• Mondo
  • Domenica 24 gennaio 2016

Quattro paesi dell’America Latina hanno sconsigliato le gravidanze a causa di un virus

Colombia, Ecuador, El Salvador e Giamaica temono la diffusione del virus Zika, che sembra provocare un aumento delle nascite di bambini microcefali

I governi di Colombia, Ecuador, El Salvador e Giamaica hanno sconsigliato alle donne di rimanere incinta a causa di Zika, un virus che si teme possa essere collegato alla nascita di bambini con gravi deformazioni. L’epidemia di Zika è cominciata in Brasile, dove dallo scorso ottobre circa 4.000 mila bambini sono nati con teste più piccole del normale, una condizione nota come microcefalia: da allora 49 di loro sono morti. Fino al 2014, i casi di microcefalia in Brasile erano circa 150 ogni anno. In Italia si sono registrati quattro casi di zika la scorsa primavera. Le persone infettate erano tutte ritornate da un viaggio in Brasile.

I paesi dove si teme che la malattia possa essersi diffusa sono concentrati in Sud America e nei Caraibi, ma sono stati segnalati casi anche a Samoa e a Capo Verde.

Il collegamento tra il virus Zika e la microcefalia non è ancora stato dimostrato in maniera inequivocabile, ma tracce del virus sono state ritrovate in alcuni bambini microcefali morti: fino ad ora, comunque, le autorità sanitarie dei paesi coinvolti non sono state in grado di dare altre spiegazioni per giustificare l’improvviso aumento di casi di microcefalia. Il virus è originario dell’Africa e si sospetta che sia arrivato in America Latina durante i Mondiali di calcio nel 2014. Il nome del virus deriva dalla foresta di Zika, in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1947. La “febbre zika” è simile a malattie più gravi, come la dengue, ma i suoi sintomi sono di solito meno intensi e durano circa una settimana. Quando però colpisce una donna incinta, può causare gravi deformazioni al feto.

Lo scorso dicembre il governo brasiliano è stato il primo a consigliare alle donne di rimandare le gravidanze, ma è stato comunque accusato di aver agito troppo tardi e senza sufficiente energia. Il New York Times ha parlato della situazione definendola «la più grave crisi medica che ha colpito il Brasile negli ultimi decenni».Ufficialmente il numero anomalo di casi di microcefalia è stato registrato soltanto in Brasile, ma il sospetto di molti è che ci siano molti più casi non ancora riportati in altri paesi della regione. La decisione dei governi di Colombia, Ecuador, El Salvador e Giamaica è stata definita non sufficiente da molti attivisti, perché in questi paesi una buona percentuale delle gravidanze non sono pianificate e le violenze sessuali sono estremamente diffuse. Nella solo Colombia, circa 13.500 persone si sono ammalate di “febbre zika”, ma non si conosce il numero di bambini nati affetti da microcefalia.

Nel frattempo il Brasile, il paese più colpito dal virus, ha annunciato un piano speciale per combattere l’epidemia in vista delle Olimpiadi che dovranno disputarsi a Rio de Janeiro ad agosto 2016. Le ispezioni nei siti olimpici cominceranno quattro mesi prima della manifestazione, mentre regolari disinfestazioni saranno praticate per tutta la durata dei giochi. L’unico modo di combattere efficacemente il virus è quello di eliminare le acque stagnanti dove si riproducono le zanzare che lo trasmettono. Il comitato organizzatore delle Olimpiadi ha anche spiegato che i partecipanti alla manifestazione correranno meno rischi perché agosto è un mese relativamente secco, in cui le zanzare sono molto meno diffuse.