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  • Lunedì 18 gennaio 2016

I libri in commercio in Italia nel 2015 sono stati più di un milione

È la prima volta che accade, nonostante il mercato editoriale si restringa sempre di più

(Peter Macdiarmid/Getty Images)
(Peter Macdiarmid/Getty Images)

Nel 2015 i titoli di libri in commercio e non fuori catalogo hanno superato per la prima volta il milione, stando ai dati della società di monitoraggio GFK che si occupa di realizzare le classifiche dei libri più venduti. I dati – riportati dalla Lettura di domenica – fanno riferimento ai titoli presenti nei cataloghi delle case editrici italiane nel 2015 ed escludono quindi i cosiddetti reminder: i libri fuori catalogo ma in commercio in mercati secondari, come quello dell’usato. Sommando le nuove edizioni, le ristampe e le nuove uscite nel 2015 sono stati stampati 215 titoli al giorno, domeniche comprese.

Ci sono svariati fattori che spiegano perché il numero di titoli pubblicati continua ad aumentare anche se il mercato editoriale continua a restringersi. Il primo, e più importante, è che l’aspettativa di vita di un libro si è accorciata molto: la permanenza dei libri sia in libreria che nelle classifiche è notevolmente diminuita, a causa soprattutto di ragioni commerciali che stanno modificando la natura del libro in quanto merce. I libri che vendono di più sono quelli per bambini e ragazzi – il cosiddetto genere young adult – che divorano le mode in fretta per sostituirle con altre. Anche i bestseller per adulti seguono questo andamento di vendita “a fiammata”: vendono tantissimo ma per brevissimo tempo, consumando in poche settimane quello che un tempo avrebbero venduto in mesi di permanenza in libreria, sostituendo di fatto i due modelli precedenti del passaparola (quelli che partivano piano e poi vendevano progressivamente di più) e i libri che partivano forte e calavano ma resistevano per mesi in classifica. Sono sempre meno quindi i titoli che vendono un numero “medio” di copie: il mercato si sta polarizzando tra pochissimi titoli che vendono tantissimo (e coprono le spese dell’editore) e una moltitudine di altri libri che vendono poco e scompaiono velocemente.

Questa sovrabbondanza di offerta in un mercato saturo è spiegata anche dalla costante diminuzione per gli editori dei costi industriali di stampa. Per questo le case editrici tengono in catalogo titoli di cui non hanno sempre la disponibilità fisica: stampare un’edizione è diventato così economico che è inutile togliere un libro dal catalogo e privarsi della possibilità di stamparlo all’occorrenza. Inoltre per i grandi editore è diventato più conveniente mandare al macero – cioè distruggere – le copie invendute di un libro, piuttosto che stoccarle in un magazzino. Gli editori stanno quindi limitando molto il numero di copie stampate nella tiratura iniziale di un libro in modo da capire subito se è un titolo che potenzialmente può diventare un bestseller o meno.