Rouhani su chi è felice per la fine della sanzioni all’Iran

Lo sono tutti, ha detto in televisione il presidente iraniano, eccetto «i sionisti, i guerrafondai, i seminatori di discordia tra le nazioni islamiche e gli estremisti americani»

 (AP Photo/Vahid Salemi)
(AP Photo/Vahid Salemi)

Domenica il presidente iraniano Hassan Rouhani ha tenuto un discorso in diretta televisiva riguardo alla rimozione delle sanzioni economiche e finanziarie che dal 2006 erano state imposte all’Iran in risposta al suo programma nucleare. Le sanzioni, applicate da Nazioni Unite, Unione Europea e Stati Uniti, sono state rimosse ieri dopo che gli ispettori hanno accertato che l’Iran ha rispettato gli obblighi contenuti nell’accordo sul nucleare dello scorso luglio. Rouhani ha detto che l’accordo apre nuove opportunità di dialogo all’Iran e ha aggiunto:

«Sono tutti felici eccetto i sionisti, i guerrafondai, i seminatori di discordia tra le nazioni islamiche e gli estremisti americani. Tutti gli altri sono felici»

“Sionisti”, è un termine che nel discorso politico iraniano si usa in genere per riferirsi allo stato di Israele e ai suoi leader. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato uno dei più forti oppositori all’accordo che ha permesso la rimozione delle sanzioni all’Iran (Israele e Iran sono inoltre avversari da decenni). “I seminatori di discordia tra le nazioni islamiche” a cui si riferisce Rouhani sono gli stati arabo-sunniti che si sono fortemente opposti all’accordo, come l’Arabia Saudita, timorosi di un eccessivo riavvicinamento tra Iran e Occidente (Arabia Saudita e Iran sono due stati nemici e le tensioni si sono ulteriormente aggravate nelle ultime settimane dopo l’esecuzione in Arabia Saudita del religioso sciita Nimr al Nimr). Per Rouhani gli “estremisti americani” sono sostanzialmente i Repubblicani che hanno sempre criticato l’amministrazione di Barack Obama per dialogare con l’Iran.