Penthouse non sarà più stampata

La storica rivista per adulti continuerà a esistere solo in formato digitale, arrendendosi alla concorrenza del porno online

Bob Guccione mostra una copia della rivista Penthouse, in una foto del 1986 (AP Photo/Richard Drew, file)
Bob Guccione mostra una copia della rivista Penthouse, in una foto del 1986 (AP Photo/Richard Drew, file)

Penthouse, una delle riviste per adulti più famose al mondo e tra i principali concorrenti di Playboy, non sarà più stampata e potrà essere acquistata solo in formato digitale. La notizia è stata annunciata da FriendFinder Network, l’azienda proprietaria della rivista, ma per ora non è stato comunicato il mese in cui sarà interrotta la stampa. Penthouse continuerà a esistere in formato digitale, con contenuti interattivi di vario tipo oltre ai classici articoli e fotografie. La redazione di New York della rivista cartacea è stata chiusa e tutte le attività sono state spostate a Los Angeles, dove l’azienda ha la sua sede principale. Nelle prossime settimane gli abbonati al cartaceo riceveranno informazioni su come convertire il loro abbonamento alla versione digitale.

Il direttore finanziario di Penthouse, Ezra Shashoua, ha spiegato che la rivista “continuerà a essere pubblicata durante il periodo di transizione” e che, almeno per ora, “non è stata decisa una data specifica per il termine della stampa della versione cartacea”. Come per molti altri giornali e riviste che hanno seguito la stessa strada, la decisione di non vendere più una versione di carta deriva dalla necessità di contenere i costi e di adattarsi a un panorama editoriale che sta cambiando, e che è sempre più legato al digitale.

La rivista Penthouse fu fondata nel 1965 dall’imprenditore Bob Guccione nel Regno Unito, con l’obiettivo di fare concorrenza a Playboy nell’ambito del softcore (quindi con immagini di nudi, ma senza mostrare esplicitamente atti sessuali). Guccione non aveva a disposizione molto denaro, quindi per le prime pubblicazioni si occupò personalmente di realizzare i servizi fotografici per Penthouse: faceva spesso ricorso all’effetto flou, per ridurre il contrasto nelle immagini e rendere più morbidi i contorni, uno stile che divenne una delle caratteristiche più riconoscibili della rivista. Grazie al numero crescente di copie vendute, quattro anni dopo Guccione espanse l’attività avviando le pubblicazioni anche nel Nordamerica, dove Penthouse si distinse per articoli investigativi di rilievo, che in più occasioni raccontarono casi di corruzione e vari scandali all’interno del governo statunitense.

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A partire dagli anni Settanta, Penthouse iniziò a seguire una linea più aggressiva rispetto a Playboy. Fu la prima rivista a pubblicare fotografie in cui erano visibili i peli pubici delle modelle, nudi frontali integrali e foto dove erano visibili i genitali. Verso la fine degli anni Novanta la rivista cambiò ulteriormente formato e avviò la pubblicazione di immagini esplicite di atti sessuali, tra qualche polemica. La rivista aveva intanto aperto edizioni in diversi altri paesi, autonome nella scelta di buona parte dei contenuti, compresi quelli più o meno espliciti.

Per un paio di decenni gli affari di Penthouse andarono molto bene: a inizio anni Ottanta il patrimonio di Guccione fu stimato intorno ai 400 milioni di dollari. Si stima inoltre che in più di 30 anni di attività, Penthouse avesse prodotto ricavi tra i 3,5 e i 4 miliardi di dollari. Come molte altre riviste del settore, negli ultimi 15 anni le cose sono cambiate notevolmente per Penthouse, a causa della facilità con cui si può trovare gratuitamente materiale pornografico online. Nel 2003 la casa editrice di Penthouse dichiarò fallimento e la rivista fu messa in vendita, con Guccione che si dimise da presidente e CEO della società. La proprietà passò a FriendFinder, ma nel 2013 la rivista dichiarò fallimento, cosa che consentì a FriendFinder di riorganizzarne le attività e di ristrutturare i suoi debiti.

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Negli ultimi anni FriendFinder ha diffuso poche informazioni sulle condizioni della sua rivista: non si sa, per esempio, quante copie venda ancora ogni mese, né quanti siano i suoi abbonati. Difficilmente la nuova operazione per passare completamente al digitale porterà a nuovi abbonamenti, sicuramente non ai fasti dei primi decenni di pubblicazione della rivista. Nel 1984, l’edizione di settembre di Penthouse pubblicò le foto di Vanessa Williams, eletta Miss America in quell’anno e a cui fu ritirato il titolo proprio per i suoi nudi sulla rivista. Il numero di settembre vendette 5,3 milioni di copie, uno dei più grandi successi nel settore dei periodici nella storia degli Stati Uniti.