Stasera cinema?

Sono usciti, tra gli altri, "Joy" e "L'abbiamo fatta grossa": nel primo c'è Jennifer Lawrence, nel secondo Verdone e Albanese

("Joy")
("Joy")

Joy, L’abbiamo fatta grossa, Point Break e Una volta nella vita: tra i nuovi film della settimana abbiamo scelto di parlare di questi quattro. Joy è il nuovo film di David O. Russel e anche questa volta c’è Jennifer Lawrence, che anche questa volta èi stata nominata all’Oscar per la sua interpretazione. Il film si basa sulla storia di Joy Mangano, un’imprenditrice diventata ricca e famosa per avere ideato il Miracle Mop, un particolare tipo di mocio. L’abbiamo fatta grossa è la commedia italiana uscita questa settimana, con Carlo Verdone e Antonio Albanese: se ne parla abbastanza bene e anche gli incassi finora sono buoni. Point Break è descritto come un fallimentare e inconcludente remake dell’omonimo e apprezzato film del 1991. Una volta nella vita è il film francese e di nicchia della settimana: è un film su una classe di una scuola delle banlieue di Parigi. Sarà difficile trovarlo nei cinema, ma se ne parla bene.

Joy
È il nuovo film di David O. Russell, il regista di American Hustle – L’apparenza inganna e di Il lato positivo – Silver Linings Playbook. Come questi due film, anche in Joy ci sono tre attori molto apprezzati da Russell: Robert De Niro, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, che è l’attrice protagonista che interpreta Joy Mangano, la donna che inventò un innovativo tipo di mocio, il Miracle Mop, e riuscì a diventare un’imprenditrice di successo. Joy è uscito in Italia giovedì 28 gennaio e grazie alla sua interpretazione Lawrence ha ottenuto la quarta nomination agli Oscar della sua carriera. Il film si distacca in molte occasioni dalla vera storia di Mangano, prendendosi più di una libertà. Lawrence ha detto che solo il 50 per cento del film è ispirato alle vicende di Mangano: la restante metà arriva “dall’immaginazione di David [O. Russell] e dalle molte e coraggiose donne che lo hanno ispirato”.

Su IMDB il voto medio ricevuto da Joy è 6,7 su 10, su Rotten Tomatoes la media dei voti dati al film è 3,4 su 5. Al pubblico Joy è piaciuto così così. A quasi tutti i critici di cinema il film non è piaciuto: le recensioni positive sono delle eccezioni, quelle che lo giudicano mediocre e mal riuscito sono invece più comuni. Il critico del Guardian Peter Bradshaw, di solito molto buono nelle sue recensioni, ha dato al film 3 stelle su 5 e ha scritto che è «intrigante, ma troppo smorzato e stilizzato». Alonso Duralde ha scritto su The Wrap che Joy è un passo falso di un regista che di solito non ne fa e che in questo caso la storia raccontata da Russell è incompleta e poco rilevante. Joy è un film strano perché ha dei passaggi che sono descritti come onirici e fiabeschi e in molti hanno notato come la storia tenda molto ad assomigliare a quella di Cenerentola più che a quella di una imprenditrice di successo. Come succede quasi per ogni suo film da alcuni anni a questa parte, l’interpretazione di Lawrence è stata molto apprezzata da quasi tutti i principali critici.

– Prima o dopo il film: Jennifer Lawrence ha ricevuto la prima delle sue quattro nomination all’Oscar per il film del 2010 Un gelido inverno: l’unica sua nomination a non essere arrivata grazie a un film di Russell. Anche lì Lawrence interpreta una donna, anzi una ragazza, che deve faticare per affermarsi in condizioni difficili, ancora più difficili di quelle presentate in Joy.

L’abbiamo fatta grossa
È un film di Carlo Verdone, che ultimamente dirige un film ogni due anni: gli ultimi due sono stati Posti in piedi in paradiso (2012) e Sotto una buona stella (2014). Verdone è anche sceneggiatore del film e attore protagonista, insieme ad Antonio Albanese. È il primo film di Verdone in cui c’è anche Albanese, non è però la prima volta che i due recitano nello stesso film: erano per esempio entrambi in Manuale d’amore 2, seppur in episodi distinti. In L’abbiamo fatta grossa Verdone interpreta un investigatore privato di scarso successo e Albanese interpreta un attore da poco lasciato dalla moglie. L’attore contatta l’investigatore per avere informazioni sulla moglie e le sue frequentazioni. Durante un tentativo d’intercettazione, i due ascoltano però una conversazione che non ha nulla a che fare con l’ex moglie dell’attore interpretato da Albanese: inizia una serie di equivoci su cui si basa la commedia.

L’abbiamo fatta grossa è uscito giovedì 28 gennaio ed è in programma in quasi 600 sale cinematografiche italiane. Alessandra Levnatesi Kezich ha scritto sulla Stampa che il film riesce a raggiungere il suo obiettivo – divertire – e che “i due protagonisti sono ben ritagliati sulle personalità dei loro interpreti”. La critica cinematografica della Stampa ha scritto anche che «dal connubio fra due attori comici che hanno sempre mostrato una vocazione alla satira sociale e/o politica, è uscita una commedia che sceglie il puro impegno di lavorare sui personaggi e la storia». Dal film – prodotto da Aurelio e Luigi de Laurentiis – si aspettano ottimi incassi. Parlandone Verdone ha detto: «Bisogna unire le forze: una volta si faceva di più al cinema, anche perché è bello creare delle coppie. Noi siamo diversi ma insieme capaci di accendere la scintilla. E con Antonio ho cercato di costruire qualcosa di più fantasioso». Albanese ha detto: «È una questione di ritmo: con Carlo è stata musica e mi sono ritrovato a suonare nella sua storia».

– Prima o dopo il film: Verdone e Albanese hanno recitato insieme anche in Questione di cuore, un film del 2009 di Francesca Archibugi. Albanese interpreta Alberto, un personaggio che si trova a condividere una stanza d’ospedale con Angelo (Kim Rossi Stuart) dopo che entrambi hanno avuto un infarto. Alberto è uno sceneggiatore in crisi e nel film c’è anche Verdone, che interpreta se stesso.

Point Break
È nei cinema italiani da mercoledì 27 gennaio: il regista è Ericson Core, che è stato direttore della fotografia di Fast and Furious e Daredevil. Point Break è il remake dell’omonimo film del 1991, in cui c’erano Patrick Swayze e Keanu Reeves. Quel film parlava di un gruppo di surfisti californiani che, mascherati, facevano una serie di rapine, e di un giovane agente dell’FBI che si infiltra tra loro. Nel gergo surfistico il “point break” è quel punto in corrispondenza del quale le onde si “rompono”, consentendo di essere surfate. Nel nuovo Point Break  i rapinatori non sono più solo surfisti, ma atleti di sport estremi. E non rubano più per interesse personale: lo fanno per redistribuire la ricchezza, o perlomeno gettare nel caos il mondo della finanza.

Molti giornali americani hanno scritto articoli domandandosi quale sia il senso di questo remake e a quale pubblico sia rivolto: i produttori e il regista del film hanno spiegato di aver voluto prendere i temi del film originale e adattarli alla contemporaneità, facendo un film più impegnato politicamente. I protagonisti del nuovo Point Break sono delle specie di ecoterroristi. Il film è stato in genere descritto come un montaggio di scene estreme, alcune delle quali girate con riprese aeree e videocamere GoPro, a cui si è cercato di associare una storia. L’idea generale è che l’impresa non sia riuscita: su IMDB il voto medio di Point Break è 5,5; il Metascore del film, un voto dato facendo la media tra le recensioni di critici professionisti, è 34 su 100. È stata criticata la storia, si è parlato male del regista, e si è detto che gli attori sono stati mediocri. Sul Washington Post Stephanie Merry ha scritto: «ci vuole un regista davvero speciale per prendere scene di paracadutismo, arrampicata, surf e base jumping e farle diventare qualcosa che fa sbadigliare». Secondo Merry Core, Core ci è riuscito. Non sembrano esserci molti motivi per vedere il film: o gli sport estremi piacciono davvero moltissimo, oppure ci si deve voler far del male andando a vedere quanto il film non è all’altezza di quello di cui ha ripreso il nome.

– Prima o dopo il film: Riguardate il Point Break giusto, quello vecchio.

Una volta nella vita
È un film francese del 2014 che nei cinema italiani – pochissimi in realtà – è arrivato il 27 gennaio. Racconta la storia di un liceo di una banlieue nel sud-est di Parigi in cui gli studenti sono di molte etnie e religioni diverse. Una professoressa propone alla classe più variegata e quindi più di difficile gestione del liceo di partecipare a un concorso nazionale che riguarda la Shoah. Il film è tratto da una storia vera, il suo voto su IMDB è 7 su 10 e se ne è parlato piuttosto bene.

– Prima o dopo il film: MyMovies parla del film come di «una sorta di fratellino ingenuo ma felice de La Classe», un film del 2008 di Laurent Cantet.

Gli altri film al cinema. Per arrivare preparati agli Oscar bisogna tenere il passo con gli importanti film usciti nelle ultime settimane. C’è da guardare Revenant – Redivivo, candidato a 12 Oscar; Carol, che ha ricevuto sei nomination; La Grande scommessa, che si è fermato a cinque e Steve Jobs, che è nei cinema dal 21 gennaio e ha due nomination: Michael Fassbender come miglior attore protagonista e Kate Winslet come miglior attrice non protagonista.

Revenant – Redivivo: l’11 gennaio ha già vinto tre Golden Globe (miglior regia, miglior film drammatico e miglior attore in un film drammatico), il 14 gennaio è stato candidato a 12 premi Oscar e da sabato 16 gennaio è in 386 sale cinematografiche italiane. Il regista è Alejandro González Iñárritu e l’attore protagonista è Leonardo DiCaprio, che è il favorito per vincere l’Oscar per il miglior attore: sarebbe il primo della sua carriera. Revenant – Redivivo si ispira alla storia vera di Hugh Glass, che viene attaccato da un orso, abbandonato dai suoi compagni, dato per morto e tradito dall’uomo che si offre di seppellirlo. Da solo in un territorio difficile – e molto, molto freddo – dovrà sopravvivere e trovare chi l’ha abbandonato per vendicarsi.

La grande scommessa: è un film diretto dallo statunitense Adam McKay ed è tratto dal libro The Big Short – Il grande scoperto, scritto nel 2010 dal saggista statunitense Michael Lewis (The Big Short è anche il titolo originale del film). Lewis è l’autore del libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game, da cui è stato tratto il film L’arte di vincere. La grande scommessa è uscito il 7 gennaio e nel cast ci sono Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt e Marisa Tomei. Libro e film raccontano la vera storia di alcuni investitori che negli anni prima del 2008 si accorsero della crisi finanziaria che stava per arrivare e decisero di scommettere contro il sistema e di arricchirsi grazie alla loro intuizione.

Steve Jobs: è uscito negli Stati Uniti ad ottobre, dove è stato ampiamente discusso e commentato. In sintesi: ai critici è piaciuto abbastanza, al pubblico meno. Secondo diversi critici uno dei fattori che ha contribuito maggiormente allo scarso successo di Steve Jobs è il fatto che due anni fa uscì un film incentrato sulla vita di Steve Jobs – per quanto mal recensito – in cui a interpretare la parte di Jobs era Ashton Kutcher. Il film è basato sulla biografia ufficiale di Jobs, scritta da Walter Isaacson, ed è diviso in tre parti che descrivono tre momenti separati e particolarmente importanti della vita del fondatore di Apple: ogni parte ha alcuni brevi flashback. Steve Jobs nel film è interpretato da Michael Fassbender, tra gli altri protagonisti ci sono Kate Winslet, Jeff Daniels e Seth Rogen. Il film è biografico, ma è stato accusato di romanzare troppo gli eventi accaduti realmente.

Carol: è nei cinema italiani dal 5 gennaio. È un dramma sentimentale diretto da Todd Haynes, il regista di Io non sono qui e Lontano dal paradiso: è ambientato nella New York degli anni Cinquanta e racconta la storia d’amore tra Therese (Rooney Mara), una ragazza di diciannove anni, e Carol, una donna con più anni di lei (Blanchett) e in crisi con il marito (Kyle Chandler). Carol è tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1952 da Patricia Highsmith, che al tempo usò lo pseudonimo “Claire Morgan”.