dei più forti di sempre (secondo alcuni il più forte): ha giocato moltissimi anni per gli Indianapolis Colts, prima di passare ai Broncos nel 2012. Ha vinto 5 volte il premio di MVP (Most Valuable Player, cioè giocatore più forte del campionato) e il Super Bowl nel 2007. Il prossimo 24 marzo compirà 40 anni e questo è probabilmente il suo ultimo Super Bowl, in tanti pensavano che si sarebbe ritirato già alla fine della scorsa stagione. Rimane un giocatore molto forte ma non ha più la prestanza fisica per lanciare lontano e velocemente come faceva fino a qualche anno fa, anche perché ha subito molti infortuni. Manning ha giocato con i Broncos il Super Bowl di due anni fa, perso rovinosamente contro i Seattle Seahawks.

Le due squadre, sfavorite

Né i Carolina Panthers né i Denver Broncos erano tra le favorite del campionato all’inizio della stagione. I Panthers avevano ottenuto dei risultati discretamente buoni negli ultimi campionati, vincendo il loro girone per due anni consecutivi e accedendo così ai playoff, senza procedere molto oltre. Tuttavia hanno giocato un ottimo campionato, perdendo solo una partita su 16, e si sono rivelati la sorpresa della stagione; nel corso dei playoff hanno consolidato il loro gioco e il loro giocatore più importante, il quarterback Cam Newton, è il candidato più probabile per la vittoria del titolo MVP (Most Valuable Player, cioè giocatore più forte del campionato). La valutazione dei Broncos dipendeva molto da quella di Peyton Manning, che comunque rimane uno dei migliori del suo ruolo: i Broncos erano ritenuti una buona squadra, che probabilmente sarebbe arrivata ai playoff ma non sarebbe andata molto oltre. Quest’anno però la squadra è stata sostenuta non tanto dal gioco di Manning, quanto dalle ottime prestazioni della difesa: nel football americano i ruoli dei giocatori sono molto specifici, in particolare il reparto difensivo e quello di attacco sono sostanzialmente due squadre differenti. Esiste anche un detto molto popolare negli Stati Uniti: “l’attacco vende i biglietti e la difesa vince le partite”, per i Broncos di quest’anno spesso è stato così.

Due modelli di quarterback

Il quarterback è il ruolo più importante del football e spesso i due giocatori che nella partita ricoprono questo ruolo da titolari sono i protagonisti della gara. Anche per il Super Bowl sarà così, ma Cam Newton e Peyton Manning sono due modelli di quarterback quanto più possibile lontani l’uno dall’altro. Manning rappresenta la “vecchia scuola”: un quarterback poco atletico, che non corre quasi mai con il pallone ma dotato di una grande intelligenza di gioco e di una grande precisione nel lanciare la palla ai compagni. Newton, non solo è molto giovane (ha 26 anni), ma è anche estremamente atletico: è alto 1,96 metri e pesa poco più di 110 chili, ma soprattutto sa correre molto bene e fa spesso le capriole in aria, per dire. Questa sua capacità costringe le difese avversarie a coprire allo stesso modo tutte le tre opzioni di gioco del quarterback (lancio, passaggio e corsa con la palla) quando invece sono abituate di solito a doverne coprire solo due. Per i primi anni di carriera Newton è stato considerato un quarterback di medio livello, perché nonostante la corsa era poco preciso nei lanci: quest’anno è migliorato molto sotto questo aspetto e l’attacco è stato quasi inarrestabile.

Il lato cieco

Nel 2009 uscì un film sul football americano con il titolo The Blind Side (il lato cieco, in italiano): il film racconta la storia vera di Michael Oher, nato in una famiglia con 11 fratelli in cui la madre era alcolizzata e dipendente dal crac e il padre perlopiù in prigione. Oher ebbe molta difficoltà ad ottenere un’istruzione, cambiò scuola più di una volta l’anno e visse alcuni periodi della sua vita in estrema povertà. Riuscì ad ottenere l’ammissione in una scuola di alto livello grazie all’intercessione dell’allenatore della squadra di football dell’istituto, una volta entrato venne notato da i coniugi Leigh Anne e Sean Thuoy – i cui figli frequentavano la stessa scuola di Oher – che una volta venuti a conoscenza della sua provenienza e delle difficoltà che aveva incontrato decisero di adottarlo, a 17 anni. Oher eccelleva a basket, ma soprattutto a football, e gli vennero offerte diverse borse di studio per importanti università degli Stati Uniti: decise di andare in quella dove avevano studiato i suoi genitori adottivi.

In seguito ad una brillante carriera sportiva all’università Oher è stato scelto al primo giro del draft del 2009. Nel football americano professionistico gran parte del ricambio dei giocatori avviene ogni anno con un draft, in cui ogni squadra seleziona – a turno – un giocatore dai campionati universitari: essere scelti al primo giro è un grande riconoscimento oltre a garantire spesso uno stipendio più alto. Oher ha giocato con i Baltimore Ravens – con i quali ha vinto un Super Bowl – dal 2009 al 2013  e ora gioca nei Carolina Panthers; ricopre il ruolo di offensive tackle, un giocatore della linea di attacco, cioè quella formata dagli uomini che proteggono il quarterback quando parte l’azione. Sono sempre schierati due offensive tackle, uno per il lato destro e uno per il lato sinistro: i quarterback sono spesso destri e quindi si girano verso destra per preparare il lancio, questo vuol dire che non vedono ciò che accade nelle vicinanze sul lato sinistro, alle loro spalle; il ruolo di offensive tackle di sinistra, quello di Oher, è quindi molto importante perché protegge il quarterback dal lato cieco, il blind side appunto.

Michael Oher, in primo piano con il numero 73, in posizione per l'inizio dell'azione. (Streeter Lecka/Getty Images)

Michael Oher, in primo piano con il numero 73, in posizione per l’inizio dell’azione. (Streeter Lecka/Getty Images)

Gli spot

Un’altra caratteristica del Super Bowl sono gli spot pubblicitari: il football americano è uno sport caratterizzato da azioni molto veloci intervallate da pause più o meno lunghe. Gli intervalli permettono a chi trasmette le partite in televisione di guadagnare molto dalle pubblicità. Per il Super Bowl vengono prodotti degli spot appositi, spesso più lunghi e che non seguono le dinamiche delle normali pubblicità. Uno degli spot di Super Bowl più famosi di sempre è quello di Apple per presentare il computer Macintosh nel 1984. Qui potete trovare una raccolta dei migliori dallo scorso anno.

I precedenti

I Denver Broncos sono stati fondati nel 1960, hanno già vinto due Super Bowl – in due anni consecutivi, 1998 e 1999 – e in totale ne hanno giocati otto. I Panthers sono molto più giovani, sono nati nel 1993 e hanno giocato solo un altro Super Bowl, nel 2003, perdendo contro i New England Patriots (che hanno vinto anche l’anno scorso).

Dove vederla (oltre che a San Francisco)

Il Super Bowl 50 verrà trasmesso in Italia solo a pagamento sui servizi in abbonamento di Sky e Mediaset Premium.