• Italia
  • Mercoledì 27 gennaio 2016

Cosa cambia quando si sposta un’autostrada

Marco Imarisio è andato a vedere come vanno gli affari di chi viveva grazie al traffico sull'A1 nel tratto dove è stata aperta la Variante di valico: molto male

(Ansa/Franco Silvi)
(Ansa/Franco Silvi)

Lo scorso dicembre, dopo undici anni di lavori, è stato inaugurato un nuovo tratto dell’autostrada A1, conosciuta anche come Autostrada del Sole e che collega Milano e Napoli passando per Bologna, Firenze e Roma. Il tratto inaugurato si chiama Variante di valico, ed è un percorso alternativo che permette di aggirare il normale percorso tra Sasso Marconi, vicino a Bologna, e Barberino di Mugello, in provincia di Firenze, che fin dai primi anni dell’A1 (che fu inaugurata nel 1964) era cosinderato un “tappo”, un punto cioè con frequenti imbottigliamenti. La Variante di valico è lunga 32 chilometri e attraversa l’Appennino passando a una quota di 226 metri più bassa e consente in media di risparmiare dai 15 ai 20 minuti di tempo agli automobilisti e camionisti. Marco Imarisio, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, è andato a vedere come vanno le cose negli Autogrill e nei ristoranti che vivevano grazie al traffico sull’A1 e che ora, con l’apertura della variante, hanno visto i propri affari crollare fino al 90 per cento.

A mezzogiorno in punto passa una macchina. Venti minuti dopo, un’altra. Poi più niente. E comunque nessuno si ferma all’autogrill. Escono al casello, vanno a casa per mangiare, è tutta gente che sull’Appennino emiliano ci abita.

Appena un mese fa ci passava l’Italia intera o quasi, anche perché non aveva altra scelta. Da Nord a Sud e viceversa, l’imbuto dell’autostrada del Sole era questo, i 57 chilometri che collegavano Sasso Marconi a Barberino del Mugello inerpicandosi sulle montagne che fanno da confine naturale tra Emilia Romagna e la Toscana, si comincia a salire dopo Bologna e poi giù in picchiata verso Firenze. Erano curve e saliscendi a due corsie tra gallerie e viadotti, era un percorso impegnativo e spesso intasato che di rado ammetteva le marce alte. I verbi vanno coniugati al passato dallo scorso 23 dicembre, giorno dell’inaugurazione della Variante di Valico. Ci sono voluti quasi quarant’anni di attesa, ma alla fine quello che un minuto dopo l’inaugurazione del 1964 venne subito considerato il tappo della A1, è saltato. Il nuovo tracciato scorre più in basso, dritto per dritto, fa risparmiare tempo e benzina.

Sul cartello verde d’ingresso all’autogrill di Roncobilaccio la scritta che annuncia l’area successiva, a 14 chilometri di distanza, è sbarrata da una striscia di plastica rossa. «E tra poco toccherà anche noi». Mirella guarda il ristorante chiuso, il bancone deserto all’ora di pranzo. L’ottimismo non è una strada praticabile quando hai due figli piccoli a casa, lavori qui da undici anni e il registratore di cassa dice che dai cinquemila euro di incassi giornalieri nel giro di un mese si è passati a 200-300 euro quando proprio va bene. «Nessuno si aspettava un crollo del genere, anche perché fino all’ultimo non si sapeva se questa benedetta variante l’avrebbero aperta. Adesso? Aspettiamo. E speriamo che ogni tanto passi qualcuno. Non possiamo fare altro».

Continua a leggere sul sito del Corriere della Sera